In questa lezione di «Scrittura Creativa» proseguiamo il discorso sul testo che si vuol scrivere.
Abbiamo capito che l’inizio vero e proprio sarà ridefinito in base alla storia stessa. Proviamo, in ogni caso, a iniziare in «media res», ovvero nel centro dell’azione.
Cominciamo da un avvio qualsiasi, quello che ci sembra più logico al momento in cui vogliamo iniziare a raccontare la nostra storia. Di cosa dobbiamo davvero raccontare?
Di una passeggiata? Possiamo soffermarci in lunghe descrizioni di prati fioriti e dal forte impatto visivo? Dipende. Se sappiamo farlo possiamo sempre provare, ma una scrittura interessante che metta al centro della storia l’ambientazione ha bisogno di motivazioni molto valide, sennò l’idea non prenderà nemmeno forma.
Le cinque domande fondamentali
Vogliamo scrivere una storia e farlo per bene? Chiediamoci innanzitutto chi è il protagonista, che cosa succede, dove e quando accadono i fatti che ci apprestiamo a narrare, perché vogliamo raccontare di questa cosa?
Ognuna di queste cinque domande introduce un lungo argomento che non può essere sintetizzato in una sola lezione. Dell’ultima ne abbiamo già trattato. Delle altre parleremo man mano.
Ci serve una trama. Alcuni scrittori iniziano a scrivere solo quando hanno tutto chiaro in mente: hanno ben definito una scaletta, anche approssimativa di tutta la storia, conoscono bene il protagonista, il luogo e il tempo dove si svolge l’azione e sanno cosa vogliono da questa storia. Hanno fatto schede dei personaggi, dei luoghi, si sono documentati (in alcuni casi è fondamentale). Insomma, non resta che mettere tutto nero su bianco. Sembra facile? No? E infatti non lo è. Io non riesco a essere così preciso prima ancora di iniziare. Quando comincio una storia, solitamente, ho in mente di cosa più o meno voglio parlare, quali sono i punti di forte tensione e un possibile finale, ma non conosco ancora bene i personaggi o la trama nei dettagli. Non faccio una scaletta. Qualcosa comunque me la appunto, per evitare errori. Ognuno ha il suo metodo. Non esiste una regola che accontenti tutti, questo della scaletta è un consiglio spassionato che do anche a me stesso. E soprattutto diffidate da chi vi dice che riesce a scrivere un romanzo in 20 giorni. Vogliono solo fare scena. Scrivere veramente un romanzo in 20 giorni vuole dire NON saper scrivere. A meno che non considerino romanzo anche una storia di una decina di pagine.
Starete iniziando a chiedervi di cosa si parlerà in questa lezione.
Per scrivere una storia serve un conflitto. È fondamentale. Non possiamo certamente raccontare di un personaggio a cui fila sempre tutto liscio come l’olio, vi pare? Nella vita reale non accade. Ci troviamo ogni giorno a dover combattere i soprusi che riceviamo, le disgrazie che ci piovono addosso e se non si tratta di eventi così catastrofici, abbiamo comunque le nostre piccole difficoltà, le indecisioni, la paura di non apparire preparati in un colloquio, la difficoltà di comunicare con il proprio titolare, ecc… ecc…
Una volta individuato un personaggio, gli va subito affibbiato un conflitto. Una prova da superare, così ci spingeremo a raccontare del modo in cui affronta e supera queste difficoltà il protagonista. Oppure partiamo da un conflitto e creiamo il personaggio giusto. Si può fare in tutte e due i modi, come più ci si trova, come più ci si sente colti da ispirazione.
In una buona storia, un personaggio passa da uno stadio iniziale a uno stadio finale attraversando una fase di evoluzione, in cui ha imparato qualcosa. Un ispettore coinvolto in delle indagini risolverà un caso dopo aver raccolto i vari indizi, oppure sarà convinto di aver trovato il colpevole, ma nel finale ci sarà una rivelazione che sorprenderà il lettore spezzando lo schema. Un complesso di un personaggio viene affrontato e superato, non so, la paura di amare. Il passaggio dall’adolescenza all’età adulta… Insomma, di conflitti di cui narrare ce ne sono, di trame se ne possono trovare. Il problema sarà il modo in cui si affronta il tutto. Dettaglio, ovviamente, non trascurabile. Sembra così semplice a sentirmi parlare, vero? Ripeto, non lo è. Perché farsi venire in mente una trama interessante non è da poco e, anche, se accade, poi ci sono tutta una serie di dettagli da sistemare. Però muoviamoci con calma. Se ci piace scrivere, qualcosa in mente ci verrà. Nel momento in cui meno ce lo aspettiamo. Magari per strada, in un bar…
Quindi, individuiamo un conflitto e scegliamo un personaggio per rappresentarlo e così facendo siamo a buon punto, infatti ambiente e altri personaggi interagiranno col protagonista e la trama verrà a prendere la sua forma senza che ce ne siamo nemmeno resi conto. Io così faccio. Inizio a conoscere bene i miei personaggi mentre li faccio agire, mentre li sento parlare per la prima volta.
Il modo migliore per capire se una trama va bene? Se è interessante? Non esiste una regola assoluta. A un lettore la vostra storia potrà risultare molte interessante a un altro potrà risultare noiosissima, quindi io direi di leggere un po’ di romanzi classici, quelli che per forza di cose sono resistiti al tempo e alle critiche. Volete un titolo? Va bene. Avete mai letto “Il processo” di Franz Kafka?
Alla prossima lezione di «Scrittura Creativa».