Il 23 giugno scorso Morena Fanti  ha annunciato sul suo blog un gioco scrittorio. Ha presentato 5 incipit dai quali si sarebbe dovuto sviluppare un racconto. Io ho partecipato e inviato il racconto.

I testi saranno presentati in forma anonima due per settimana e, alla fine, si sveleranno i nomi degli autori dei testi. Chiaramente l’anonimato era necessario per permettere di commentare non in base all’idea che si ha della persona che ha scritto il racconto, ma per quello che è il racconto.

Non ho idea di quando verrà pubblicato il mio racconto, ma potete leggere il primo testo pubblicato qui.

I testi in concorso sono 8. Buona lettura.

Ecco i 5 incipit:

1. «Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse». Ray Bradbury, Fahrenheit 451, 1953.

2. «Di Marianna mi invaghii quella prima volta che la vidi. Quando pensavo che fosse la commercialista.
Dallo spioncino della porta la vedevo camminare verso il suo appartamento. Portava quelle scarpe con la zeppa di corda e i lacci avvolti alla caviglia – quella caviglia! – e una gonna al ginocchio, in jeans».

3. «L’amore, che dire, se ne parla tanto, ma non credo di aver usato spesso la parola, ho l’impressione, anzi, di non essermene servito mai, anche se ho amato, certo che ho amato, ho amato fino a perdere la testa e i sentimenti». Domenico Starnone, Confidenza

4. «Alice cominciava a sentirsi molto stanca di rimanere seduta sullo sgabello accanto a sua sorella senza fare niente». Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie. (con qualche licenza)

5. «Che dio non esiste l’ho saputo il 12 novembre del 2003, quando Stefano è morto con l’esplosione di quel dannato camion cisterna, per mano di bastardi schifosi che sapevano prima di me della non esistenza di dio, gente che non ha mai neanche pensato che ci fosse un Dio.
Stefano non era un soldato, era solo un regista di film e l’autore della mia vita».

Secondo voi quale dei 5 incipit ho prediletto?