
In “La casa dei Krull”, questo capolavoro di Georges Simenon, si respira un’aria particolare, la storia non sembra una delle tipiche storie che si possono trovare per caso consultando un catalogo di libri, è molto meglio.
Basta poco per immergersi nella lettura. Già dalle prime righe vediamo che i dettagli non sono elementi messi a caso, ma sono dei potenti collanti nei confronti dei personaggi e dei loro atteggiamenti, della loro caratterizzazione, rendono il tutto tridimensionale, creano una ambientazione vivida: la immagini, la vedi, osservi l’interno e l’esterno della casa dei Krull, le scale, Hans, Anna, zia Maria.
Lo stile con cui è scritto ti fa vivere sulla pelle il dramma degli stranieri (i Krull sono tedeschi) che fanno di tutto per adattarsi alla terra straniera (si sono spostati anni or sono in una zona della Francia) ma senza riuscirci fino in fondo.
In effetti è difficile farsi accettare. La primissima scena mostra Hans che si ferma davanti alla casa dei Krull, sembra quasi una pennellata, una carrellata di una bella pellicola cinematografica come non se ne fanno più.
Dopo un po’ tempo che Hans va in giro con la cugina, o da solo, si verifica un omicidio più o meno davanti casa loro e i primi a essere messi alla gogna, che sia vero o meno, sono quelli che non sono della propria terra.
Ho letto altre cose di Georges Simenon e questo romanzo mi è piaciuto molto per lo stile, per i dettagli, per la vitalità e la dovizia con cui mette in scena la storia. Un lettore superficiale direbbe che non succede nulla, per non parlare del finale strano, ma un lettore attento, invece, capisce che è oltre la superficie che Simenon crea un piccolo capolavoro.
Difficile trovare altre storie come questa per caso in uno store on-line. Lo consiglio ai buon intenditori, ai lettori forti.