Volare

Quanto maledizione fa caldo. I miei personaggi mi stanno urlando contro. Vogliono continuare ad agire su carta. Ci sono un paio di racconti che vogliono essere sistemati, uno che sta sta nascendo e, diversamente, dal mio solito è satirico, divertente 🙂 . Poi c’è lui. Il romanzo. I personaggi sono imprigionati nelle pagine e ancora non si arriva al climax sebbene sia dietro l’angolo. Sto arrivando a pensare di aver fatto una composizione di parole… non lo so… Mi verrebbe da dire “da prendere e stracciare” dalla prima all’ultima pagina, ma è solo l’impossibilità di scrivere, correggere e sistemare oppure è la voce della verità che riconosce il disastro letterario? 😀 Chissà. So che le ultime 30 pagine vanno completamente sistemate e non averlo fatto ancora mi rode molto, oltre al fatto di non farlo continuare a livello di azioni.

Di seguito vi lascio il mio “capolavoro”. Visto che me lo hanno pubblicato nell’antologia del IV premio letterario logos di Giulio Perrone LAB, allora mi piacerebbe che la leggessi anche tu caro visitatore. Mi piacerebbe anche che lasciassi una nota del tuo passaggio. Secondo te di cosa parla la poesia scritta di seguito?

Non sono Pascoli, non sono Foscolo, ma questa poesia mi piace molto e ci sono molto legato. Uno che pensavo fosse un mio amico mi ha riso in faccia quando gli ho detto che me l’anno pubblicata e che mi sto dedicando alla scrittura, un altro ha detto che “non ci ha capito un cazzo” e un altro non ha indovinato di cosa parlava, anche se ci è andato vicino 😀 . E tu? Cosa ne dici?

Naturalmente l’opera è protetta da una licenza che impedisce di spacciare per propria l’opera. La puoi diffondere riconoscendo l’autore della stessa, non puoi usarla per fini commerciali e nemmeno ne puoi ricavare opere derivate 😉 . Per ulteriori dettagli: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/ .

“Volare” di Giovanni Venturi

Apriti cielo, quando la pelle bianchissima
e leggiadra sembra riflettere, assorbire,
la luce della Luna, sbieca lì su nel cielo,
manifestati nella sera desta e allegra
di questa notte a venire.
Insonne vago nel sogno;
un’estate che passa fredda e incolore,
estranea alle emozioni furtive di due amanti.
Vorrei una notte di forte delirio,
un profumo, un’onda che percuote
la sua pelle vergine, di vita e d’amori.
Un piccolo tocco vellutato di dita tremanti,
un gesto d’esistenza e adesione, come una complicità
che frena il dolore e che invoca la vitalità di un amore.
Un amore che tarda ad affiorare, che tarda a sognare;
mentre stanotte lontano colgo il suono d’un pianoforte,
non voglio l’amore, ma la vita che nel corpo nasce
e che fuori espande con lei.
Apriti cielo e viaggia con me in questa smania,
in questo momento di poesia, di estro dono alla bellezza,
mentre sogno già di lei qui con me, passo dopo passo,
lascio un’orma che il tempo risucchierà da questa sabbia;
la cadenza di un movimento astruso che non so più imitare
m’accompagna, e mentre qui passeggio so
che nella folla della strada lei è ormai già via.
È bianchissima come la sabbia di questa spiaggia,
sa di buono intanto che il giorno s’accosta nel tempo,
e così anche stanotte, in un miraggio, la sogno,
mentre domani, forse, imparerò a volare.

3 pensieri su “Volare

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