
C’era una volta, in una galassia lontana lontana, un blog. Il blog è uno spazio internet in cui si esprimono pensieri e idee.
Pensieri e parole
C’era una volta, in una galassia lontana lontana, un blog. Il blog è uno spazio internet in cui si esprimono pensieri e idee.
Da scrittore quale sono ho letto molto nel 2022. Non ho finito tutti i libri che ho iniziato e ho letto un super mattone di quasi 300 mila parole di cui sconsiglio la lettura.
Diciamo che sto trascurando un po’ il blog. Spero di essere più presente. Non ho scritto l’articolo di fine anno in cui elencavo le cose fatte nel 2022, e non lo scriverò, non sono da tipo da “tiriamo le somme”: non si sposa con il mio umore del periodo. Quello di inizio anno in cui si programmano le pubblicazioni diciamo che nemmeno vorrei scriverlo, e non perché sono in stallo con la scrittura o con le idee, ma c’è sempre il dubbio atavico dell’utilità dello stesso.
La mia mente è di continuo alla presa con storie, a volte troppo elaborate. Non tutte vengono messe nero su bianco, alcune si inizia con dettagli qua e là anni prima, se mi paiono interessanti.
Continua a leggere “E un buon inizio sia!”
Spesso, scegliere il titolo giusto per un romanzo, è qualcosa di difficile. Altre volte è molto semplice. Difficile quando si desidera in qualche modo permettere a un lettore di avvicinarsi al nostro libro incuriosendolo, trasmettendo addirittura delle sensazioni specifiche che si leghino alla trama e, al tempo stesso, cercando di essere originali, unici, al fine di essere identificati come l’autore o l’autrice di un certo testo.
Continua a leggere “L’originalità di un titolo: “la verità sul caso” e “la ragazza che””
Un momento di raccoglimento per se stessi penso sia importante. È quell’attimo, quel tempo, in cui vuoi essere in pace, vuoi restare seduto immobile, con gli occhi chiusi, la schiena poggiata al sofà, o sul materasso, e ricordare uno o più momenti sereni.
Non che per il presente o per il futuro non possano esserci altri momenti buoni, ma oramai è una lotta continua. Non sai se parlare di te su un social possa o meno creare quell’attimo di condivisione che ti serve per stare meglio. Si finisce per abusare della rete sociale.
Continua a leggere “Un momento di raccoglimento per se stessi”
La narrativa è varia. C’è chi spaccia pensierini per un testo, chi spaccia novelle per romanzi brevi ma intensi e chi, per fortuna, chiama romanzi libri che sono veri romanzi. Il riferimento per cui si usa un nome tecnico ben preciso è legato al numero di parole di cui si compone il testo, e non alle pagine stampate di cui è fatto. Poi c’è chi pubblica una sceneggiatura (una lunghissima sequenza di dialoghi e basta) dicendo che è un romanzo, ma oggi non voglio parlare del fatto che una sceneggiatura è una sceneggiatura e non un romanzo.
Nella vita capita di essere indecisi. A volte succede sempre e davanti a qualsiasi tipo di attività. Anche rispetto al desiderio. Perché desideriamo qualcosa? È davvero ciò che vogliamo oppure è un ripiego per evitare di pensare meglio a ciò di cui davvero avremmo un gran bisogno? E con desiderio intento il termine generico. Desiderio anche per un acquisto costoso quale possa essere una macchina fotografica o un vestito. È più facile comprare una fotocamera, mettersi a fotografare ciò che ci piace piuttosto che affrontare i propri demoni, e con risolutezza?
Personalmente ho anche pagato la mia indecisione, in termini economici. Esempio banale. Organizzare una vacanza. Ci si rilassa, si rimanda, tanto il volo aereo è lì. L’albergo fino a ieri era disponibile. Sì, ma l’aereo aumenta nello stesso modo in cui di recente la borsa va in negativo e l’albergo magari aumenta il prezzo, oppure vende tutte le camere. Sì, ma io non so se voglio davvero andare lì, e se andassi da un’altra parte? E allora mettiti a valutare questa opzione. E che faccio? Non valuto, resto confuso. Devo arrivare a forzarmi per fare qualcosa che mi potrebbe fare bene. Staccare dalla quotidianità è importante, ma diventa difficile saperlo fare nel modo giusto.
Capitano momenti in cui, dopo tanto darsi da fare, non succede mai nulla di diverso, poi ci pensi su, ti concentri, e senti che non è vero che ti sei dato tanto da fare, anzi non hai creato tu le condizioni per cambiare.
Ripetere sempre le stesse cose nello stesso identico modo crea una abitudine. A volte non si riesce nemmeno più a rendersi conto di averlo fatto, e nel frattempo si continuano a ripetere le stesse azioni senza modificare minimamente nulla, anche perché magari qualche volta si sarà anche cambiato qualcosa, ma senza alcun effetto perché non si è insistito e lo sforzo è stato troppo insignificante, oppure perché il destino ha deciso che quello non era il momento per dare una risposta diversa.
Nel 2022 oramai si assiste a una realtà deforme, rispetto a come la si sarebbe immaginata, e anormale rispetto a come la si sarebbe fortemente desiderata. Si è assistito a momenti sempre più bui e aberranti, e ancora si assiste. D’altra parte l’ho sempre detto: “La realtà supera la fantasia”.
Pandemie, limitazioni della libertà personale, guerre, pericoli di bombe atomiche e conflitti nucleari.
Sabato scorso ho assistito pochi minuti a un incontro in piazza dove ci ricordavano, con una grande amarezza, gli eventi di cui ora nemmeno più si parla.
Il Natale cos’è? Non è certo l’inno alla divisione, o all’allontanamento, o all’accoglienza dei naufraghi per poi delirare e allontanare il prossimo. Non si possono usare due pesi e due misure.
Il Natale non è commercio. Lo può anche essere, ma non è quello che dovrebbe caratterizzarlo in maniera esclusiva, e non è nemmeno feste forzate con parenti che si detestano e di cui non si condivide nulla, ma se la festa, il pranzo insieme, il cenone, è capace di riunire, di curare le ferite, può essere quello il senso di augurare un buon Natale.
Perché questo articolo?