Il mese di novembre

Foto di Monstera Production

Giunge ancora una volta il mese del NaNoWriMo, ovvero il mese in cui si può partecipare insieme a tanti per scrivere la bozza di un proprio romanzo di 50’000 parole, cosa che ho usato in passato per “Joe è tra noi”, per “Un giorno, sempre” e per romanzi vari. In realtà io provo a scrivere tutto l’anno e sono arrivato a 77’080 parole per l’ottavo capitolo della saga “Le parole confondono”. Credevo che con il settimo volume, di cui ho venduto 7 milioni e mezzo di copie in tutto il mondo, potessi mettere la parola fine alla storia di Andrea, Giulia, Francesco, Sergio, Salvatore e Monica. Ma a quanto pare Francesco ha ancora qualcosa da dire.

Chiaramente, come tutti i volumi della saga, non è necessario avere letto i precedenti, perché la storia viaggia da sola. Parte dal punto preciso in cui si era fermata nel volume 7, ma questo è un dettaglio che non interessa a nessuno.

Dovrei concluderlo aggiungendo alcuni altri capitoli, forse arrivando, non so di preciso, diciamo a 90’000 parole? Non saprei. Da poco mi è venuta in mente la scena finale con cui il romanzo si chiuderà ed è una scena ricca di emozioni, probabilmente chi è più sensibile verserà qualche lacrimuccia. C’è questa scena finale e poi ci sono un paio di scene importanti, una in particolare è quella a cui pensavo quando ho iniziato la scrittura di questo ottavo volume. Ambientata nella piscina di Brockwell Lido, all’interno del Brockwell Park a Londra, una zona per nulla nota a chi arriva come turista a Londra. Si trova in zona 2, a Brixton. Dove siamo già stati, dico a Brixton, nel volume 7, per scoprire un pezzo importante della vita di Sergio, che faceva da voce narrante nel volume in questione.

Eppure un’altra vocetta mi richiama l’attenzione verso il mio romanzo di fantascienza, ambientato a qualche anno dal nostro 2024, ragion per cui dovrò spostare più in avanti nel tempo la storia. Potrei non arrivare a concluderlo e vedere, nel mio testo, riferimenti al passato anziché al futuro. In testa è un romanzo pieno di azione, pieno di 1984 di Orwell, distopia, virus, intelligenze artificiali e hacker, combattenti della resistenza digitale. Ambientato tra Italia, Francia e altri stati, incluso un paesino al confine russo. Un bel lavoro che ha anche due copertine che mi piacciono e che il buon bluebabbler mi ha aiutato a definire. Potrebbe venire fuori qualcosa di molto carino.

In realtà dovrei concentrarmi su tutt’altro. Con la mia salute legata al problema dell’emicrania con aura sono stato molto in tensione, incazzato col sistema della sanità italiana che ti fissa un controllo dopo quasi un anno, e quindi dovrò pagare di tasca mia e farlo in ritardo di due mesi. Oltre al fatto che ho dovuto fare degli esami urgenti, sempre per questo problema, che avrei eseguito dopo oltre un anno o mai, sempre se avessi atteso la sanità italiana che io pago come tutti voi, e mi sono costati quasi 300 euro perché ero assicurato, altrimenti era una bella botta, non che 300 euro non lo sia stata.

Ma di cosa parliamo? Delle liste d’attesa si chiacchiera di continuo e non si fa un emerito cazzo per risolvere il problema, sembra più bello fare trasmissioni televisive in cui ci si lamenta piuttosto che agire con denunce precise a ministri e ospedali. Non che serva, figuriamoci. L’unica soluzione è emigrare in un paese dove quantomeno abbiamo decenza e rispetto per i loro cittadini paganti tasse a iosa. Non so dove sia, se esista, forse in Svizzera, forse da nessuna parte.

E poi c’era una notizia che aspettavo da 18 mesi, che quindi pensavo non sarebbe mai arrivata, mi arriva 3 settimane fa con tanto stupore e poi di nuovo silenzio, quindi capisco che il silenzio avuto 18 mesi fa era parte fissa del modo di agire di queste persone. Non danno mai notizie. Ma ora che mi contattano loro sarebbe opportuno che loro dessero notizie, ma secondo me sono sparite di nuovo. Tre settimane di totale silenzio a una mia semplicissima risposta mi fanno pensare che, insomma, ho perso tempo 3 settimane fa e pure 18 mesi fa. Mi vale da esperienza, la prossima volta (ma non credo ci sarà) sarò io a non rispondere. Non capisco perché illudere le persone.

Sì, dovrei concentrarmi su cose abbastanza urgenti della mia vita, come il ritrovare un posto nel mondo. Come scrittore ho raggiunto successi inimmaginabili. Sì, più di 10 milioni di lettori nel mondo chi li raggiunge se non un capolavoro da premio nobel della narrativa mondiale come le “50 sfumature del nulla”?

Ecco perché ho cancellato tutti gli account delle reti sociali, oltre al fatto che ho proceduto alla cancellazione perché i miei dati sono stati venduti senza il mio consenso a oltre 800 compagnie gratis per me e con introiti per zio Mark e zio Elon, e anche la newsletter scaduta la rinnoverò in maniera che nessuno debba vendere i dati di nessuno a nessuno.

Se volete iscrivervi non resta che farlo qui.

Per il resto mi sto dedicando a varie letture di Georges Simenon. Ho finito Liberty Bar proprio ieri e in genere quest’anno ho letto 9 suoi libri e sono previsti altri suoi 3 libri, inoltre sono preso da vari testi in inglese.

Quindi non so se parteciperò al NaNoWriMo, per quanto scrivendo ancora, a volte con intervalli di una settimana o un mese senza riuscire nemmeno a fare un articolo per il blog, non saprei, perché il mio NaNoWriMo è in essere 12 mesi all’anno.

Non aggiungo domande, perché di solito nessuno risponde. Farle è un po’ come comportarmi come quei pazzi che per strada parlano ad alta voce da soli. Stessa cosa per l’unica rete sociale dove comunico, Mastodon, mi staccherò e mediterò. Nessuno si accorgerà della mia assenza.

Le uniche due persone che si sono rese conto della mia cancellazione dalle reti sociali mi hanno contattato in privato e abbiamo parlato. Il resto vuol dire che nemmeno se ne è accorto o non è che importi loro più di tanto.


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