
Era diverso tempo che avevo in mente di cancellare gli account di Facebook e Instagram, da quando si parlò dello scandalo di Cambridge Analytica. Dati personali alla mercé di queste grandi multinazionali americane, quando poi tutti sappiamo che i cittadini americani e quelli britannici, vengono tenuti sotto sorveglianza dal governo degli Stati Uniti d’America, secondo quando rivelato da Edward Snowden, ex funzionario dell’NSA. Cose che, in realtà, sappiamo da sempre. Oramai non c’è da meravigliarsi più di nulla.
Cercavi un prodotto su Amazon e poi aprivi Instagram o Facebook e ti compariva la pubblicità dell’ultimo prodotto consultato su Amazon perché ovviamente c’è la condivisione di queste informazioni con centinaia di società di marketing che ti “controllano” mentre navighi in rete, anche quando non sei su Facebook succede che Facebook sa esattamente dove sei stato e cosa hai cercato, grazie ai famosi COOKIE, i biscottini che i browser memorizzano per permettere, per esempio, di ricordarsi che avevi avuto già accesso a Facebook e, quindi, non serve ridare email e password per accedere al tuo profilo. A volte si arriva a scoprire che ci sono anche app installate sul proprio smartphone che passano informazioni a Facebook. Soprattutto se l’accesso lo si fa demandare alla piattaforma Facebook. È comodo, no? Mi iscrivo al servizio pinco pallino e poi ci accedo direttamente demandano la cosa a Facebook, così dovrò ricordare solo le credenziali di Facebook.
Alla maggioranza delle persone non interessa per nulla tenere private le attività in rete, e non si parla di tenerle private perché si vanno compiendo reati, ma solo perché si desidera riservatezza. Conosco persone che hanno pubblicato interi album fotografici giornalieri su Facebook rendendoli accessibili pubblicamente, album del figlio prima della sua nascita e dopo la sua nascita, rendendo pubblici messaggi sul colore e il modello delle mattonelle da andare a comprare, come se in realtà si stesse parlano solo a due senza rendere pubbliche certe cose che, a mio avviso, dovrebbero interessare solo la coppia in questione. Non per altro, perché sono c…i propri, è un fatto di riservatezza. Come anche le foto del figlio prima che nasca e dopo la nascita. Non dovrebbe essere un vanto avere un figlio e mostrare 54 foto al giorno di tutte le fasi della vita di un essere umano che non ha potuto dire ancora la propria sul diritto alla riservatezza.
L’affermazione che solleva una persona che dichiara di non avere problemi riguardo al non avere più una privacy è: non ho nulla da nascondere.
Se per voi non c’è problema e non volete riservatezza e non avete nulla da nascondere, allora vi consiglio di rendere pubbliche le credenziali di accesso alla vostra banca, o quelle della vostra posta elettronica, oppure date un accesso completo alla vostra messaggistica dove scambiate anche documenti di identità, pratiche di assicurazione. Tanto non avete nulla da nascondere, giusto?
Non avete mai criticato nessuno? Non avete mai avuto una lite? Immaginate di rendere pubblica tutta la messaggistica in cui ne avete dette di cotte e di crude a qualcuno. Poi mi dite come va a finire.
Allora, perché ho cancellato l’account di Facebook e Instagram? Perché già mi dava fastidio questa storia della condivisione dei dati di navigazione con terze parti, poi c’è stata una violazione dei loro server e quindi i dati di diversi milioni di utenti sono andati in mani di non sappiamo chi. Anche io sono stato oggetto della violazione. Non fa nulla? Vi siete mai chiesti come mai vi arrivano continue telefonate sul cellulare da numeri sconosciuti che vi propongono un nuovo abbonamento telefonico, un acquisto di azioni Amazon e tremila altri servizi? Nei dati che sono stati trafugati c’era anche il numero di cellulare, oltre il nome e cognome. Poi mi è comparsa la finestra in cui Facebook dichiarava beatamente che se volevo ancora usare Facebook senza pagare dovevo permettergli di continuare a vendere i miei dati personali.
