Acquisti: i nuovi #ebook e l’autopubblicazione

Allora, dopo aver chiesto consiglio a voi lettori, mi sono deciso all’acquisto di 9 ebook, vinti tramite concorso su il Colophon di simplicissimus.it .

Li ho presi tutti insieme non perché sia avido in lettura 🙂 . Sono pure sempre nove titoli, alcuni dei quali anche molto corposi. In pratica potevo usufruire di un ulteriore sconto per essermi registrato e per aver effettuato il primo acquisto 😛 e ho approfittato.

Alla fine ho preso titoli senza DRM Adobe. Sono contrario. Non leggerei un ebook con quel DRM manco se me lo regalassero. Che vadano pure a lamentarsi della pirateria questi quattro editori. Se lo meritano. Non per dire sempre le stesse cose, ma in alcuni casi c’è da impazzire. Si va pensalizzando chi onestamente acquista i libri… E poi i prezzi… Lasciamo perdere e veniamo al dunque.

Allora, ecco l’elenco preciso delle cose che mi hanno regalato:

  1. “Lettera al padre” di Franz Kafka, Newton Compton Editore
  2. “La casa stregata” di Howard Phillips Lovecraft, Newton Compton Editore
  3. “Nanà” di Émile Zola, Newton Compton Editore
  4. “Tutto Sherlock Holmes” di Arthur Conan Doyle, Newton Compton Editore
  5. “I delitti della Rue Morgue. Il mistero di Marie Rogêt” di Edgar Allan Poe, Giunti Demetra Editore
  6. “Il Professore” di Bernardo Cicchetti, SBF Narcissus
  7. “Come l’insalata sotto la neve” di Luca Gallo, Intermezzi Editore
  8. “Il Paese bello” di Stefano Sgambati, Intermezzi Editore
  9.  “La quarta rivoluzione” di Gino Roncaglia, Laterza Editore

Ho iniziato a leggere in parallelo La quarta rivoluzione e Il professore. Quest’ultimo è scritto bene e mi prende molto. La sera non smetterei mai di leggerlo 🙂 . Purtroppo ho notato la mancanza di divisioni tra paragrafi dove c’è uno stacco nella storia. La punteggiatura include, a volte, spazi prima e dopo del segno di interpunzione, inoltre non c’è l’assenza degli spazi verticali tra un paragrafo e l’altro che rende graficamente meno appetibile l’ebook. Sarebbe tutto facilmente corregibile e renderebbe giustizia a un testo davvero ben scritto, divertente e interessante. È autopubblicato, ma mi piace molto e credo non cambierò idea nel corso della lettura.

La storia che chi si autopubblica costituisce scandalo tra gli editori, ecc… è tutta una scena. Ovvio che esitsono persone che si autopubblicano che farebbero bene a non farlo, che credono di saper scrivere e che invece fanno paura quanto non sappiano farlo. Certo, la tentazione di pubblicare è forte e uno, coi mezzi che oggi esistono, può farlo senza problemi, ma, ripeto, anche se posso diventare noiso, non è questo il caso. Il professore è un ottimo testo, migliore anche di roba che pubblica Mondadori 😉 . A volte i tempi colossali di un editore, le politiche su tutto quello che pubblica, sui gusti (perché spesso è questione solo di gusti) fanno passare la voglia anche al più bravo degli scrittori.

Chi si pubbica da sé, senza pagare editori presunti tali, ha un controllo completo su tutto: testo, distribuzione, … . E poi non ci sono costi. Se si vende si guadagna, sennò nulla. Non c’è problema con il numero minimo di copie, non c’è il problema della distribuzione in libreria, non c’è il problema delle copie invendute che vanno rese e, soprattutto, non c’è un misero 6% di diritti d’autore. Certo un testo che costa 3.5 EUR, anche se ha la percetuale molto più alta, produce un ricavato minimo. Ma chi si autopubblica a mio avviso tende a puntare alla divulgazione del testo, anche perché nessun autore, in Italia, si è mai arricchito facendo solo lo scrittore (escludendo 2-3 persone). Se uno sfrutta l’autopubblicazine vuole che ci siano quanti più lettori accedano al testo, facciano il passaparola sullo stesso, poi parliamo di un ebook, che offre tutta una serie di vantaggi non trascurabili, incluso il costo di realizzazione. In questo modo si legge di più con rischio minore (non si beccano certe sole di Ammaniti a oltre 10 EUR). Se pensiamo che alcune case editrici si riducono a mere tipografie, che inseriscono un loro marchietto e poi non fanno nulla per promuovere il testo, allora autopubblicarsi porta a una soddisfazione anche maggiore. Si può dire che tutto quello che si è fatto è frutto dei propri sforzi, della propria iniziativa. Se ci si intende un po’ di grafica, di impaginazione, di saper creare un ePUB e un PDF, si può riuscire anche bene, si può presentare il tutto con un’ottima qualità quasi meglio di una piccola casa editrice poco attenta, non vi pare? Oppure semplicemente si sceglie di autopubblicarsi per lanciare una sfida e vedere se si riesce a superarla.

Tornando ai miei ebook, con i due testi di Intermezzi avevo avuto problemi di visualizzazione sul lettore. Ho chiesto al bookstore, ma non mi ha risposto e, dopo una settimana, ho contattato l’editore e in un giorno e mezzo abbiamo risolto. Ora non ci sono più problemi per l’Asus DR-900W e in cambio mi hanno “regalato” uno dei loro testi in ebook, peccato che già lo avessi comprato in cartaceo. Mi sembrava brutto dirgli che già lo avevo letto, sarei stato scortese, così li ho accettato e ringraziati. Una casa editrice così attenta ai lettori non l’ho mai conosciuta. Davvero incredibile. Mi hanno semplicemente confermato l’ottima opinione che ho di loro 🙂 .

Alla prossima.

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9 pensieri su “Acquisti: i nuovi #ebook e l’autopubblicazione

  1. “Nanà” è un ottimo romanzo, con un finale potente, ma che non svelerò 🙂
    Di Intermezzi avevo acquistato “È tutto qui”, una serie di racconti interessanti di un giovane autore veneto.

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    1. Quello mi hanno mandato 🙂 . “È tutto qui”, ma, forse perché sono racconti, non mi sono piaciuti moltissimo, anche se in quella raccolta alcuni sono proprio belli. Vediamo se i racconti di Sgambati mi piaceranno di più 🙂 .

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    1. Quando chiesi io, circa un anno fa, preferivano il file per questioni di spazio e se leggi l’intervista che gli ho fatto capirai anche il perché. Di solito si leggono le prime 20 pagine e valutano se continuare o meno e mandare 200 pagine per posta non ha senso se l’impatto con il testo non piace. Loro sono gentilissimi se li contatti per email ti rispondono.

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  2. Io sono d’accordo con questa politica aziendale. Se io avessi una casa editrice non vorrei il cartaceo: troppo spreco di carta. Tanto dalle prime pagine si capisce se piace o meno.
    Sì, ora ricordo di Intermezzi. Feci pure io un’intervista a Chiara Fattori. Il motivo per cui non ho mandato il romanzone (lo ricordo ora) è perché mi sembrava non adatto in quanto troppo corposo. Mi pare che Intermezzi pubblichi romanzi più smilzi.

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