Come dice Barbara Businaro nel suo articolo, la seconda settimana del NaNoWriMo è la più tosta.
Iniziare a scrivere qualcosa lo si fa facilmente. Senza idee precise si possono anche scrivere un po’ di pagine. Se si riesce a ritagliare un po’ di tempo si regge per sette giorni e si arriva a 7*1667 parole, ovvero 11’669 parole, forse nemmeno se non si hanno un minimo minimo di idee chiare e il tempo.
Metti che ti ammali, oppure che ti viene una settimana intensa di lavoro e la sera sei uno straccio che l’ultimo dei tuoi pensieri è metterti davanti al Mac al tuo computer Linux a scrivere. Sei stanco, non ti verranno nemmeno le idee. Al limite vuoi goderti di un paio di puntate di Suits su Netflix, o di The Good Wife, o di Hill House, oppure di tutte quelle serie straordinarie che poi ti fanno venire una voglia matta di scrivere.
Se poi consideri la seconda settimana dove arrivi a metà dell’opera, ovvero 15 giorni e 25’000 parole, le cose si fanno davvero toste. Bisogna avere un minimo piano.
Anche perché è stata tosta. Arrivare a produrre minimo 1667 parole ogni giorno per 15 giorni non è stato così immediato. Ci sono state sere che ne ho prodotte 1’000, poi mi sono detto: “Ti prego fanne altre 700-800 altrimenti poi domani come se ne fanno 2700?”.
Devo dire che il quinto volume de “Le parole confondono” prosegue bene o male grazie a questa interessantissima sfida. Il NaNoWriMo prevede di mettere insieme la bozza di un romanzo con 50’000 parole da scrivere in 30 giorni, dal primo a trenta novembre.
Sto conoscendo meglio Andrea Marini piccolo e Andrea Marini nonno, soprattutto quest’ultimo.
Scrivendo questa parte della storia del “Le parole confondono” sto affrontando passo passo le motivazione del nonno di Andrea, raccontando della sua storia personale e del legame con suo figlio e suo nipote. I rapporti tra padre, figlio, nonno e nipote non sono mai così scontati e sono sempre abbastanza difficili tranne rarissimi casi, ovvero in quelli dove il dialogo è parte viva del quotidiano e dove le persone sono già molto mature, ma per arrivare a certi livelli bisogna affrontare difficoltà, bisogna saper leggere dentro di sé e relazionarsi col mondo, con gli amici, coi propri affetti e si deve saper combattere coi propri fantasmi interiori, quelli che ciascuno di noi si porta dentro per un piccolo o lungo periodo che possa essere.
Con l’inizio della terza settimana le cose si fanno ancora più toste. Si annaspa.
Nel grafico sottostante le mie 30’035 parole insite poco dopo la mezzanotte tra domenica e lunedì, ecco perché porta che la media è inferiore a 1’667 parole per giorno e dice che finirò il 2 dicembre. Non sono state ancora conteggiate quelle che produrrò entro stasera.
Riuscirò a concludere? E, ammesso di farcela, non è detto che qualcuno mai ne leggerà 😉 .
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Grazie, mi sento meno sola con la stanchezza! 🙂
…metti anche che il sabato sei a Bookcity tutto il giorno, e ci tieni, non puoi saltare, e la domenica (che pensi di recuperare tutto l’arretrato) la passi a litigare col provider perché il sito ha problemi di memoria ed è down.
Sono 3500 parole indietro e finirei al 5 dicembre. Uffa.
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Io il weekend mi dedico a Netflix 😃. Mi sono fatto un po’ di bingewatching con Suits stagione 6 😜
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