(Riporto un vecchio articolo scritto nell’altro mio blog)
Chi non conosce l’inglese a sufficienza da tradurre il titolo?
Va bene, lo traduco ugualmente: “Dobbiamo tornare indietro, Kate! Dobbiamo tornare indietro!”
Ma tornare dove? Chi parla? Chi è Kate?
Guardare in inglese Lost è un’emozione forse ancora più elevata che goderselo in italiano. La frase pronunciata dal personaggio di Jack è piena di passione, di rammarico, di paura, di incertezza. Si chiede come sia potuto succedere tutto ciò che è successo e alla fine si convince che è possibile porvi rimedio. Jack è un medico. Non crede nei miracoli, ma solo nella scienza, eppure alla fine capisce che l’isola è qualcosa che cambia tutte le regole e le convinzioni della sua vita. Ha assistito a eventi e fatti che ha cercato in tutti i modi di razionalizzare, ma non ci è riuscito e alla fine ha accettato i fatti. Kate, dobbiamo tornare indietro, le dice convinto. Ha cambiato idea.
Destiny Calls. Il destino chiama.
“Do you think we crashed on this place for a coincidence?” dice Lock a Jack. Pausa. “It’s destiny.”
Questo è quello che si dicono i due personaggi cardine della serie televisiva nel video promozionale che impazza sia sul sito della ABC che su youtube.com . Cercatelo come “The fray You found me” su zio Google.
Jack è risoluto a tornare alla sua vita. A quello che era della sua vita prima del disastro aereo, ma John gli chiede secondo lui perché si siano schiantati con l’aereo sull’isola. Jack crede che sia successo e basta, ma John è convinto che sia una questione di destino. Tutto avviene per un motivo preciso, nulla è lasciato al caso, tutto ha un senso preciso. Ritrovarsi su un isola. Vivo dopo un disastro aereo. Vivo e doppiamente miracolato. Perché si viene a sapere che prima dell’incidente John aveva perso la funzionalità delle sue gambe. Doppio miracolo. Sopravvisuto al disastro aereo e riacquistato la mobilità delle sue gambe. Come non si potrebbe credere nei miracoli? E nel destino?
“Why all this has happened?” si chiede Jack davanti la bara di John. Alla fine della quarta stagione di Lost. Gli ultimi secondi dell’ultima puntata. Perchè è successo tutto ciò?
“It’s happened because you left, Jack. All of you have to go back.” Risponde Ben Linus con una pronuncia chiara e pulita e con un accento che lascia trasparire quanto lui creda in ciò che dice. L’attore che ricopre il ruolo di Ben è bravo e interpreta in modo eccellente il personaggio. È successo perché hai abbandonato l’isola, Jack. Tutti voi dovete ritornarvi.
Le storie di Lost ti prendono. Sono rinchiuse in quei quaranta minuti in maniera precisa e condensata. Ogni singola scena ha un significato preciso che non viene rivelato subito. Per sapere come John perde la funzionalità delle gambe, per esempio, bisogna attendere la terza stagione. Non ti si può dire tutto e subito. Ogni rivelazione a suo tempo.
E nella quarta si aggiungono tutta una nuova serie di domande che si spera vengano risposte nelle ultime due serie. La quinta e sesta. Infatti pare che ci siano storie per solo altre due stagioni televisive fino al 2010 o 2011, ora non ricordo precisamente.
Gli interrogativi che ha lasciato la quarta stagione
Jin è davvero vivo? Come si è salvato? Perche Sun non lo sa? Che fine ha fatto David? E l’isola? Dove si è spostata? Cosa è successo dopo il ritorno in patria dei sei dell’Oceanic? Come mai Ben si è ritrovato nel deserto dopo aver spostato l’isola? Come mai Charlotte conosce la lingua koreana? Perché Miles sente la presenza dei non più vivi? Come mai lui sa che Charlotte era già stata sull’isola in precedenza? Perchè e come è morto John Locke? Come mai lo chiamano Jeremy Bentham? Chi è Jacob? Potrei continuare ancora a lungo, ma non ha senso 🙂 .
