Londra: capodanno 2013

Purtroppo non sono potuto andare a Londra quando avrei pagato tutto la metà. Sono uno schiavo moderno e non posso decidere le date delle mie partenze in autonomia. Se cambiassi lavoro magari sì. Lo premetto perché non vorrei che qualcuno pensasse che ho soldi che mi colano dal naso e dalle tasche e non so che farmene perciò vado quando si spende il doppio.

A Londra sono atterrato il 29 dicembre scorso. C’era un certo freddo, ma la città mi ha accolto con un bel cielo luminoso e tanto sole. Preso l’Easy Bus a Gatwick mi sono beccato il solito viaggetto di un’oretta e passa per raggiungere la città. Alcuni passeggeri Italiani si erano portati delle valigie più grandi di loro e il tizio inglese del pullman dell’Easy Bus gli ha fatto un po’ di storie. Nonostante i biglietti pagati non voleva farli salire. Le valigie non riuscivano a entrare, erano mastodontiche.

Di solito quando viaggio cerco di ridurre al minimo le cianfrusaglie da portare appresso, perché già so che non indosserò capi nuovi ogni giorno. Non sono a casa mia, ma in viaggio turistico.

Quest’anno ho provato a variare le cose, me ne sono andato in un piscina vicino Bayswater Road, dove ho inaugurato la mia attività natatoria. Devo dire che le piscine di Londra sono una mezza sola. Sono piccole. Pensavo ai mi 25 metri di vasca contro i 18 metri di quella in cui sono stato, inoltre si toccava. La profondità era vergognosa, appena un metro e venti e acqua torbida. La cosa ancora più comica era che c’era un cinese in corsia che doveva fare sempre avanti e indietro nella stessa posizione. Dico, pensiamo che la piscina si affolla. Come fanno, per esempio, 4 persone in una corsia a tenersi sempre sullo stesso lato della stessa? In Italia si ruota. Inizi sul lato destro l’andata e sul lato sinistro ti fai il ritorno.

Il cinese si è incazzato, ha aspettato fermo che io completassi la vasca per farmi notare che era LA SUA vasca/corsia e che dovevo occupare l’altra metà e fare avanti e indietro sempre a sinistra, mentre lui si prendeva la metà destra. Bah.

Avevo pagato i miei soldi, così mi sono fatto quante più bracciate possibili, ma non le ho contate, i 18 metri mi hanno messo di malumore.

Quest’anno ho visitato Harrods. Non ho comprato nulla a parte 220 g di ottima cioccolata. Sono troppo goloso per resistere, ma era a un prezzo abbastanza alto. Da Harrods ho visto anche una bottiglia di vino italiano da 75 cl a 4’995 sterline 😀 . Negozi di gioielli e profumi senza cartellino, senza prezzo, tanto che costavano.

Sono stato più spesso a Covent Garden. Per ben tre sere, dove ho frequentato lo stesso piccolo localino indiano dove ho sempre preso lo stesso latte a cioccolato con panna. In realtà io chiedevo una “hot chocolate”, ma non era una cioccolata calda, era fatta con il latte, ma buona lo stesso. La terza sera, la bellissima proprietaria indiana e io abbiamo scambiato qualche parola, visto che mi ha riconosciuto. Avrà pensato che ero un cliente affezionato. Mi sono goduto la “cioccolata calda” mentre fuori qualcuno suonava il Canone di Pachelbel. Non male. I cinque artisti con violino dell’anno precedente suonavano meglio il Canone, ma non era grave, sempre bravi erano.

HMV a Londra nemmeno ha vita facile. Il negozio a Oxford Street chiude e si sposta ad altro indirizzo, ma sempre lungo Oxford Street.

Sono stato da Hamleys a Regent Street, col 94 ho percorso Oxford Street il 31 dicembre e lungo quella famosissima via di Londra c’erano, secondo me, un milione di persone, un numero impressionante, tanto che si andava lentamente, così a un certo punto sono sceso, ma ero già nei pressi di Oxford Circus. Tutti a fare compere, tutti con borse al seguito. Correvano e c’era il rischio che ti trascinassero con loro come in un film fantozziano.

Mi sono preso una pausa da Costa e mi sono gustato un bel caffè con dolce e, mentre ero lì seduto, la mia mente da scrittore si è messo all’opera e ha generato in testa l’inizio del seguito del seguito de “Le parole confondono“. Pazzesco, no?

Quest’anno niente Caffè Nero, niente Paolo Pinguino, niente fuochi d’artificio. I fuochi per vederli bisogna per forza avviarsi non oltre le 16 del pomeriggio e rimanere prigionieri lungo il Tamigi per un 9-10 ore 🙂 . M’ero incamminato per le 10 ed ero a Leicester Square a pochissimi passi da Victoria Embarkment, ma chiaramente le strade erano già state bloccate. Pensavo di riuscire e, invece, nulla.

A Leicester Square sono entrato nel negozio di cioccolata M&M’s, disposto su 4 livelli, ho visitato il parco giochi che hanno piazzato al centro della piazza, avrei dovuto andare anche ad Hyde Park per l’altro parco giochi, ma la bronchite si è intromessa. Ho avuto febbre fino a quasi 39 °C. Per fortuna che una passeggiatina nel parco davanti l’albergo l’ho potuta fare mentre c’era il sole.

Anche quest’anno ho fatto visita agli squisiti Angust Steak e Rosso Pomodoro. Quest’anno ho preso la pizza margherita che era davvero gustosissima. Mangiavo una volta al giorno: la sera, o il tardo pomeriggio, a volte non facevo nemmeno colazione, visto che era abbastanza pietosa. Toast che sembravano gomma da masticare. Ti si piazzavano in bocca e non riuscivi a masticarli e a ingoiare. Se mai dovessi tornare in zona, mai più quest’albergo. Anche perché avevano un termosifone che non potevi mai spegnere e di notte era acceso, tutta la notte. Mi bastava una mela. Un chilo di mele UK pagate 2 sterline.

Sono stato poi alla ricerca di un pubblicizzato locale italiano dalle parti di King’s Cross che faceva degli hamburger cuocendo la pasta di pizza sui mattoni caldi, ma dopo circa due ore passato ad andare da un estremo all’altro dell’infinita Euston Street (avrò percorso 4 chilometri o più) trovo il locale vuoto e sul menu non si parlava di nessuno di questi fantastici hamburger, così bene mi son guardato dall’entrare.

Ho frequentato qualche bar con musica dal vivo, dove ho preso una bella Guiness Beer, ho scambiato qualche parola d’inglese al tavolo con gente d’Irlanda, Francia, Sud Africa, Londra, Francoforte. Non c’erano due persone della stessa nazione al tavolo, pazzesco. Ma Londra è così.

Anche il 2013 è andato. Chissà cosa mi attende in questo 2014. Speriamo bene.

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