Perché non partecipo a premi e concorsi

In genere uno scrittore deve partecipare a premi e concorsi, mettersi in gioco, giusto?

L’unico premio a cui partecipo convinto è il Premio Italo Calvino. Vi ho partecipato l’anno scorso con un romanzo e vi ho partecipato quest’anno con un altro romanzo. Ritengo questo premio costoso, sì, ma un vero trampolino di lancio per un autore e, soprattutto, perché in ogni caso forniscono una scheda di valutazione dell’opera e, in caso di vittoria, sono soddisfazioni. Be’, sono soddisfazioni a prescindere.

Perché non partecipo ad altre iniziative?

Perché sono quasi tutte a pagamento, poco note, e perché nel 2009 fui truffato (appena 10 euro ma fui truffato) da una pseudo casa editrice. Ma all’epoca non lo sapevo.

Oggi ero alla ricerca di un premio e mi è balzato all’occhio il Premio Chiara. Per le raccolte di racconti editi bisogna inviare 12 copie della raccolta. Non è un errore di stampa. Leggasi articolo 3 del bando:

Gli Editori e gli Autori che intendono partecipare al Premio Chiara 2013, dovranno far pervenire entro venerdì 3 maggio 2013, 12 copie del libro alla segreteria del Premio: Associazione AMICI DI PIERO CHIARA, Viale Belforte 45, 21100 Varese (orari da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 14.00), unitamente alla scheda di partecipazione debitamente compilata qui allegata.

A questo punto ho sorriso e deciso. Non parteciperò mai ad alcun premio, nemmeno ci penserò più. Solo Italo Calvino e basta. 12 copie di “Deve accadere” più la spedizione costano troppo. Facendo due conti potrei arrivare anche a 100 euro. Certo il Calvino mi pare sia costato di più quest’anno, ma per l’appunto già ho dato per un premio di simile impatto economico.

Onestamente? Meglio fare altro. Nel 2013 andrebbe richiesto l’e-book e non 12 copie del cartaceo. Se propio lo si vuole massimo due copie. Veramente non ho parole. Ogni tanto vorrei essere smentito, ma non c’è nulla da fare. La gloria e la fama sono destinate a poche persone. Meglio così. Non mi sento pronto a vedere la mia foto sui principali quotidiani della nazione, sapete, per certe cose sono ancora troppo timido, troppo emotivo.

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5 pensieri su “Perché non partecipo a premi e concorsi

    1. Be’, si partecipa per partecipare, ma si sa bene che se non si manda un romanzo già editato da un professionista e già lavorato e pronto e non si ha molta fortuna è difficile. Sono più di 600 persone. Si partecipa per partecipare, per sognare. Io ci ho provato, così tanto per farlo. 🙂 Qualsiasi cosa ne sarebbe venuta era un dippiù.

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  1. Ciao Giovanni, anch’io ho partecipato al Calvino, non ho avuto fortuna ma almeno la soddisfazione di essere letto e di ricevere una risposta chiara. Se permetti aggiungo che chiudere le porte per un’esperienza negativa mi trova in disaccordo… sai bene quanti bocconi amari e fregature ci capitano in tutti i campi. Non si può rinunciare per questo, semmai perchè si crede che quella strada sia sbagliata.

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    1. Sì, il Calvino è tostissimo e già poter avere qualcosa da mandare è un passo, poi ricevere una scheda di valutazione da loro non ha prezzo. È chiaro che non è assolutamente facile passare, essere segnalati perché l’opera non poteva essere tra i vincitori, ma valeva. Lo so bene. Gli altri concorsi così spudoratamente a pagamento e le fregature mi fanno incazzare non poco. Diventano editoria a pagamento se vogliamo. Non è che non credo in quello che scrivo, ma non mi piace questo strato di melma che ruota intorno all’editoria. Si fanno soldi a raffica in modi legalissimi, ma io sono un’idealista lo sai. Non posso tollerare questo stato di cose e forse per questo che non diventerò mai un autore blasonato, so bene i compromessi che devi fare per arrivare a certi livelli, almeno immagino. Preferisco la strada ancora più in salita dell’autore indipendente. Se ci riesco… Un po’ decadente se vogliamo, uno scrittore d’altri tempi come carattere, ma son fatto così, forse un giorno qualche soddisfazione me la toglierò lo stesso. In fondo per ogni cosa conta il modo in cui ci si pone e cosa è possibile tirarne fuori di buono, capire cosa ti può soddisfare in quel qualcosa in cui credi. La strada è sempre in salita. 🙂

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  2. Purtroppo si sa chi vince i concorsi seri per libri editi in Italia. Se sei indie, non hai alcuna speranza. Io non li prendo proprio in considerazione. In generale sono d’accordo con te sul fatto che voglio avere meno contatti possibili con certi aspetti dell’editoria tradizionale. Sono indie proprio perché ho deciso di non farne parte.

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