Il lettore fedele

Foto di Simon Berger su Pexels.

Circa venti anni fa ero un grande fan di Stephen King, compravo tutto quello che pubblicava senza nemmeno leggere la trama o interessarmi della copertina, perché mi aveva conquistato con la sua scrittura già da tempo, ero tra la cerchia dei sui lettori fedeli, amavo tantissimo la premessa in cui lui ci dava un piccolo scorcio della sua vita, dei suoi pensieri, dove magari raccontava come aveva scritto l’opera che avevo tra le mani in quel momento, quanto lo aveva divertito o quanto era stato difficile, da dove era arrivata l’ispirazione. E lui si rivolgeva a noi lettori usando proprio le parole “fedele lettore”.

King è sempre stato convinto di scrivere per uno ben specifico fedele lettore generico, che raccoglieva un po’ tutti. In realtà, crescendo, ho capito che i suoi romanzi belli erano pochi e, con il passare del tempo, ne sono stati sempre meno. Coi finali è riuscito persino a disintegrare la bellezza di certe storie, non era raro che proprio sul finale mandasse tutto a rotoli, eppure King ha continuato a scrivere, a pubblicare, e ancora lo fa. Io ho smesso di leggerlo perché romanzo dopo romanzo vedevo che il King della cui scrittura mi ero innamorato non esisteva più, ma era stato sostituito da una sorta di scrittore seriale per il pubblico di massa al punto che aveva smesso di scrivere in modo brillante e intrigante, aveva smesso di creare dei personaggi tridimensionali e, la trama, in alcuni testi, si ripeteva con piccole variazioni rispetto ai romanzi precedenti.

Ho letto con molto piacere Stagioni diverse, Il talismano, It, Cose preziose (il cui finale era pessimo, però), la raccolta di 7 libri della serie La Torre Nera, Cujo, Misery, Il gioco di Gerald, Dolores Claiborne. L’ultimo libro valido di King è stato Notte buia, niente stelle, il seguito rappresentano mere operazioni commerciali fatte sul nome che si è costruito. Mallopponi di pagine e pagine in cui il vecchio King era in vacanza.

E il lettore fedele? Esiste davvero un lettore fedele, un lettore a cui lui indirizza la sua storia? Da autore professionista, con tanto di esercito di editor, gente che si occupa di fargli marketing, di organizzargli le presentazioni, di procurargli contratti per serie e film, il lettore a cui lui punta è la massa, forse finisce anche per l’adattarsi a ciò che è di moda, o quanto meno per cui lo si ricorda, un po’ come è successo per The Institute che era una via di mezzo tra L’incendiaria e It. Almeno secondo me.

Eppure King, al di là di come vada la storia di un autore, che comunque non può sempre essere un successo, non tutti i libri di uno scrittore possono piacere, indipendentemente da chi sia lo scrittore, ha ragione. Un lettore fedele è importante. Uno scrittore senza lettori, e meno che mai fedeli, non ha motivazioni valide per continuare il suo lavoro. Sì, perché la scrittura è un dannato lavoro. Non si può, per esempio, prendere un testo appena finito di scrivere, andare in un gruppo Facebook di lettori e chiedere se qualcuno è interessato a fare qualche notina su quanto scritto, e rapidamente, perché entro 15 giorni verrà comunque pubblicato. Un testo, per quanto si è concentrati al massimo e si abbia tempo in abbondanza, va letto e riletto varie volte, vanno individuati vari tipi di errori, che saltano all’occhio non nella stessa fase di rilettura. In teoria, se si ha un occhio esterno per una miglior valutazione, meglio ancora. Ma gli occhi esterni non sono fedeli. A un certo punto spariscono, anche in corso d’opera, oppure annotano poco o nulla e, per tanto, non fanno grande differenza. È difficile trovarne uno bravo e tenerselo. Alla fine tutto sfuma, e anche i lettori fedeli spariscono, ammesso e non concesso di averne mai avuti. Di fedele, resta Stephen King che pubblicherà sempre un paio di libri all’anno. 🙂

Io ho lettori fedeli? Forse qualche tempo fa sì. Posso affermarlo con certezza. E oggi, anno 2023? Ne ho ancora? Non saprei. Forse uno solo, o una sola. Lo dico per una considerazione molto semplice. L’ultimo romanzo che ho pubblicato è a puntate, ogni puntata pubblicata a distanza di un mese l’una dall’altra. Di questo testo la prima parte non ha avuto prenotazioni. Dopo la pubblicazione c’è stata una sola vendita su Amazon e poi, dopo un po’, prenotazione di parte 2, 3 e 4.

