Sì, quel social network lì… quella rete sociale lì… è il “male in terra” (nota le virgolette). E le cose che sono il “male in terra” sono quelle che vengono usate molto più.
Ho visto il film sulla storia della nascita di Facebook… Una squallida storia di interessi economici e forse più che di questo, di visibilità. Di potere. Il creatore voleva che tutti lo conoscessero per aver fatto una cosa bellissima che avrebbero usato tutti…
E visto che oggi sono in 500 milioni di persone quelli che lo usano non aveva tutti i torti. In quanto a privacy, poi nessuna vera regola. Nessuna protezione reale. Le foto sapete che le collezionano? E quando si crede di averle nascoste o cancellate sono pubblicamente accessibili anche a chi non è iscritto a Facebook? Quale altra scienze e intelligenza poteva derivare da uno che aveva a cuore la sua immagine piuttosto che la chiarezza e la franchezza con il suo migliore amico?
Guardatelo “The Social Network” e poi ne parliamo. Il film è fatto bene. Qualcuno potrebbe obiettare che poi il migliore amico abbia denunciato il creatore di Facebook. Era il minimo dopo il trattamento da pezza da cesso che riceve da Mark. Se fosse stato in qualche città italiana che conosco non se la sarebbe cavata con una denuncia, ma avrebbe preso tante di quelle botte che manco si immagina.
Ogni foto viene archiviata. E la gente continua a insierire foto, foto e foto. Dei figli neonati, dei figli piccoli. C’è gente che ogni sabato va in un locale e fa tipo 50-60 foto e poi le insierisce tutte e 50-60. Se volete diventare famosi, non so un cantante, uno scrittore, un attore. Potete usarlo, se volete rendere pubblici i vostri volti al mondo intero. Ma anche alla fama credo serva un limite. Naturalmente c’è chi crede che non ha nulla da nascondere e che non importa. Ci può stare, ma io dico: perché tu entità X devi prendere in giro attarverso un tuo servizio? Illudendo che la cancellazione delle info sia reale o compiuta dopo un certo tempo. Niente di più falso. Se proprio ci tieni alle mie informazioni a vita pagamele. La realtà è che secondo alcuni studi di settore si sta convogliando verso una società non più interessata ad avere una privacy, quindi Facebook si è subito adattato a tali studi 🙂 , magari anticipandoli.
La cosa che mi fa incazzare è che questi signori violano la legge italiana. Vabbè che l’Italia oramai all’estero è considerato il paese del Bunga Bunga, però vedi se il governo Italiano si è preso la briga di farla rispettare la legge o di creare delle condizioni reali in cui se uno cancella i dati dal network dopo un tempo X vengano davvero eliminati. Oggi non esiste più alcuna privacy. È una mera illusione. Dico un tempo X, magari 6 mesi o un anno. Perché ci sono casi in cui queste informazioni possono interessare organi competenti per indagini, ma poi basta. La spesa per avere macchine che immagazzinano informazioni è sempre crescente.
Ovviamente le informazioni sono il bene maggiore oggigiorno. Quello che vale più dei soldi. Facebook raccoglie informazioni. C’è la vita di 500 milioni di cristiani su internet con molti dettagli. Amici, parenti, eventi a cui partecipano, foto, foto e foto (del matrimonio, della festa di carnevale, del cenone di capodanno, …) 😀 . Facebook è la nuova anagrafe on-line di cui nessuno ci aveva parlato. E vale due miliardi di dollari, forse anche di più.
Quando si cancella una informazione, un post, un commento, dovrebbe apparire un messaggio con caratteri cubitali: “Spiacente, ma la tua informazione non verrà cancellata, ma solo resa non visibile a tutti i tuoi contatti” e se si tratta di una foto dovrebbero scrivere “Spiacente questa immagine sarà conservata a vita nei nostri archivi e resterà visibile da chiunque (iscritto e non a facebook) al seguente indirizzo URL”. Se poi andate a cercare un contatto diretto con quelli di Facebook non esiste. Vi immaginate a gestire le richieste di 500 milioni di persone? Chiuderebbero il giorno dopo.
Si potrebbe dire: “ma perché tu paghi Facebook per accedere?” . Le informazioni che si danno sono il prezzo della gratuiticità. Ricordate: oggi le informazioni hanno un costo elevato e sono le cose che valgono di più. Pensate a quello che si vede in tivù dove ci sono trasmissioni che sono diventate reality sui crimini. Trasmissinoni che fanno sciacallaggio sulla vita e sui drammi di intere famiglie, con la scusa che c’è il diritto di cronaca, ma in realtà è solo morbosità, come la definì Sgarbi. Non mi dilungo oltre sull’argomento.
Se si vuole intentare causa a Facebook bisogna farlo presso il tribunale della California. Geniale. Geniale non avere un ufficio legale in ogni nazione in cui il social network si affaccia. Davvero geniale. Gli americani sono tutti geniali. Soprattutto quando parlano di esportare la democrazia 😉 . Che, ovviamente, non è legato a Facebook, non in senso stretto, ma è una frase che ha origini americane e che si è diffusa anche in Europa 🙂 .
Alla prossima.
è interessante osservare come un social network possa essere tanto un’occasione per fare successo, per trovarsi, quanto per perdersi.
Alienante non è dunque l’oggetto in sè, ma la funzione che affidiamo a quell’oggetto.
Interessamte post il tuo 🙂 Spero avrai tempo di ricambiare la visita su Vongole & Merluzzi dove parliamo dei social network raccontando una storia di fuga ^^
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/03/15/facetrix-revolution/
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