In questa lezione di «Scrittura creativa» continuiamo il discorso sull’avvio della storia.
Lo scrittore è l’autore della sua storia. Può fare quello che vuole? Sì e no. Uno scrittore è tale se ha dei lettori.
Quando si scrive si stringe, implicitamente, un patto con il lettore già dalle prime righe. Il patto prevede coerenza interna del testo, la sua armonia e la sua coesione, sennò il lettore ci abbandonerà.
La coerenza interna implica chiarezza nell’esposizione. Non serve dilungarsi su dettagli inutili, bisogna descrivere solo quando è strettamente necessario, sennò mostriamo le cose, i sentimenti, le scene. Parlare di tante cose inutili non ha senso. Un esempio concreto? Non ci serve descrivere per filo e per segno un negozio e la sua commessa se il protagonista entra per comprare un regalo. Potremmo dilungarci solo se la commessa diviene parte della storia, se il negozio ritornerà nelle prossime pagine. Potremmo anche tagliare completamente la scena e far apparire direttamente il presente nelle mani di chi deve riceverlo. Il protagonista potrebbe limitarsi a dire con una battuta di dialogo: «l’ho comprato senza pensarci, ieri, per te».
Il patto prevede anche di essere credibili. Attenzione, credibili, non veritieri. Il narratore crea storie che non avvengono nella realtà e anche se si scrive di fantasy o di orrore o di fantascienza si deve essere credibili. Se un personaggio viene gravemente ferito in un combattimento non possiamo presentarlo bello pimpante mezz’ora dopo a meno che non ci sia una validissima ragione. Non si può cambiare l’età o la descrizione fisica di un personaggio, o peggio ancora, il nome.
I dettagli sono importanti e alcuni di questi vanno disseminati lungo la trama per lasciare delle traccie che il bravo lettore potrebbe anche cogliere. Dettagli che servono a preparare la scena culmine del testo. Avete presente “Ritorno al futuro”? Lo avete mai osservato con lo sguardo giusto? Sono disseminati una quantità di dettagli che non sono fuori posto. Vengono tutti usati nelle scene successive. L’orologio della torre, il volantino, la cassetta che Marty guarda alla TV con il padre, la casa, l’aspetto dei genitori. Anche le regole che crea Zemeckis sono coerenti. La macchina del futuro si sposta nel tempo, ma non nello spazio e questa regola non cambierà mai in nessuno dei tre film. E, infatti, questo comporterà anche delle conseguenze sulla trama. Il patto con lo spettatore viene rispettato fino in fondo e anche se si parla di viaggi nel tempo, la storia è credibile, perché confezionata nel modo giusto. Si chiama “sospensione volontaria dell’incredulità”.
Stessa cosa se pensiamo ad Alias o a Lost, serie televisive di J.J. Abrams. Ne succedono di tutti i colori, ma non pensiamo mai “che assurdità”, perché ci sono i personaggi forti che ci accompagnano con delle regole che non vengono violate, anche se in alcuni momenti si giunge a mirabolanti trovate che forse ci fanno pensare che si sta decisamente esagerando, ma, se vogliamo, Lost e Alias, almeno parlo per me, hanno prodotto un bel coinvolgimento emotivo.
Anche a me a volte piace un po’ divagare, poi in revisioni successive provo a eliminare elementi inessenziali che possono distrarre il lettore. Sì, distrarre. Se si inizia a divagare il lettore si confonde, chiude il testo e arrivederci e grazie. Non so se riesco a tagliare tutto l’inessenziale, ma ci provo leggendo il testo ad alta voce.
Concludo qui per farmi perdonare l’essermi dilungato nella lezione precedente, ma nella prossima riprenderemo dal punto in cui ho interrotto.
Alla prossima lezione di «Scrittura creativa».