La legge sul diritto d’autore NON vale per tutti

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Nel 2010, Aaron Swartz scaricò 70 Giga byte di articoli da JSTOR. Gli diedero 1 milione di dollari di multa e 35 anni di galera. Aaron, nel 2013, in conseguenza di queste accuse, si tolse la vita.

Meta (alias Facebook, Instagram, WhatsApp, ecc…), molto di recente, ha illegalmente scaricato più di 80 Tera byte (80’000 Giga byte) di libri da LibGen, Anna’s Archive, e Z-library per allenare i loro modelli di IA e non gli hanno fatto una benché minima beata minchia. Nemmeno un dollaro di multa. Né 30 secondi di galera. Niente.

Questo fa chiaramente capire che i mega miliardari americani (Microsoft e Meta davanti a tutti) sono immuni, possono fare quello che gli pare e piace. Vendere i dati di milioni di utenti (lo hanno fatto e continuano a farlo anche mentre leggete questo articolo), scaricare illegalmente una quantità industriale di libri e tutto finisce con una bella pacca sulle spalle e un sorriso bronzeo da Oscar.

Inoltre l’attuale presidente degli Stati Uniti ha detto che loro non devono pagare le multe imposte dell’Unione Europea, quindi, di cosa vogliamo esattamente parlare?

Poi c’è il caso di OpenAI che accusa DeepSeek di aver rubato dati da loro, i quali però li hanno rubati da utenti ignari tramite Social Network, blog e quant’altro. Il classico esempio del bue che dice all’asino: “Cornuto!”.

Ci rendiamo conto questo cosa vuol dire?

Smettete di usare Facebook, Instagram, WhatsApp. Smettete di usare Microsoft Office e passate a LibreOffice.

Non uso Microsoft Office saranno 25 anni.

Ho cancellato i miei account Facebook e Instagram con gran soddisfazione. Sono migrato a Mastodon e non mi pento nemmeno per un attimo di averlo fatto, ho riacquistato la mia privacy. Avete bisogno di rimanere in contatto con amici e parenti? Alzate il telefono e chiamateli! O usate Signal. Oppure migrate a Mastodon. Non è tanto diverso dai sistemi che già usate.

Vi consiglio di pensarci seriamente. E vi consiglio di abbandonare tutti i servizi americani, per quanto possibile. Certo, il problema è che, oggi come oggi, è difficile.

Difficile, ma non impossibile.

Anche se questi continueranno a rubare dati potendo liberamente accedere ai blog, ai siti con libri, eccetera. Purtroppo se nessuno li ha inchiodati dopo gli oltre 80 Tera byte di dati coperti dal diritto d’autore, nessuno gli farà mai un emerito cazzo.

E il continuare a usare Facebook, Instagram e WhatsApp continuerà a giustificare la loro esistenza e il loro marcio modo di andare avanti. Ma tanto sono tutte chiacchiere, giusto?


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2 pensieri su “La legge sul diritto d’autore NON vale per tutti

  1. Beh, capisco l’incazzatura, ma non credo che sottostimare le capacità cognitive dei tuoi lettori sia un’ottima mossa, c’è modo e modo di dire le cose. 🙂

    Inoltre manca un punto importante: sì, noi piccoli cittadini possiamo dismettere questi servizi, sono d’accordo, ma credi sia davvero la soluzione? L’Intelligenza Artificiale è GIA’ dentro la Pubblica Amministrazione italiana, la state già usando senza manco saperlo (e in certi casi con servizi acquistati pure direttamente da OpenAI, pensa te!) Era già stata inserita nel 2023 in quello che è il Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione 2024-2026:https://www.agid.gov.it/it/agenzia/piano-triennale/strumenti/strumento-5

    Fosse solo il pericolo del diritto d’autore! Quel che si annuncia è una devastazione epocale della società, perché verrà a mancare il lavoro. Adesso è bello farsi aiutare a scrivere una mail senza studiare grammatica e ortografia, o farsi creare le slide della riunione direttamente con un click, vantandosene pure! Ma domani non ci sarà più bisogno di nessuno che stia lì a premere quel bottone. Tutto quello che è lavoro d’ufficio sarà sostituito. Torneremo a zappare la terra (forse, perché anche con lo sviluppo degli androidi sono piuttosto avanti, oramai hanno tutte le capacità di movimento umane, pure migliorate).

    Sul tema lavoro, l’argomento IA è piuttosto caldo in Europa, ma l’Italia non sembra preoccuparsene minimamente. Magari pensiamoci la prossima volta che andiamo a votare (e non votare purtroppo gli lascia troppo margine sulla nostra pelle).

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