
Nella vita tutto è sempre una questione di fiducia.
Conferire fiducia a un autore e leggere tutte le cose che pubblicherà e, allo stesso modo, togliergli quella fiducia dopo un certo tempo e non comprare più niente di suo, se si vede ledere detto rapporto, è sempre questione di poco.
La fiducia a volte è qualcosa di molto labile, come votare una persona e poi pentirsene. Ma in ambito politico si deve essere solo un pazzo furioso a dare fiducia a un esercito di incapaci e menzogneri che si aumentano gli stipendi a gogò, non conoscono la materia su cui legiferano, non conoscono le leggi preesistenti, non conoscono quali sono i loro compiti, violano di continuo le leggi che loro stessi stabiliscono, le regole del loro stesso partito o movimento dopo essere stati loro stessi ad averle stabilite.
La fiducia, questa sconosciuta, regola i rapporti umani personali e non e, quando la si perdere, una persona potrebbe anche cambiare, ma per noi resterà sempre quella che ci ha deluso e di cui non ci fideremo più.
Mi capita di continuo di dare e togliere stima e fiducia alle persone, di smettere di voler interagire. Non ci sono due persone che la pensano nello stesso identico modo a 360° su un argomento. In alcuni casi ci sono persone che vogliono avere sempre ragione e che magari vogliono dire sempre loro l’ultima parola.
I primi di cui non avere fiducia sono i giornalisti che con la scusa del diritto di cronaca diffondono notizie false e confuse. E pensate che i grandi gruppo editoriali si lamentano della concorrenza dicendo che solo loro, i grandi, hanno la verità, solo loro daranno le giuste informazioni, sono gli altri piccoli gruppi che diffondono false notizie. Quando poi sappiamo benissimo tutti che sono stati i grandi gruppi editoriali tutti, con quelli che in teoria sarebbero giornalisti professionisti, ad aver diffuso le più false notizie sul corona virus, ad aver fatto scatenare il panico di massa. Notizie così false e così tante che potrebbero vincere l’Oscar per la menzogna per decenni. Quando poi dicono la verità, o si presume la dicano, restiamo scettici e ci chiediamo quanta verità abbiano detto, stavolta, e quante menzogne abbiano aggiunto. Ovviamente. Non gli credi più. Ti possono fregare una volta, due, ma non ogni volta.
Nessuna teoria del complotto e l’essere negazionista, ma solo analizzare i fatti e le parole usate, il modo in cui si usano quelle parole, per illustrare i fatti. Una semplice analisi lessicale e scientifica.
E nessuno si è mai occupato di fare notare le cosa e anche se viene fatto notare loro se ne escono con un limpido sorriso dicendo che non sono responsabili delle fonti (che oramai nessun giornalista più verifica, tanto per dirne una) e di quanto le stesse dichiarano, loro riportano le notizie, hanno il diritto di cronaca. Per fortuna che Giletti fa delle analisi più approfondite e mette a confronto ministri, sindaci, governatori di regione e persone serie.
Quindi che differenza c’è tra chi diffonde qualsiasi notizia, incluse le false, e chi dà notizie false o mezze notizie? Secondo me nessuna e non ci sono persone che possono autoproclamarsi paladine dell’informazione, l’informazione vera, considerando il quantitativo di boiate che hanno diffuso quotidiani e televisioni di livello e che dopo quasi 12 mesi dal virus continuano a diffondere. Sono anche loro, i giornalisti, responsabili della confusione, della disinformazione su questa pandemia e della diffusione della pandemia stessa, visto che poi la gente inizia fortemente a dubitare di ciò che dicono e a non ascoltare più nessuno. Non ci vuole il genio della lampada o una laurea in medicina per capire che al principio hanno mentito per fare notizia, per battere i colleghi sul tempo (cosa che continuano a fare). Di conseguenza tutti credono che stanno continuando a mentire, che sia vero o sia falso è solo un banale dettaglio.
