Due chiacchiere su “Nave stellare Aurora” con l’autrice

“Nave stellare Aurora” di Rita Carla Francesca Monticelli

Il viaggio talvolta è più importante della destinazione, ed è proprio il timore associato all’imminente esaudirsi dei loro desideri che muove i protagonisti di “Nave stellare Aurora”, il romanzo conclusivo della saga fantascientifica iniziata nel 2012 con la serie marziana di “Deserto rosso”.

Ritornano le vicende del ciclo dell’Aurora con “Nave stellare Aurora”, il nuovo romanzo di Rita Carla Francesca Monticelli in uscita oggi, 30 novembre 2020. Si tratta della quinta e ultima parte del ciclo e che va a riunire i fili di tutti i volumi precedenti. Il libro è disponibile nei principali retailer online in formato e-book a 3,99 euro (in promozione a 2,99 euro fino al 3 dicembre) e in edizione cartacea a 15,99 euro.

Sono contento di dare spazio a Rita Carla Francesca Monticelli, un’autrice indie come me in cui credo molto, una più che validissima collega autoeditrice. Grazie a lei mi sono avvicinato alla fantascienza. I suoi libri coinvolgono, hanno sentimenti, personaggi tridimensionali, ricerca scientifica e una bella trama, che è tutto ciò che cerco in un libro di fantascienza.

Questo nuovo romanzo, “Nave stellare Aurora”, è ambientato nel XXII secolo e segue le vicende dei protagonisti prima, durante e alla fine del viaggio di una nave stellare destinata a raggiungere il sistema di Alfa Centauri grazie alla tecnologia offerta dall’antica entità aliena scoperta su Marte in “Deserto rosso”.

La prima parte si svolge in una Londra del futuro in cui le persone trascorrono sempre più la propria vita in maniera virtuale, spesso ignorando chi sta loro accanto nella realtà. La seconda ha luogo in un avamposto sul lato lontano della Luna, nel Mare Ingenii, da cui verrà lanciato uno dei due moduli della nave stellare e che è teatro dei complicati rapporti tra l’Agenzia Spaziale Internazionale e l’Agenzia Nazionale Cinese per lo Spazio. La terza racconta l’ultima fase del viaggio a bordo dell’Aurora, con le tensioni tra l’equipaggio terrestre e i passeggeri marziani, anch’essi umani ma dominati dall’entità aliena, mentre nella quarta si scopre finalmente cosa li attende a destinazione.

In tutto questo si inserisce la presenza di un’intelligenza artificiale forte, Susy, creata dalla stessa entità aliena per gestire gli habitat su Marte e che non accetta di essere lasciata indietro. Questa interviene più volte nella storia, offrendo al lettore il suo particolare punto di vista di essere fatto di puro pensiero, eppure convinto di essere vivo, e interferendo nei piani degli esseri umani, a loro insaputa.

Insieme, i terrestri, i marziani, l’entità aliena e Susy, in un modo o nell’altro, stanno per raggiungere finalmente qualcosa che hanno desiderato da tanto tempo e che adesso pare quasi a portata di mano. E il tema principale del romanzo è proprio quello del timore associato all’imminente esaudirsi di desideri a lungo perseguiti, che porta a rendersi conto di come talvolta il viaggio sia più importante, e persino più desiderabile, della destinazione.

Il Ciclo dell’Aurora

Ricordo a chi ci legge che il Ciclo dell’Aurora si compone di 5 parti.

Parte I, disponibile anche come unica raccolta dal titolo “Deserto Rosso:
Deserto Rosso – Punto di non ritorno.
Deserto Rosso – Abitanti di Marte.
Deserto Rosso – Nemico invisibile.
Deserto Rosso – Ritorno a casa.

Parte II:
L’isola di Gaia.

Parte III:
Ophir. Codice vivente.

Parte IV:
Sirius. In caduta libera.

Parte V:
Nave stellare Aurora.

Due chiacchiere con Rita Carla Francesca Monticelli

Buongiorno, Carla, l’attesa è finita, l’ultimo capitolo della tua saga è appena diventato disponibile in e-book e cartaceo. Dopo 8 anni, 7 romanzi e 1 novella di cui si compone la tua saga di fantascienza, la storia è giunta alla fine, un po’ come è successo per Star Wars con il IX capitolo della saga.