Scusa, ma ti continui a vendere una cosa mia e io non ne ricavo nulla? Manco un centesimo all’anno? Be’, giusto, mi dai accesso a una piattaforma, devi pagare server, la corrente elettrica, la connessione internet, l’infrastruttura ridondante per gestire milioni di accessi contemporanei, personale che curi la sicurezza, l’aggiunta di funzionalità. Oramai lo fanno anche tutte le testate giornalistiche italiane. Se non accetti di essere tracciato allora non ti fanno leggere l’articolo e comunque io vorrei vedere se poi uno paga se i tuoi dati non continuano a circolare. Ma tanto, direte, già li hanno venduti, lo stanno facendo da anni, fermarli ora è inutile.
E poi, ciliegina sulla torta, i miei dati dovevano essere parte integrante dell’analisi di una intelligenza artificiale? Basta. Basta. Basta.
Certo, l’Unione Europea ha fermato per il momento questa cosa, ma avevo già tanti motivi per allontanarmi da questa piattaforma che censura commenti. Se li fa un politico, un “cantante” che offende gli omosessuali va sempre bene, se tu citi le loro parole allora ti bloccano il commento. Ti fermano per 3 giorni, 7 giorni, e non puoi inserire cose su Facebook.
So che in quanto autore non avrei dovuto cancellarmi da Facebook, Instagram e Twitter, ma non penso che queste piattaforme facciano per me. A volte il loro uso mi faceva raccontare cose personali, fare riflessioni anche molto particolari, vedevo che nessuno mi commentava e allora pensavo di aver detto qualcosa di “grosso” e correvo a cancellare. Non era un rapporto sano con un mezzo che vende le mie preferenze, il mio shopping su Amazon o altrove. Mi sono difeso con estensioni di Firefox per bloccare il bloccabile, ma ora basta.
Certo, ho dimenticato di cancellare la mia pagina autore, che comunque non vedeva alcun tipo di interazione, se non molto rara. Lo so che ci avrei dovuto lavorare di più.
L’unico rimpianto e di aver perso i contatti con Rita Carla Francesca, Marina e Morena. Spero si facciano risentire. Spero leggano questo articolo.
Preferisco social come Mastodon dove non ci sta un algoritmo e non ci sta una rivendita di dati, dove ci sono opzioni che permettono di mantenere pubbliche le cose che dici per un periodo di tempo limitato che stabilisci tu e non loro.
Chi mi vuole mi troverà su Mastodon, qui.
Devo provare anche a mettere on-line un nuovo blog privo di pubblicità e una nuova newsletter.
Le cose da fare sono molte, sto abbastanza incasinato e non so quanto tempo posso dedicare e a cosa. Non è un buon periodo. In parte mi salva un pochino di scrittura fatta ogni tanto. Non so se pubblicherò altri romanzi anche se sto continuando a scrivere.
Questo, immagino, avrà una certa ricaduta anche sul numero di persone che leggono il blog.
Per il momento è tutto.
Scopri di più da Giochi di parole... con le parole
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Hai fatto bene! Anch’io sono uscito tempo fa da Facebook e Instagram. Non lo rimpiango. E i contatti si possono mantenere in tanti modi.
"Mi piace"Piace a 2 people
Chissà se mai ne risentirò per i lettori. Mah.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Che è un po’ lo spauracchio che usano queste piattaforme: “Non puoi andartene, perderai lettori! Là fuori non c’è nessuno!”
"Mi piace"Piace a 2 people
Abbandonato i social da qualche anno, non mi mancano affatto. A proposito di privacy: anni fa, quando se ne iniziava a parlare, fioccavano post in bacheca del calibro:” non do il mio consenso a facebook di usare i miei dati”🤣🤣🤣🤣
"Mi piace"Piace a 2 people
Esatto 🙂
"Mi piace"Piace a 2 people