È inutile che lo neghino o che minimizzino perché è ciò che fanno quotidianamente. C’è il diritto di cronaca e, come fanno i politici, ti danno mille versioni della stessa notizia. Un po’ come quel ministro che avrebbe dovuto fare il premier e che disse che non si sarebbe mai alleato col partito di Bibbiano e poi nemmeno una settimana dopo, invece, si alleò, sempre con quel sorriso sulle labbra, come se dire A o il contrario di A fosse la stessa cosa e nessuno se ne rendesse conto.
Eppure mi sto sbagliando in qualche modo, perché la pandemia avanza in tutto il mondo, il ragionamento ha qualche falla. Tutto il mondo sta subendo il silenzio della Cina. Ci hanno mandato il virus e non ci hanno detto che stava arrivando e cosa stava arrivando per tempo, e mentre si diffondeva nessuno fiatava, poi a febbraio se ne sono accorti tutti e allora forse si è parlato, boh. Io non ho dati. Diciamo che così deve andare, forse alla fine, come in Highlander, ne resterà solo uno e questi dirà: “Così doveva andare, sono il prescelto”.
Però non posso fare a meno di chiedermi se giornali e tivù avessero evitato certi scivoloni e tante informazioni errate se la gente sarebbe stata più accorta, se avessero tutti capito meglio. Più che vietare e basta andava anche spiegato senza dare nulla per scontato, ma tant’è che non lo hanno fatto e qualsiasi ragionamento oramai non tiene più. Si legifera, si fanno decreti a raffica spesso anche molto confusi, si dicono assurdità a raffica da tutte le parti. Invidio che ha capito sempre tutto e chi capisce. Questa storia ha solo evidenziato i 3547 milioni di problemi che ha l’Italia, incluso il grandissimo problema economico che ora diventa ancora più grave. Come una casa abbandonata che cade a pezzi, viene una grandissima pioggia, la più grande che ci sia mai stata e crolla tutto sotto le macerie e non resta più nulla. Se si fosse aggiustata la casa per tempo avrebbe retto, ma tanto regna una sola grande idea in Italia: finché non succede qualcosa di terribile che ce ne fotte di essere vigili e di far funzionare le cose. Vedi il Ponte Morandi, vedi i vari terremoti e 3000 altri fatti.
È sempre una questione di fiducia nella vita. Il problema è che ne diamo sempre alle persone sbagliate. Ma il problema resta. Quando un politico vergine e innocente sale al potere si incolla alla poltrona e non la lascia più. Poter ricevere stipendio bello abbondante, una ricca pensione e vari privilegi, a volte anche per pochi mesi di legislatura, fa cambiare a tutti il proprio credo politico, la morale, il punto di vista sulla vita, il modo di agire e il modo di considerare l’elettorato, si passa dalla gratitudine alla presa di fondelli in uno schiocco di dita.
È una questione di fiducia se ascolti qualcuno parlare sempre bene degli editori, sentir dire che ha contatti coi grandi editori, che è stato letto e apprezzato dai grandi editori e poi si pubblica da solo perché gli editori in questione non l’hanno apprezzato fino in fondo da pubblicarlo. Cosa che, insomma, è storia antica ma che fa sorridere. Tutti sanno in che modo avviene la pubblicazione nel 2020. Nessun editore pubblica qualcosa che vende poco. È una loro ben nota politica che non fa una piega. È una azienda, non fanno cultura. Meravigliarsene è un segno di pesante ingenuità.
I grandi editori finché non ti fanno nulla sono tutti bravi, appena non ti pubblicano, poi subito si perde di fiducia e si ripiega sull’autoeditoria. Ragionamento sbagliato! Eh beh, la fiducia, questa maledetta fiducia. È un problema, no?
Perdere la fiducia in ciò che dicono le persone a volte è questione di un attimo e, di recente, ho perso la fiducia in parecchie persone, ne saranno rimaste un paio di cui mi fido ciecamente e spero con tutto il cuore che non mi facciano mai cadere le braccia anche loro.
In ogni caso io vado per la mia strada. Diversamente non si può fare e strada facendo vedremo se giungerò a destinazione da solo, non so quando accadrà e se sarò preparato. Credo che alla morte nessuno si senta mai pronto.