Un articolo così non può che farmi stare bene. Se lo dico io che queste c…e (cose?) che trasmette un canale che chiede il canone sono c…e (cose?) volgari, sono io quello che ha la puzza sotto il naso, ma quando lo dicono esperti di novel writing godo come un pazzo, oramai il baratro dell’Italia è così evidente a tutti i livelli… La Bompiani stamperà 100’000 copie del testo vincitore, appunto, stamperà e NON pubblicherà… C’è una bella differenza.
Vediamo alcuni commenti dall’articolo:
“Fiction writing doesn’t need to be the next lamb to this slaughter” ovvero “La scrittura creativa non ha bisogno di essere il prossimo agnello sacrificale per questo macello”
“reducing the craft to a reality freak show” ovvero “riducendo il mestiere (lo scrittore, n.d.t.) a un reality show dei fenomeni da baraccone”
Come godo, questi inglesi sanno il fatto loro e non si perdono dietro parole come “sì, ma la cosa va valutata, è un’opportunità, ecc…” Sparano a zero come è giusto che sia. Lo scrittore deve riflettere, pensare, leggere, rileggere, cancellare, riscrivere, farlo nel silenzio senza gente attorno. Questa è davvero l’Italia peggiore? Non credo. Si può andare sempre oltre, peggiorare il peggiorabile.
L’articolo è comparso su “The Guardian”: http://www.theguardian.com/commentisfree/2013/nov/16/x-factor-novel-writers-talent-show-italy
Questo, invece, in italiano: http://www.librincircolo.it/articoli/98-masterpiece-il-talent-show-dei-casi-umani