Si parte: la trama
Eccoci di già alla seconda puntata 🙂 . Nella scorsa dicevo essenzialmente di come ho scoperto che mentre ero convinto di scrivere una storia, in realtà ne stavo creando un’altra che divergeva da quelle che erano le mie intenzioni iniziali. Volevo una storia speciale, più speciale di quanto avessi pensato.
Stephen King afferma che in genere non ha una scaletta in mente quando scrive, ma che conosce bene o male i fatti importanti della storia e che il resto viene scrivendo. Dice che solo quando si siede al suo Mac e scrive, solo allora conosce quello che accadrà ai suoi personaggi. Ora, o mi sono lasciato condizionare, o sono fatto proprio così, ma seguo la sua stessa filosofia. Non riesco a creare una scaletta precisa precisa come se stessi scrivendo una sceneggiatura televisiva. Soprattutto all’inizio della storia, quando ancora non sai se finirai o meno. Anche io conosco i fatti importanti e il finale, il resto arriva strada facendo.
Per il mio romanzo avevo in mente questa scena che cambia le esistenze dei personaggi della storia, non solo, ma… beh non posso dirvi di più sennò sciolgo tutto l’alone di mistero. Questa arriva di punto in bianco, come è la vita. Senza preavvisi e senza la possibilità alcuna di prevederla.
La mia non è una spy story, non è un thriller, non è un noir. È la semplice storia del quotidiano, ma, soprattutto, dietro c’è l’idea di come alcune scelte nella propria vita, senza rendersene conto, cambino totalmente la direzione della vita stessa. Un po’ come in Ritorno al futuro 2, quando il viaggio nel tempo cambia un evento del passato che genera un nuovo presente e un nuovo futuro.
C’è questa famiglia fatta di persone che si sacrificano, che non vivono nell’agio, nello sfarzo o nel lusso. Hanno una loro storia passata che a piccoli tratti viene rivelata. Una storia in cui si evidenzia una chiusura al dialogo che produce una serie di conseguenze. Silenzio che sarà intervallato da amore, musica, passione, amicizia, tradimenti. Il climax sarà solo un modo di scuotere i personaggi, un modo inaspettato e improvviso di doversi reinventare, di ridefinire la propria vita in funzione di un evento che non era previsto. E soprattutto, di entrare in contatto con la realtà, dove nulla è scritto come invece lo è in narrativa, un po’ una contrapposizione. Adoro mischiare narrativa e realtà, ispirazione e fatti reali, in fondo è questo che fa qualsiasi narratore, a meno che non si stia scrivendo di fantascienza, fantasy o horror.
Il genere di storia ha influenzato anche lo stile, il punto di vista, ma questo lo vedremo nella prossima puntata. Ancora interessati al mio romanzo? 🙂
Alla prossima.
Certo. Vediamo cos’altro ci racconti 😉
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