Il premio Strega e Amazon…

(C) Jamierodriguez37 at Morguefile
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La notizia è vecchissima. È datata 1 aprile. Sono stati annunciati gli autori candidati al premio Strega. Tutti scrittori con alle spalle grosse case editrici, ma quest’anno c’è anche un autore Amazon e Amazon non c’è mai stata al premio Strega (e nessuno sopporta Amazon, giusto?). In lista c’è poi anche una casa editrice indipendente: La Nave di Teseo.

L’autore che molti hanno scambiato per selfpublisher al premio Strega che, chiaramente, non vedeva mai richiamare piccoli editori o selfpublisher è Riccardo Bruni col suo La notte delle Falene.

La notizia è arrivata il primo aprile che è la data per gli scherzi, dove tutte le redazioni giornalistiche si inventano le notizie più verosimili possibili. Io non ci ho creduto finché una collega selfpublisher non mi ha dato il link al sito del premio Strega dei libri presentati.

Riccardo Bruni è un selfpublisher. Ha pubblicato per conto proprio un romanzo e ha avuto anche un bel seguito, ma è arrivato al premio Strega come autore tradizionale, solo che la casa editrice che lo ha presentato è Amazon Publishing, il marchio editoriale che c’è dietro il colosso di Seattle. Che Amazon iniziasse a occuparsi di editoria non attraverso il selfpublishing ma come un editore tradizionale è una cosa che ho sempre pensato prima o poi avrebbe fatto e, infatti, esiste da un po’. Di recente ha iniziato a tradurre in lingue diverse autori selfpublisher attingendo anche dall’Italia. Per esempio, ha pubblicato Rita Carla Francesca Monticelli con il suo Il mentore che in inglese è diventato The Mentor e ha ottenuto un ottimo riscontro e scalato la classifica americana e inglese per un bel po’. Il prossimo 21 maggio uscirà il seguito: Sindrome, già in prenotazione su Amazon. Ho apprezzato questa autrice per la sua serie su Deserto rosso, parte del progetto Aurora che conta, per il momento, due volumi: Deserto rosso e L’isola di Gaia. Cosa voglio dire? I selfpublisher bravi ci sono e possono anche competere con grossi autori e grosse case editrici e magari entrare in elenco a grossi premi letterari se ci si mettono.

Ma torniamo al premio Strega. Spesso è stato criticato come qualsiasi altro premio e a molti non è piaciuto il vincitore dell’anno scorso. Un editor definì scribacchino un autore partecipante all’edizione 2012 e da lì la denuncia dell’autore che era intenzionato a chiedere un risarcimento in sede civile per i danni subiti a causa dell’offesa, come riportato in questo articolo. Sinceramente non ho seguito la questione più di tanto, non mi interessava all’epoca e meno che mai adesso, ma sono cose che succedono e non fanno tanto bene.

Nei 12 finalisti del premio Strega 2016, Riccardo Bruni non c’è più, ma è pur sempre una soddisfazione per un autore giungere così in alto, davanti ai riflettori e vivere un bel momento.

Dei premi in generale non ho una buona opinione per una serie di motivi vari, e di alcuni selfpublisher, invece, ho una buona opinione, chissà se un giorno potrò mai camminare un po’ in più e trovare, non dico tanto, ma i miei 30 lettori fedeli. A un premio non ci arriverò perché sono troppo emotivo, morirei prima.

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