Umiliato e offeso: storia di una vita vissuta al contrario

Photo by Mikhail Nilov

Credevamo che il blog avrebbe resistito ai social network, che la gente si sarebbe trovata più a suo agio su un blog piuttosto che su un social network, perché almeno si sperava che su un blog ci fosse un senso di appartenenza: ascolti la voce scritta sempre dello stesso autore. Molti blog che seguivo hanno chiuso bottega da anni.

Però forse le cose sono cambiate o forse non sono mai state come le credevamo. Oggi un blog non è nulla più del nulla. L’unico interesse quotidiano è verso i social network, la felice privazione della riservatezza in cambio di qualche “like” nascosta dietro la presunta socializzazione, come ci insegna un ben preciso episodio della serie televisiva “Black Mirror” che Netflix ha rilanciato con una nuova stagione credo un paio di settimane fa, forse un mese, ma non di più.

Insomma, ho provato a scrivere un articolo al giorno per 2 settimane, poi non sono più riuscito a mantenere il ritmo, non c’era una motivazione che mi spingesse a discernere su vari argomenti. Era un esperimento. Riuscirò ad attirare di nuovo più lettori al blog? E la risposta è stata: non ci pensare. Ci sono più di 500 iscritti ma alcuni articoli sono stati letti da 3 persone. Dovrei fare una analisi seria dei contenuti che ho pubblicato e vedere quali sono stati più graditi, ma l’unica analisi che farei sarebbe con qualcuno che mi desse un aiuto mentre sono steso su un divanetto a rivelare ciò che mi porto dentro.

In questi giorni parlavo con diverse persone che sono a favore della cancellazione della privacy. Ho detto loro allora di rendere pubbliche le informazioni per accedere al proprio conto corrente, alle proprie e-mail e alla proprie conversazioni private su WhatsApp quando si parla male delle persone, anche perché usano solo WhatsApp. Apriti cielo. Non sono non li ho convinti, ma mi hanno detto che auspicano la violazione della privacy per il bene di tutti. Un po’ come il sogno proibito di tutti gli stati europei (tranne un paio) di rendere violabili tutte le comunicazioni private per combattere i cattivi impedendo ai fornitori di un servizio di messaggistica di attuare la cifratura delle comunicazioni con il famoso Chat Control.

Mi pareva di essere finito nel romanzo “Il cerchio” di Dave Eggers.

Forse il blog inteso come voce originale che spazia di argomento in argomento non va più bene, bisognerebbe specializzarsi ed essere variegati nella specializzazione, studiare un po’.

In realtà sono preoccupato da varie cose e, quindi, per forza di cose mi viene di trascurare il blog.

Tra le varie cose in essere sto provando a concludere il romanzo che, ricordando le parole che un editore disse a una mia amica, ovvero che un editore non può pubblicare un romanzo più lungo di 30’000 parole, in pratica ho scritto 3 romanzi. A parte che se proprio volessimo illuminare tale editore il romanzo parte dalle 50’000 parole e arriva anche alle 90’000 parole. Ma lungi dal volermi tirare una questione con un editore. Non sono problemi miei quando si presenta un testo di 30’000 parole (che è un vago accenno di un romanzo) a un lettore come, invece, un romanzo “breve ma intenso” ma che tale non è, forse pensierini sparsi.

Il mio romanzo è prossimo alla conclusione, mancano circa 5 scene, quindi diciamo che mi mancano non più di due capitoli.

Quante cose che vorrei dire ma mi fermo qui. A volte è più saggio non esprimersi che farlo troppo spesso.

Nel mentre sto leggendo “Umiliati e offesi” di Fyodor Mikhailovich Dostoevsky e “Zio Cardellino” di Luciano De Crescenzo e li sto adorando entrambi.


Scopri di più da Giochi di parole... con le parole

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

4 pensieri su “Umiliato e offeso: storia di una vita vissuta al contrario

  1. Sono titolare di tre blog e di un podcast ospitato sulla piattaforma Spotify. Sono un divulgatore culturale oltre che uno scrittore (amatoriale, dilettante) di romanzi gialli e thriller. Sono ancora uno dei pochi baluardi che gridano “evviva il blog” ma non posso nemmeno dire “abbasso i social” perché questi ultimi mi aiutano a divulgare quello che scrivo. Negli ultimi cinque anni i blog sono diminuiti moltissimo perché le idee non arrivavano piu’, il serbatoi si era svuotati completamente fino all’ultima goccia e sono saliti alla ribalta i podcast ma credo che si tornerà ad un’inversione di tendenza molto presto. Ho fiducia nel blog, nei miei blog ed in tutto il “cosmo” dei blogger come nei podcast e rimarrò sempre sul pezzo finché non mi scoppieranno i polpastrelli delle dita.

    Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a giovanni Cancella risposta