#imieiprimipensieri – pensieri di notte

(C) whiterussian at Morguefile
(C) whiterussian at Morguefile

Oggi pubblico un articolo scritto di getto, una sfida proposta ad alcuni blogger da Chiara Solerio. Di che cosa si tratta? Scrivere di getto un articolo, per vedere l’effetto che fa. Il post che lancia la sfida lo troverai: qui.

Solitamente, quando scrivo un testo devo tornarci su un po’ di volte. Come ho spesso detto, la mia scrittura è come una statua ricolma di fango e la riscrittura è come un getto d’acqua che butta via il fango e tira fuori un oggetto più degno di essere almeno fissato.

Non so esattamente questo brano di cosa tratterà. Scrittura?

Spesso mi ritrovo alcune notti a non riuscire a prendere sonno. Ci sono momenti che penso a tutte le storie che ho in attivo e rifletto spesso sulla storia, spesso, molto spesso, detta soprattutto da editor e da editori che le buone storie devono riposare, fermentare, solo quelle buone resteranno tali.

Oramai non credo né agli editori e nemmeno agli editor. Se non ti metti con forza su una storia, se non te la lavori senza interruzione quella non va da nessuna parte. Nessuno te la pubblica, ma non riesci a pubblicartela nemmeno tu da solo. Inizi a mettere su storie su storie, riempi un disco rigido di cose. Ma qual è lo scopo ultimo della scrittura?

A questa domanda è facile rispondere: lasciare un pezzo di sé agli altri.

Quindi hai fretta? qualcuno potrebbe dirmi. Io non ho fretta. Dico solo che alcune storie richiedono attenzione e vanno rielaborate entro un arco di tempo prestabilito. Si possa trattare anche di due anni, forse tre, ma già sono troppi. Poi va pubblicata spendendoci sopra energie necessarie.

Proprio oggi ho rimesso mano al mio volume tre de “Le parole confondono” e ho guardato la data in cui ho iniziato a scriverlo. Sono passati già tre anni. Come è già passato un anno da quando ho iniziato a scrivere il quarto volume, come già è passato un anno dalla scrittura di un romanzo che pubblicherò a marzo.

Tutta questa scrittura a chi fa bene? Le idee arrivano di getto, di continuo. Più si scrive, più ci si allena e più si vuol scrivere di più. Capisco quelli che hanno difficoltà con la scrittura. Non hanno tempo. Non scrivono mai e sono confusi sul senso della scrittura.

Io sono confuso per un effetto al contrario. Il mio terrore è quello di scrivere troppo e di non riuscire dominare le storie. Il mio desiderio sarebbe quello che ha ogni scrittore, scrivere una storia straordinaria che resti nella mente della gente per decenni. Forse non ci riuscirò, ma tanto non è che importi più di tanto. Ho capito che tanto troppi scrivono, pochi leggono e molti non comprano. Il mercato è selvaggio, quindi per un motivo o un altro le storie arrivano, io le scrivo e poi arrivano a un paio di persone, a volte sono tre.

Tutta questa scrittura a che serve? Serve a me. Ho creato un mondo. Ogni volta che scrivo un romanzo creo un mondo e con la serie che mi autopubblicizzo di continuo perdo lettori dal blog perché ripetitivo, ma ho creato più che un semplice mondo, ho creato un pianeta su cui ci sono questi personaggi che si rincorrono di libro in libro e generano altre storie sempre nuove. Una magia, insomma.

Ecco, ho fallito un po’, con questo articolo dove sono arrivato? Mi son perso. Questi pensieri sono notturni. Stavo pensando da un po’ di partecipare a questo esperimento di traverso. Eccomi qui.

Alla fine ho capito una sola cosa. La scrittura deve dare piacere a chi ne fa uso, poi il resto sono chiacchiere. Gli editori che non selezionano o che selezionano cosa che non andrebbero selezionate, gli editor che pure tirano acqua al proprio mulino. Io non scrivo per attirare consensi. Se dovessi farlo potrei sempre spingermi a scrivere storie che tutti vogliono scopiazzando i temi, ma non mi riuscirebbe.

Quest’anno ho lanciato una sfida a me stesso. Pubblicare tutto quanto ho accumulato in questi anni. Oltre i romanzi che hanno compiuto 1, 1 e 3 anni di cui sopra, proprio adesso mi sono ricordato di un altro che ha fatto 7 anni. Insomma, pian piano concluderemo l’opera e a quel punto, se non arriveranno nuove idee, mi resterà almeno il fatto che mi sono divertito. Spero di avere sempre il tempo per divertirmi, perché molte volte mi chiedono e mi chiedo chi me lo faccia fare. Se dovessi rispondere a questa domanda smetterei subito di digitare i tasti qui sopra.

Ecco, ora, questo articolo orrendo che non posso rileggere e sistemare, ci ha portato alla conclusione.

La scrittura serve per evolvere e se ci si pone domande, queste arrivano a personaggi, a storie e vicende e, forse, un giorno, dopo aver scritto qualcosa magari si prende e si agisce come uno dei personaggi e ci si mette in gioco, sembra quasi che lo facciano più loro che io.

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