Le parole confondono e il NaNoWriMo 2018

Nella tradizione che mi lega alla serie “Le parole confondono” solitamente, dopo aver pubblicato un volume, con la scrittura mi ritrovo a metà del volume successivo. È sempre successo. Ho sempre anticipato.

Quando ho pubblicato “Un giorno, sempre“, quarto capitolo dell’avventura, non avevo che scritto una paginetta del quinto volume. Però c’è già la copertina nella sua forma definitiva con tanto di titolo, visto che ho le idee chiare riguardo il tema, il modo di trattarlo e il protagonista dell’opera.

Mi sono detto: facciamo la pazzia, scriviamo tutto da zero col il NaNoWriMo, ovvero 50’000 parole in un mese: dall’1 al 30 novembre.

Non so se riuscirò a finire tutto il romanzo, una parte oppure mi arrenderò prima delle fatidiche 50’000 parole, però ci sto provando. Fino al giorno 12 è andato tutto liscio, più o meno. 1667 parole al giorno, per un totale, nel momento che scrivo questo articolo, di 20’029 parole, più o meno 100’000 battute spazi inclusi, per un totale di 78 pagine con carattere 13. Solitamente i romanzi di questa serie si agitano tra le 90’000 e le 126’000 parole. Ma se fosse di 50’000 parole magari sarebbe più facile maneggiarlo, correggerlo e pubblicarlo in primavera molto inoltrata, ma non faccio previsioni di alcun tipo, non so se avrò voglia di pubblicare ancora. Di scrivere ne ho.

L’argomento preannunciato più volte sul blog ci riporta a parlare di Andrea Marini, che stavolta vedremo relazionarsi con suo nonno. Era una cosa che mi mancava. Il rapporto tra questi due personaggi. Un rapporto difficile, ma profondo. Quindi questo quinto volume in realtà si colloca, temporalmente parlando, prima del primo volume. Nella prima scena è l’inizio del mese di settembre dell’anno 1991. Non c’è ancora nulla della grande serie che poi è diventata. Abbiamo incontrato ben quattro personaggi che si sono raccontati in prima persona.

In questo quinto volume il personaggio che si racconta è nonno Andrea Marini.

Più si va avanti in una serie, più diventa difficile omettere i dettagli degli altri libri e inventarsi storie interessanti. Chi ha letto il primo volume già conosce una parte minimissima delle vicende a venire, ma vi assicuro che è tutto materiale inedito, tranne una piccola scena ripresa direttamente dal primo volume.

Non ho mai conosciuto mio nonno. Nessuno dei miei nonni, perciò è un modo come un altro di immaginare come sarebbe potuto essere un rapporto nonno-nipote.

Chi vivrà saprà.

Nel frattempo sto leggendo “Circolo chiuso”, ovvero il seguito de “La banda dei brocchi” di Jonathan Coe, e mi sta piacendo tantissimo. Non posso confermare ciò ce pensavo dell’autore inglese (è bravo) e del modo poco carino di portalo a noi della casa editrice italiana che lo ha tradotto: pessimo e-book e cartaceo in edizione ultra economica con caratteri leggibili solo tramite lente di ingrandimento. Meglio leggerselo in inglese direttamente con una bella edizione curata.

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