“Le parole confondono” volume 4 si svolge a…

Non sono prevedibile. La storia, secondo chi ha votato, potrebbe svolgersi in tutte e 4 le città.

In effetti in precedenza avevo dato parecchi elementi per indovinare. Anche se, in effetti, poteva essere Londra perché magari qualcuno pensava che il quarto volume andava a chiudersi nella scena del Capodanno londinese del volume tre. Il cerchio si chiude?

Poteva essere Milano. Francesco se ne torna a Milano dopo il matrimonio svoltosi a Napoli dei due sue migliori amici Andrea e Giulia. E in effetti l’ho pensato e, finché non si chiude il libro, la possibilità resta.

Nella trama ci sono due storie parallele che evolvono. Due personaggi coprotagonisti, ergo due città.

Roma non può essere. È pur vero che Andrea e Francesco ci studiano assieme per un periodo della loro vita, ma in questo volume ci sarà un’unica scena con Andrea. Mi è venuto tutto in mente dopo aver capito come si chiudeva il finale e dopo che la mia lettrice n°1 mi ha chiesto se ci fossero scene con Andrea e Giulia. Sto andando un po’ a ritroso. Facendo collegamenti.

Napoli. per il momento, resta la scelta più quotata. La storia si apre a Napoli e si congeda a Napoli.

Chi ha votato Napoli dovrebbe ricevere un omaggio.

In questi giorni mi sono reso davvero conto che sto scrivendo un volume quattro di una serie e mi sono detto: “Tu sei impazzito, ma lo sai quanto è difficile legare i fili a tutta la trama dei primi tre libri e non scrivere una put…ta mandano il lavoro sui tre volumi precedenti nel c…o?”.

Perché, parliamoci onestamente, chi ha letto i tre precedenti ce li vuole dei collegamenti, anche ricordi minimi che leghino i quattro volumi e i loro rispettivi protagonisti. Chi legge per la prima volta magari il volume quattro senza voler passare per i precedenti (sì, lo so che nessuno leggerà un bel niente, lo so, lo so, ma datemi 30 secondi di mera illusione, non ne chiedo di più) potrebbe trovarsi spiazzato, vedere delle scene, dei ricordi, che poi non si legano “bene” al resto della trama.

E poi la trama. Mi sono battuto le mani sul viso. Deve essere più semplice. In un libro ci può passare un concetto, due, ma non di più. I best seller parlano addirittura di una sola cosa. Libri molto molto elementari.

Qui ci sono invece intrecci a tutto spiano tra presente e passato dei due protagonisti. Intrecci che saranno sciolti con il dovuto criterio, senza incasinare nulla, ma avere due protagonisti che viaggiano tra presente e passato mi spinge in effetti a scrivere quattro romanzi in uno. Non è proprio vero, ma il materiale narrativo ci sta tutto. Sarò una dura lotta con revisione ed editing, una lotta che porterà a 10 secondi di mera illusione, che dopo i 30 di cui sopra, sono anche tanti, giusto?

Non credo di saper ben presentare un’opera che tra l’altro è ancora da finire. Potrebbe venirmi un impulso di follia. Buttare tutto e ricominciare a riscrivere ogni singola scena da zero, oppure non guardare nemmeno cosa ho scritto. Perché no? Tanto il tempo in qualche modo lo devo impegnare/buttare.

E col delirio di oggi si chiudono, forse, questi articoli. Credo di non essere troppo convincente. Tra l’altro nessuno fa domande. Nessuno ha perso tempo in un blog non serio che parlicchia di narrativa. Però come mai arrivano tanti “mi piace” agli articoli che parlano di questo quarto volume? Sono un po’ come i mi piace che si lasciano su Facebook dove le persone danno il mi piace per la foto dell’articolo, per il titolo dello stesso e poi non fanno nemmeno clic sul contenuto della notizia? A volte inizio a pensarlo, forse qualche forma di spam evoluta, ma, d’altra parte, non potrò mai saperlo.

Forse non sono simpatico, forse il desiderio di privacy impedisce anche un semplice commento. Una domanda tipo, faccio un esempio, poi una domanda vale l’altra: “Visto che lei inizia a scrivere più libri in parallelo come ha sempre detto, da quanto tempo ha iniziato a scrivere questo libro di cui non sa se vorrà riscriverlo da zero e/o pubblicarlo e quando e perché?”.

E proprio ora che si conclude l’articolo mi è venuta un’idea su come fare magari un’altro articolo senza infarcirlo di chiacchiere. Chissà.

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