
Gli autori indipendenti sono quegli autori che hanno deciso di fare a meno di una casa editrice, ma di investire su se stessi ricorrendo anche a professionisti del settore, laddove non si abbiano competenze per operare: editing, realizzazione copertina, marketing, creazione e-book professionale.
Indipendente vuol dire non iscritto ad alcun partito politico, autonomo, autosufficiente.
Un autore indipendente, in pratica, diventa un imprenditore che non ha più bisogno di chi gli riconosca e selezioni (perché piaciuto) il testo da pubblicare: romanzo, raccolta di racconti, saggio, raccolta poetica, ecc…
Il quesito che mi pongo oggi è semplice: un autore che non vuole dipendere da una casa editrice per vedere approvata o meno la pubblicazione (e tutto ciò che ne consegue dall’avere un editore) può poi pubblicare il suo lavoro su un’unica piattaforma che arriva su un solo negozio on-line che vende e-book e cartacei e continuare a chiamarsi indipendente?
Una sola piattaforma e un solo negozio.
No, direte, al limite pubblicare su singole piattaforme e far arrivare l’e-book, non so, su Amazon, su Kobo, su Mondadori Store, su LaFeltrinelli, su Google Play Libri, su Apple iBookStore, ecc… giusto?
In tal modo l’indipendenza continua a sussistere anche per la distribuzione elettronica.
Ma c’è chi, donando il proprio lavoro a un’unica piattaforma/un solo distributore/unico negozio on-line, continua a sentirsi indipendente benché, a conti fatti, dipenda da questa famigerata unica piattaforma/distributore/unico negozio on-line. Autore dipendente da X o autore comunque indipendente?
Nel caso di questa scelta drastica come bisognerebbe chiamare un autore? O forse non è il caso di porsi il problema? Alla fine si resta autori anche se si ha un solo e unico lettore, o nemmeno, giusto? Oppure no?
Conta la storia, conta il modo in cui la si presenta? Conta dove la si distribuisce? Contano i numeri, la classifica? O nulla di tutto ciò?
Oggi sono confuso.
Ma, dal punto di vista di un lettore si solleva un problema. Si può, per esempio, non voler accettare di dover comprare un e-book su una piattaforma che mette a disposizione solo un formato proprietario. C’è chi ne fa (e penso faccia anche bene) una questione di principio, o che comunque vuole essere libero di comprare oggi su questo store, domani di non farlo più e cambiare store, o cambiare tutti i giorni, ogni settimana, ogni mese.
L’indipendenza, la libertà sono concetti non interpretabili. Certo, di libertà assoluta non se ne ha mai, dal momento che si diventa lettori dipendenti da un certo store, a meno che davvero non si compri un giorno da una parte e un giorno da un’altra.
Se l’unico store su cui un autore pubblica inizia a dargli problemi? Se elimina per errore un suo e-book, se si è violata una regola (e magari non gli viene nemmeno detta quale) e il suo e-book viene rimosso dalla vendita o gli viene chiuso l’account oppure aveva l’e-book registrato al programma di esclusività e poi viene buttato fuori dal programma?

La libertà, l’indipendenza, credo anche un pappagallo ne desideri provare l’ebrezza. Un lettore deve esserlo, libero, ma a maggior ragione un autore, se si proclama indipendente, lo è solo se lo è davvero.
Poi tutto è fortemente relativo. Ognuno ha il suo punto di vista. Come la si vede o come la si mette, oggi ci sta tanto da leggere che se qualcuno decide che gli interessano solo i lettori di una data piattaforma non credo importi davvero a nessuno. Oggi leggo un autore, domani posso pure non leggerlo più, o non leggerlo mai.
In certe giornate, il tempo cambia più volte al giorno. Le idee, anche. E, alla fine, per quanto non dovremmo, diventiamo tutti un’isola, rientriamo in schemi di abitudini e ci restiamo, soprattutto quando ne siamo convinti.
Come, tra l’altro, c’è chi non leggerà mai. Non è necessario che si legga. Spesso mi pare che la gente si doti di super poteri, come se chi legge risultasse più intelligente di chi non lo fa. In realtà, la lettura non dona l’intelligenza. Non si legge per acquisire intelligenza, ma per tanti altri motivi.
Tornando alla domanda iniziale: un autore indipendente può essere ancora considerato indipendente se si rivolge a una sola piattaforma/distributore/negozio on-line?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Da qualcosa dipendiamo sempre, che sia un negozio online, un abbonamento alla rete, un lavoro che ci porti da mangiare o una strana miscela di azoto e ossigeno… 😉
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