Il titolo non è errato. C’è proprio un bel punto interrogativo alla fine.
Stavolta non so da dove iniziare. Le cose da dire sull’argomento sono troppe, quindi per evitare di essere dispersivi.
Ho trovato un test su un “network sociale” che merita il premio nobel per la letteratura per il modo in cui è scritto.
Leggetelo.
qual’è il tuo sesto senso???
ke potere hai??
1. sei sl per strada tardi ed hai paura…ke fai???
- cerki di capire ki ti passa affianco
- cerki di ammaliare le xsone x strada x farti compagnia
- ti giri ogni tnt
- sai gia ke andra tt bn
2. litighi cn una tua amika mentre ti parla ke fai=??
- hai capito gia cs pensa di te dalk suo sguardo
- sai gia cm andra a finire
- riesci cn uno sguardo a farti perdonare
- senti le persone ke vi spiano
3. quando sei triste??
- pensi a ke accadra
- vedi i film e capisci cosa pensano anke se il film nn te lo dice
- cerki di convincere tua madre ad andare alla festa
- senti se sta venendo qualkuno in casa
4. ke film prefericsi??
- dipende di sensitivi
- di poteri
- tipo harry potter
- capacita
C’è una quantità di errori grammaticali e sintattici davvero da premio nobel, oltre al fatto che non si capisce assolutamente nulla. E i network sociali non fanno altro che amplificare la tendenza a distruggere l’italiano. È naturale pensare che chi lo ha scritto non legga assolutamente nulla, oppure legga così tanti premi letterari che alla fine per protesta ha scritto volutamente malissimo tutto quanto 😀 .
Questa tendenza è crescente. Molti credono si scriva ugualmente bene con una K al posto di un CH, senza accenti, punteggiatura errata o inesistente e mille altri errori/orrori. Tanto poi si capisce lo stesso… Tremo per i docenti di lingua italiana. Cosa troveranno mai sui temi dei ragazzi di una classe superiore? Non voglio pensare nemmeno che chi ha scritto quel test non sia più adolescente. Sarebbe molto peggio.
In un film di Luciano De Crescenzo si parla della validità dell’arte. Riportando l’idea del filosofo Protagora di Abdera si dice: «L’uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono», ovvero: l’arte è arte e non è arte. Dipende dai gusti. Se una cosa a me piace non è detto che a qualcun altro possa non piacere e quindi non sia da considerare arte, ma immondizia. Poi si porta l’esempio del “cesso scassato” trovato in una villa del 3000. Salvatore diceva: “Se un muratore del tremila, sotto le macerie di una villa qualunque, troverà un quadro di quello che ha realizzato la stanza da bagno come opera d’arte, cosa penserà di aver trovato? Un capolavoro o un cesso scassato?” E il professor Bellavista risponde: “Un cesso scassato”. Ecco la scena su youtube: clic.
Venendo al test. Io credo come il professor Bellavista che non si possa considerare valida una forma così estrema. Non è arte e non è null’altro se non una cozzaglia di consonanti e vocali accostate. Certo, l’esempio è abbastanza banale. In fondo si tratta di un test trovato su un “network sociale”. Ora vengo alla parte calda dell’articolo.
È giusto considerare ignorante almeno chi usa parole come “skillato”, “customizzare”, “deploiare”, “project manager”, “scannare”, “scannerizzare”, ecc… ? È una violenza gratuita alla lingua italiana. Chi usa queste parole? Alcuni giornalisti e molti azionisti di società di “informatica” che credono che appiccicare un po’ di termini inglesi in una frase in italiano sia molto “figo” e che li renda internazionali. Oppure prendono un termine anglosassone e ne aggiungono una desinenza italiana per autorizzare il temine a essere italiano, ma nei fatti non lo è. Parlo di “customizzare”. Ogni volta che la sento un brivido mi percorre la schiena. Perché non si dice “personalizzare”? Custom, dall’inglese, vuol dire clientela, quindi “adattare alla clientela un prodotto” diventa “customizzare”… Orrore!
I responsabili delle società non si rendono conto che esistono parole come “abilità”, “personalizzazione”, “fare il deploy”, “responsabile di progetto”, “fare una scansione di un documento” che rendono molto meglio. Sono in italiano corretto e hanno senso. Quando mi si chiede: “sei skillato?” per sapere quali sono le mie abilità e quali esperienze lavorative ho, mi alzerei e me ne andrei dicendo: “Le consiglio di tornare in prima elementare o un corso di italiano serale”. La moda dell’utilizzo errato di queste parole fa il giro dell’Italia in poco. Imparare i termini errati è facile. Diffonderli lo è ancora di più. È come se per far parte di una società di informatica si debba violentare la lingua italiana e uccidere il dizionario. Un inglese non lo farebbe mai. Nemmeno un francese. Ci tengono molto alla lingua. Pensate che in Francia si traduce anche il termine “computer”.
Io non sono d’accordo con l’ignoranza gratuita. Basta, vi prego 😀 . Tutti a fare corsi di italiano 😉 .
Alla prossima.
Sn pienamente d’akkordo a metà
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ciao….questo quiz e davvero interessante
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