Ricomprato su Kobo Books dopo aver capito che sul Kobo Touch altri firmware non verranno rilasciati e quindi gli e-book sulla miniSD posso pure buttarli.
L’ho letto e non mi è dispiaciuto. Parla del rapporto burrascoso che Franz aveva con suo padre, un padre autoritario che sembra uno di quei classici padri padrone, ma le mie parole non rendono a sufficienza la scrittura di Kafka. Va letto per capire.
In coda alla lettera c’è anche un racconto. So già che chi leggerà questo testo ci capirà ben poco e dirà che il testo era scadente e che il racconto era incompleto. E infatti ho letto un po’ su anobii se c’era stata qualche recensione in tal senso e ce ne sono:
«Noioso e ripetitivo.Ho capito che Kafka aveva un brutto rapporto con il genitore,ma a parte questo non ho ricavato altro da questo libro.»
«Non mi è piaciuto. L’ho trovato spesso troppo noioso.»
Che cosa pretendevano questi lettori/lettrici? Secondo me non hanno capito che il testo era una lettera e non un romanzo. Eppure nell’introduzione del testo è ben spiegato, ed è spiegato anche nel titolo (“Lettera al padre” per l’appunto 😉 ). Son sempre più convinto che alcuni lettori dovrebbero smettere di leggere, ma seriamente, o quanto meno capire cosa stanno per comprare. Non è difficile.
Per fortuna che molti altri lettori hanno capito cosa stavano leggendo e hanno recensito positivamente e di conseguenza.
A me è piaciuto. L’ho letto per quello che era. Una lettera che Franz Kafka scrive al padre, uno spaccato di vita dell’autore che tanto mi ha insegnato con il suo “Processo” che ho comprato in e-book e che rileggerò volentieri assieme ai suoi altri romanzi e racconti. E poi, scrivere una lettera a un padre e riuscire a cogliere tutti gli elementi di conflitto e riconoscerli per davvero, riguardare le occasioni del passato non è facile, l’impatto è sempre imprevedibile, anche per chi scrivendo un simile testo prova a ragionarci; e poi non deve nemmeno essere stato bello, piacevole, mettersi a scrivere questa lettera.