Ora due sono le possibilità. O qualche nuovo lettore ha apprezzato così tanto la prima parte da assicurarsi a occhi chiusi anche le restanti, oppure è l’unica lettrice fedele rimasta che è venuta a conoscenza, in qualche modo, dell’ultimo volume della saga Le parole confondono (che forse, inconsciamente, era un tributo alla serie di King, quantomeno per il numero dei volumi). So che c’è una lettrice che ha letto tutte le sei parti precedenti perché me le ha recensite tutte, e pure bene. Certo avere una lettrice fedele è bello, ma è un po’ poco per avere quelle motivazioni che spingono a tanto impegno per pubblicare una storia abbastanza complessa e articolata che tratta vari temi in ogni sua forma. Spero le piaccia anche questo nuovo testo e che, prima o poi, lo recensisca senza timore.

Certo, pubblicare un libro non è sufficiente. Per trovare lettori fedeli, o infedeli, bisogna mettere su una potentissima azione di marketing, cosa che chi mi conosce sa io non so fare.

Il lettore fedele, esiste o no? Se è uno solo, ha senso parlare, in generale, di lettori fedeli? Non lo so, ma senza motivazioni, nella vita, e in generale, non si va da nessuna parte. E quando si parla di scrittura servono motivazioni fortissime, considerando che, siccome scrivono tutti, il proprio lavoro viene sottovalutato, deriso, oppure si dice: “Eh, ma mica ti ha pubblicato la Mondadori? Non sei nessuno”.

Dov’è si annida il lettore fedele? Forse, in questo momento così angosciante e delicato della vita, sarà in vacanza su qualche montagna molto molto alta e lontana. Bisognerebbe tenerseli, i lettori fedeli, sono rari, ma come si fa? Non ci sono nemmeno più lettori fedeli del blog! A volte non siamo fedeli nemmeno noi stessi coi sogni che nutriamo, finendo per ucciderli. Forse è giunto il momento in cui…


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2 pensieri su “Il lettore fedele

  1. Uhm. Della scrittura di King che negli anni è andata via via appiattendosi lo sento da più di qualche lettore. Non posso aggiungere nulla, l’ho scoperto per caso, ho letto i titoli che poi mi hai consigliato tu (ora mi sono fermata, per dare spazio ad altro). Però King sta anche invecchiando, 75 anni, e gli acciacchi dell’età ahimè si ripercuotono nella scrittura, che piaccia o no al lettore fedele. Non avrà più lo sprint dei 20 o dei 30 anni, né la capacità di stare dietro a tutto. E posso anche scusarlo di voler sfruttare il nome raggiunto, finché è possibile.
    D’altro canto, tenendo il parallelismo che proprio tu qui hai fatto, veniamo al tuo lettore fedele. Ti piaceva quando King nella premessa dava un piccolo scorcio della sua vita, dei suoi pensieri, come era nato quel libro. Non era il tempo dei social, ma in quella premessa King stava intrattenendo una relazione coi suoi lettori fedeli, a distanza. Mostrava il proprio lato umano, si faceva avvicinare. Oltre alla qualità della storia, c’era quella relazione. Oggi King è su Twitter, ma oggi lui ha già un nome conosciuto. Dovesse esordire in questo periodo non so se avrebbe lo stesso successo, il mercato è diventato difficile. Chiedendoti dov’è il tuo lettore fedele, dovresti allo stesso modo chiederti cosa stai facendo tu per curare la relazione col tuo lettore fedele. Ma poi, siamo sicuri di dover scrivere per il lettore fedele? King più volte ha dichiarato di scrivere per la moglie, in primis, e poi per il pubblico…
    E se fosse giunto il momento in cui… sperimentare una storia completamente nuova e non più una serie? 🙂

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    1. Beh, io faccio meglio a scrivere che a fare altro. Dopo tanti e tanti mesi riesco a pubblicare, ma con sempre più difficoltà. Il resto so perfettamente che in assenza di piani strategici di vendita perdo solo tempo, lo so benissimo.
      Altre storie le ho anche scritte. Pubblicata una raccolta di racconti molto forte, inadatta ai più. Ho un romanzo concluso che non ho alcuna voglia di editare e meno che mai pubblicare. Un thriller ambientato nel mondo dell’editoria, ma più che un thriller vero è proprio è un romanzo in cui ci sono tante cattive persone, e non dico solo in ambito editoriale, ci sono storie di vari personaggi che si conoscono o incrociano e di cui ognuno diventa vittima o carnefice della vita dell’altro. C’è voluto molto per completarlo ma resterà lì. Sono tematiche interessanti, ma boh.
      Sto scrivendo qualcos’altro poco per volta ma senza pretese. Idee ne ho tante, storie da concludere anche ben avviate, ma diciamo che non c’è voglia. Dipende da tante cose. Troppe.

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