
Ho provato spesso questa sensazione: la magia del desiderio. Dove? Quando sono stato a Londra all’Old Spitalfields Market, un luogo quasi magico, direi, ma non per motivi straordinari o particolari. È un angolo di consumo, di consumismo, se vogliamo. Un posto dove vendono di tutto e di più e dove è difficile allontanarsi senza aver comprato un qualsivoglia oggetto, aver assaggiato prodotti culinari o dolci. Ma almeno non siamo di fronte ad aziende che battono cassa sul web accumulando migliaia di euro al minuto a botte di clic. È un tipo di consumismo diverso. Non va ad arricchire i soliti noti.
All’Old Spitalfields Market si trovano colori, arte, odori, sapori, cultura. Vestiti, felpe, giubbotti, cappotti, camicie, magliette, di vari prezzi e di varie fantasie, per me irresistibili e, quanto meno, osservare è piacevole, ci si ferma sui dettagli, su lavori manuali molto ben fatti, si nota la qualità dei prodotti, come magliette al 100% di cotone con fantasie e disegni originali, tutine per neonati con scritte molto carine, per esempio, ma l’Old Spitafields Market è un mercato ampio, come dicevo.

Mi piace girovagare, osservare, farmi colpire da oggetti, da colori, da sensazioni. Per esempio, nel mio ultimo viaggio si era praticamente rotto quello che era lo zainetto che mi ero portato dall’Italia per andare in giro per Londra, dove vi ponevo dentro la macchina fotografica, l’ombrello, il lettore e-book e un fumetto, poi, a seconda della temperatura, una felpa e un altro giubbotto, tra l’altro comprato anni fa proprio in questo mercato. Metti roba dentro, toglila e mettila, lo zainetto pagato 12 euro e, lo ammetto, di plastica e di qualità industriale molto scadente è durato meno di una settimana.

Tra il girovagare mi sono imbattuto in una bancarella di zainetti di cotone, spessi, e di una qualità che a occhio e al tocco mi sono reso conto essere molto migliori. Quello che avevo io, come detto, tempo 24 ore e sarebbe ceduto del tutto. Si stavano allargando le parti incollate e mi sarei ritrovato per strada a maledire il giorno in cui lo avevo comprato, con tutta la roba che magari mi sarebbe caduta a terra in un tipico giorno di pioggia londinese.
Alla bancarella ho individuato un possibile sostitutivo e tempo 5 secondi la mente aveva già preso la sua decisione. Ho trattato col venditore, aveva vari modelli di vari prezzi e ho scelto un prodotto a un prezzo un po’ più basso – ma sempre di ottima qualità – e tra un’offerta e l’altra durante la breve compravendita ho proceduto con l’acquisto.
Eppure non è l’unica cosa che quel mercato offre. In momenti in cui mi era necessario ho comprato anche un giubbotto, perché non ero esattamente attrezzato alla temperatura. Anche d’estate, a Londra, le temperature sono basse. Venerdì scorso, per esempio, al risveglio, intorno alle 7:30, c’era un bel sole e 13 °C, in piena estate.
Il mercato è ricco di cose realizzate da artisti indipendenti molto bravi e professionali. Ci trovate dipinti su tela, calendari, magliette non sintetiche con belle fantasie, personalizzate, di tutto e di più. Orologi digitali e analogici molto molto carini. Ce n’era uno che mi sono “corteggiato” per giorni da un cinese da cui, negli anni, ho comprato varie cose molto sfiziose e belle da mettere sul comodino accanto al quale dormo.

Se ci penso bene, è anche un modo per portarsi via piccoli pezzi della città producendo così un legame materiale, pensando magari al momento in cui si sono comprati. Momenti speciali perché ero a Londra, ero in un momento piacevole della mia vita, e non per chissà quali motivi particolari o eccezionali. Uno zaino, un orologio, una maglietta, una felpa possono essere toccati e riportare alla mente una giornata londinese piena di sole e di un cielo azzurro. Quel mercato, poi, è pieno di vita, di curiosità.
L’orologio preso analogico è una bicicletta nera con cifre enormi che girano, senza lancette, un po’ come quegli orologi che vedi nei film degli anni andati.

E poi la bancarella dei libri. Aiutoooooooooooooo! Lì c’è sempre il panico perché è davvero impossibile non avvicinarsi a sbirciare i titoli per diverso tempo, prendere il volume tra le mani e leggere le prime parole in inglese che danno vita a una storia, non si può spostarsi da lì senza aver preso un paio di volumetti. In inglese? Sì, in inglese. Sto facendo sempre più pratica. Alla fine, bisogna lanciarsi, iniziare a leggere in inglese, per capire che se all’inizio è difficile poi pian piano può risultare meno ostico. Certo, dipende anche dal libro che si va a comprare.

Il desiderio arriva sempre da ciò che vediamo. Osserviamo, veniamo bombardati da emozioni, da colori, da odori, come lo street food che c’è lì, e alla fine cediamo all’istinto. In realtà, in alcuni casi specifici, credo che si sia già deciso di prendere qualcosa. Quel bel dolce con le fragole mi è passato sotto agli occhi almeno 20 volte, per non parlare del carrot cake, e ho iniziato a desiderarlo sempre di più, pur sapendo che dai dolci è bene stare lontani, in particolare ora che seguo un preciso e rigido regime alimentare. Però mentre lo assaporo non ne sono pentito, tanto non mangerò dolci nei prossimi giorni, per molto tempo.

Il desiderio di possedere cose inutili
Tutto ciò che compriamo è assolutamente indispensabile?
Il desiderio di possedere cose inutili a volte è dietro l’angolo, è impossibile da tenere a bada. Non so, ma anche stavolta porto a casa 5 libri di fantascienza e non. Uno di questi ho già iniziato a leggerlo e spero di impegnarmi a fare la stessa cosa anche con gli altri. Leggo e imparo meglio l’inglese, oltre a entrare in storie ben fatte.
Certo, bisogna essere equilibrati negli acquisti, magari evitare grandi marche quando si puà comprare qualcosa di qualità in un mercato contrattando sul prezzo, parlando col venditore, mentre lui ti chiede di che nazionalità sei, di dove, precisamente, scegliendo una fantasia piuttosto che un’altra, un colore diverso, indossando la camicia che sembra fatta apposta per te, guardandoti riflesso nel vetro mentre la provi. Sono sensazioni del tutto diverse dal fare un clic su una pagina web di un grande store su internet e, nel caso dei libri, comprare un cartaceo ha sempre il suo maledetto fascino, non per l’odore dell’inchiostro, di cui non mi importa affatto, ma perché sto leggendo qualcosa di materiale che posso toccare, di cui vedo man mano quanto avanzo, a che punto sono dalla fine.
Sì, mercati e libri sono delizia allo stato puro, nella misura in cui non ci si lascia trascinare da un consumismo sfrenato e non necessario, ovvio. E se non si compra resta sempre la bella sensazione di muoversi tra una serie di cose gradevoli, realizzando il contatto umano, anche solo a chiedere o toccare una stoffa. Ora osservi questo, ora quello, giri e rigiri per non perderti nessuna bancarella, senti l’odore gustoso di waffle col cioccolato bianco e fragole.
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