Le donne di Lost
Come sono le donne di Lost? Tutte belle ragazze, tutte belle donne, forti, decise, determinate e per nulla insicure. Le mie preferite? Beh, tutte. In modo speciale Penny Witmore e Juliet Burke. Bionde e belle. Penny ti ispira dolcezza, romanticismo e tanto amore. E non a caso la storia d’amore tra lei e Desmond è molto intensa. Lui sempre incerto del suo amore per lei, insicuro dei sui passi e lei è una donna forte che ama e che lo ama fino ad attenderlo per otto anni senza sapere nulla di dove fosse finito. Alla fine è grazie a Penny che i 6 dell’Oceanic si portano in salvo, perché lei cerca il suo amato con tutti i mezzi che ha e ci riesce. Una scena davvero molto commovente quando Penny e Desmond si rincorrono sul ponte della nave e si riabbracciano e lui le promette: “Non ti lascerò mai più, Penny”. 🙂
Juliet la vediamo la prima volta nella serie TV tra le fila dei “cattivi”, degli “altri”, nessuno si fida di lei, poi alla fine lei riesce a colpire Jack e tutti, compresi noi spettatori. Tutti ci fidiamo di lei. Jack è “diviso” tra lei e Kate e Kate lo è tra Jack e Sawyer con cui ha condiviso un segreto. Infatti sempre nelle ultime puntate della quarta serie lui le chiede un favore, poi si lancia in mare per permettere all’elicottero di arrivare alla nave che alla fine avrebbe dovuto portarli in salvo, ma… Certo guardando Lost c’è sempre un MA 🙂 . In realtà le persone che sono arrivate sull’isola non hanno il compito di salvarli, ma di portare indietro Ben Linus e di uccidere tutti gli altri. Il segreto tra Sawyer e Kate non ci è completamente svelato, anzi ci è solo accennato. Pare che Kate debba ritrovare qualcuno per lui e dirle o dirgli qualcosa.
Eppure pare che Jack e Kate si amino l’un l’altra. Tra mille difficoltà tutti i personaggi trovano la loro via, la loro strada, si redimono, si rimettono in cammino, si rivelano. 🙂
L’isola
We have to go back, Kate! Devono ritornare indietro perché sono successi una serie di fatti terribili che sono associabili al fatto che loro hanno lasciato l’isola.
Fantastico l’effetto dell’isola che si sposta. Credo che solo in quel momento il personaggio di Jack smette di rifiutare quanto gli dice John. Locke infatti chiede a Jack di restare, ma se andrà via dovrà mentire su tutto quanto per salvare l’isola.
“È solo un’isola, John”.
“No, non è solo un isola, Jack. È un posto dove avvengono i miracoli. Se non mi credi ora, dovrai, quando vedrai ciò che sto per fare.”
Si riferisce allo spostare l’isola. Jack rifiuta questa verità in maniera razionale fino alla fine. Nega che l’isola si sia spostata, ma Hurley gli fa notare che, a meno di una spiegazione più che plausibile, non c’è altro da dire: “l’isola si è spostata. John l’ha davvero fatto.”
I rapporti tra Jack e John diventano bruschi alla fine della terza stagione. C’è una divisione tra chi seguirà l’uno e chi seguirà l’altro. Forse questo evento eccezionale ha rimesso a posto le cose tra di loro? Chi vivrà vedrà.
Come andrà a finire?
Certo appassionarsi così a Lost è quasi da folli. E poi le isole non si spostano. Ok, ma la sospensione dell’incredulità resta. In un corso di scrittura creativa quando parlano di “sospensione dell’incredulità” si riferiscono al fatto che tutto quello che si narra, anche se non razionale, anche se fantastico (come Lost o The X-Files o Ritorno a futuro, ecc…) deve seguire delle regole che vanno rispettate e queste devono essere tali da essere coerenti con la narrazione e non devono lasciare il lettore spiazzato con la rottura del patto fatto durante la narrazione, ovvero la violazione di detta “sospensione dell’incredulità”, ovvero non si può inventare un qualcosa che non ha senso alcuno e che non si lega alla logica seguita fino a quel momento. Le regole implicite sono state date al principio e il loro rispetto distingue le narrazioni di serie A dai pasticci passati come buona narrativa. Non so come possano giustificare una cosa simile, e forse è meglio che non la giustifichino, non c’è alcuna possibilità reale per un fatto del genere, le isole non si spostano ma ci sono tutti gli ingredienti per non abbandonare la serie televisiva. Che l’isola si sia “vanished” va perfettamente in linea con quello che ci è stato mostrato. Spero che l’ultima puntata che vedremo, l’ultima che concluderà Lost in assoluto, non ci lasci con una grossa delusione. Quando si mette troppa carne a cuocere c’è il rischio che succeda. Non vorrei arrivare alla fine con molti punti interrogativi senza risposta e dire: “ma andate a quel paese!”. Certo è che le produzioni americane sono un po’ mastodontiche se si pensa a quelle italiane. Loro il cinema lo vivono come un’industria e si danno da fare di brutto.
Il 21 gennaio 2009 Lost ricomincia in America. Come si fa ad attendere? 😀
We have to go back, Kate! We have to go back!