
Molti, nel 2025, saranno dell’idea che il web è il posto dove si va su un ben preciso motore di ricerca (il quale ci profila) e tramite esso si cercano le cose sul web. Come se non esistessero alternative, o “luoghi” dove arrivare direttamente senza intermediari. Come se il web fosse noto solo a tale motore di ricerca e basta. Conosco persone che per non scrivere l’indirizzo di siti come Facebook, lo cercano su Google e fanno clic sul link del primo risultato ottenuto arrivando così a destinazione. E credono davvero che sia il metodo più semplice. E poi da Facebook si cercano altre cose, notizie. Il che fa sorridere. Visto che Facebook non crea notizie ma preleva i vostri dai personali per venderseli e far allenare le loro IA.
Non è così che funziona, non è così che funziona internet. Non è con 800 cookie di profilazione su ogni pagina che deve funzionare il web. Non era così quando è nato. I cookie nemmeno esistevano.
In realtà, il World Wide Web è diventato così quando le grandi aziende hanno iniziato a infarcire di pubblicità ogni angolo di internet, inoltre, se non sei dentro l’algoritmo non esisti, perché se hai un sito web e l’algoritmo non ti indicizza, non esisti.
Un po’ come coi libri sui portali dei grandi store. A volte li cerchi anche per titolo e, nonostante siano nel catalogo, non vengono mostrati perché non vendono abbastanza o non vendono proprio, per cui sono considerati elementi di peso zero e, per tanto, l’algoritmo decide che quei libri, pur essendo parte del catalogo, non devono essere mostrati se non dopo pagine e pagine, forse.
Prima di tutto ciò esisteva un modo semplice per collegare i siti: i webring. Ovvero luoghi virtuali messi insieme da un tema comune e organizzati in un cerchio virtuale dove ogni articolo ospitava un link per passare al sito del webring successivo o precedente. In questo modo si scoprivano contenuti dello stesso genere, senza che vi fossero algoritmi a decidere se mostrarli o meno, se catalogare o meno quel contenuto.
Oggi, invece, il web del 2025 è costituito di piattaforme chiuse, contenuti tutti uguali e montagne di like per far sopravvivere il contenuto. Senza i like e i follower non esisti.
Eppure il Wordl Wide Web è composto di tante e tante cose. Ci sono blog personali su cui si riflette ad alta voce, spazi dove si riscopre l’importanza dell’indipendenza, dove si fa il passaparola per un libro interessante di un autore sconosciuto e che non è nelle classifiche dei bestseller.
Di recente sono stato invitato a partecipare al Lit/Ring, un webring dedicato alla lettura e alla scrittura in generale. Basta percorrerlo per ritrovarsi tra le pagine di siti e blog dove l’argomento è comune, ovvero la lettura, la scrittura. Se il tuo spazio ha qualcosa di riguardante questi stessi argomenti, potresti entrare anche tu a fare parte dell’anello. Pensaci.
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