Correva l’anno 2020, ecco il 2021

Foto di The Lazy Artist Gallery da Pexels.

Correva nel senso che ora il 2020 non c’è più. Ma il senso di passare da un anno all’altro è naturalmente una convenzione. Si deve pensare di chiudere un libro e aprirne un altro. In realtà lo si può fare in qualsiasi momento, anche ogni sei mesi si potrebbe concludere il proprio “anno”.

In base a delle autovalutazioni si dovrebbe capire cosa si è fatto, cosa non si è fatto, cosa resta da fare e cosa si riuscirà davvero a fare. Centinaia di guru scrivono centinaia di articoli su quello che hanno fatto di positivo e cosa faranno di positivo, eccetera, eccetera. Non è che uno deve piangersi addosso, è chiaro, ma dovrebbe considerare i limiti e la realtà. La propria realtà sociale, la propria realtà economica e la nazione a cui appartiene, per certi progetti, ovviamente non per ogni cosa. Ma, soprattutto, tante persone sanno cosa faranno in questo anno e importa a così tanti altri dei loro piani?

Certi articoli non servono a granché visto che non è necessario che qualcuno ci dica cosa dovremmo fare. Se uno si siede a tavolino e fa delle valutazioni oneste con se stesso ci arriva anche da solo a capire cosa va e cosa non va nella propria vita. Il problema è quello di trovare una gran forza di volontà e stimoli forti per spingersi a cambiare le cose. Il segreto è quello. Se uno è felice, se si aprono possibilità, poi tutto torna a girare, non servono articoli in cui si leggono delle esperienze degli altri. Potrebbero anche servire, magari a chi si sente del tutto disorientato e ha bisogno davvero di un punto di riferimento in qualcun altro. Ma io sono molto scettico a riguardo.

Il buon anno nuovo di certo non lo faranno tutti. Ci sono i terremotati di Amatrice che 4 ANNI fa, non certo 4 SETTIMANE fa, hanno perso casa e da 4 ANNI sono stati dimenticati e abbandonati da tutti quei giornalisti che in questi mesi si chiedevano non i cittadini ma gli Italiani cosa dovessero fare per il covid e per la credibilità del governo. E intanto tutti quelli che dissero “non vi lasceremo soli”, poi soli li hanno lasciati. Non fanno più notizia, scarichiamoli, tanto a chi vuoi freghi?

Perché così funziona. Buon anno nuovo e poi ognuno a farsi gli affari propri anche quando ci sono persone che ricoprono un ruolo istituzionale che impone, invece, di farsi gli affari del prossimo, ma tant’è che l’unica cosa che conta per un politico è la poltrona e il mese che va e viene per il suo bellissimo ricco stipendio ottenuto con inganno elettorale nei confronti del cittadino.

Il 2020 ha scritto una brutta pagina della storia. La gente ha tirato fuori il peggio di se stessa, l’egoismo allo stato puro, si è arraffata tutto l’arraffabile a discapito di chi doveva avere aiuti veri e nulla ha avuto. E i giornalisti? Sono diventati sempre più sciacalli, facendo manipolazione dell’informazione, diffusione di informazioni inesatte (magari persino inventate) con lo scopo di fare SCOOP. E non si parla di piccole testate, ma di grandi giornali nazionali che rivendicano il diritto al buon giornalismo. Peccato che non lo conoscano, il buon giornalismo. Nemmeno per sbaglio.

Io non mi sono ripreso del tutto da questo anno funesto, ho notato che sono un po’ tanto stanco. E pensando a questa cosa mi viene in mente la pubblicità sulla metro di Londra: “Sei stanco di essere stanco?”. E io annuisco.

Però qualcosa ho concluso. Quest’anno mi sono dedicato ad alcuni corsi su tecnologie varie come Docker, Kubernetes, linguaggi di programmazione come nodejs, python, Android. Devo completarne qualcuno, devo iniziare un corso su AWS che ho già comprato. I corsi mi mettono di buon umore. Imparare cose nuove, fare esercizi di programmazione, anche difficili, è divertente, mi fa tornare in mente quando ogni nuova versione di kernel Linux me lo compilavo da me su Slackware. Bei tempi.

Ho letto circa 24 libri quest’anno che è appena passato. Come scrittore, invece, ho vinto il NaNoWriMo di novembre 2020 aggiungendo circa 10’000 parole al mio romanzo, l’ultimo del ciclo “Le parole confondono”, e mi sono ritrovato con 9 racconti del ferragosto scritti. Di questi 9 alcuni sono proprio conclusi, altri sono da rivedere – nel senso di fare alcune regolari revisioni – e altri necessitano di proseguire o di scriverne il finale. Non saranno solo 9 perché ho idee che non sono state ancora messe nero su bianco. Ma da qui ad agosto c’è tempo. Non smetto di scrivere. Ci sono periodi in cui scrivo molto meno, diversi periodi in cui lo stress mi incarta. La scrittura è un demone che necessita di molto tempo, calma, concentrazione. E non sempre riesco a farcela.

Chiudere un romanzo o un racconto necessita di un certo sprint. A volte è divertente, altre volte molto faticoso. Chi dice che scrivere sono tutte rose e fiori forse non sa scrivere davvero. Il concetto romantico della scrittura illude molto. C’è addirittura gente che loda le case editrici e dice che sono loro che devono selezionare, però appena ti ignorano o non ti vogliono pubblicare allora diventano tutti paladini del self-publishing e addirittura esperti di self-publishing. Wow.

Questo 2021 vorrei studiare e concludere i corsi che ho comprato e arrivare ad aggiungere nel mio curriculum le nuove abilità, poter portare a termine un paio di applicazioni Android, magari trasferirmi all’estero, se il desiderio resta e se sarà possibile. Ma nutro dubbi rispetto al trasferimento in quanto all’improvviso tutto precipita, si chiudono le rotte aeree, si aprono nuove restrizioni in uscita dal paese e in arrivo in quello nuovo (auto-isolamento, auto-quarantena, tamponi in ingresso, in uscita, ecc…) e viceversa pure per il ritorno verso il tuo paese. L’Italia nonostante si rispetti tutto quanto si dice ai cittadini, poi li tiene fuori dalla porta e a loro spese. Perché? Eh, be’, perché hanno cambiato idea dalla sera alla mattina. Quindi ti passa anche solo la voglia di immaginarlo un viaggio. Oramai non c’è più la voglia. Come si fa, non so, a prenotare qualcosa per lavoro o non da qui a marzo o a maggio? O anche per dicembre 2021. Non si sa cosa accadrà domani!

Vorrei concludere il romanzo del ciclo “Le parole confondono” e magari pubblicarlo. Pubblicare a puntate in un solo e-book su Google Play Libri e Apple iBookStore questi racconti di ferragosto, magari anche altre cose finite, ma, soprattutto, vorrei essere felice, spensierato, passeggiare accanto al Round Pound e guardare le anatre, le oche, i bambini sorridere. D’altra parte, il 2020 l’ho potuto concludere, mi è andata meglio di altre persone. Non mi posso proprio lamentare.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.