Per festeggiare ho alcune domande per te.

Dopo così tanto tempo avrai quasi convissuto coi personaggi nella tua testa. Ti mancheranno? Qualcuno in particolare?

Onestamente no. Un po’ perché sono stati fin troppo tempo nella mia testa e, tutto sommato, non mi dispiace affatto ridurre la folla là dentro. E un po’ perché prima o poi dovrò tradurre i libri mancanti del ciclo non disponibili in inglese, per cui credo proprio che avrò a che fare con loro di nuovo, prima o poi.
Al di là di questo, ho chiaramente delle preferenze. Tra tutti il personaggio dal cui punto di vista mi è piaciuto di più (e ho trovato anche più semplice) narrare queste vicende è Hassan Qabbani, che, da iniziale nemesi della protagonista di “Deserto rosso” (Anna Persson), si è preso sempre più spazio nella storia fino a diventare una delle colonne portanti di tutto il ciclo. È a sua volta protagonista di “Sirius. In caduta libera”, ambientato nell’orbita terrestre, e della seconda parte di “Nave stellare Aurora”, che è intitolata “L’alleato” e che si svolge tutta sul lato lontano della Luna.
Lui rappresenta per me la figura classica dell’astronauta, quello che vede nello spazio il proprio elemento. E ciò lo rende capace di mettere da parte la paura, perché il desiderio di trovarsi lassù è mille volte più forte. È pieno di talenti e disciplinato, ma ha quella scintilla di follia che ogni vero astronauta deve per forza possedere, altrimenti non gli verrebbe mai in mente di farsi sparare nel vuoto da un razzo!

Star Wars ha prodotto anche serie TV, serie animate e film etichettati come “A Star Wars Story”. Tu pensi che in futuro riprenderai il progetto in mano dandoci un ulteriore assaggio di storie legate a quell’universo o a quei personaggi?

Mi piace questo parallelismo con Guerre Stellari (perdonami, ma per me si chiamerà sempre così). Diversi anni fa, quando stavo scrivendo la prima versione de “L’isola di Gaia” (è l’unico romanzo originale che ho scritto prima del 2012 e ci ho messo tre anni!) mi crogiolavo nell’idea di mettere insieme una saga complessa tutta mia e quella di Lucas era un riferimento ovvio, visto che sono una fan della trilogia classica. Ma a quel tempo non avrei mai creduto che ci sarei riuscita, né che ci avrei veramente provato.
Adesso l’universo dell’Aurora è talmente radicato in me, che credo mi sarà impossibile immaginare un’altra storia ambientata nel futuro che non sia in qualche modo al suo interno, anche se solo marginalmente. E in un certo senso facilita pure le cose, rispetto a dover reinventare tutto da capo.
Anzi, sospetto di averlo già fatto in un altro mio romanzo di fantascienza, “Per caso”, anche se quest’ultimo si svolge in un futuro molto più lontano.
Non ho progetti precisi in questo senso riguardo ad altri romanzi, ma diciamo che tutto è possibile. Ne parlo anche in una nota dopo la fine di “Nave stellare Aurora”, ma, per scoprirne il contenuto, dovrai leggere il libro.
Addirittura ci sarebbe poi da esplorare la finzione nella finzione, poiché uno dei personaggi del ciclo dell’Aurora è uno scrittore!

Dopo il dovuto riposo, ti dedicherai ad altri progetti?

Il mio prossimo obiettivo è completare la traduzione in inglese della trilogia del detective Eric Shaw (è una serie di crime thriller) e poi pubblicarla.
In quanto a nuove storie originali, ho appunti per almeno 10-12 romanzi, ma in questo momento voglio staccarmi un po’ dalla scrittura e concentrarmi sul riempire di nuovo il mio serbatoio creativo (chiamiamolo così), perché, dopo aver pubblicato 15 libri in otto anni e mezzo (tutti, tranne uno, scritti in questo lasso di tempo), mi sento decisamente appagata e allo stesso tempo un po’ svuotata.
Ho voglia di poter dire cose nuove e, per farlo, prima devo viverle, anche se (o forse, viste le storie che invento, dovrei dire per fortuna?) in gran parte solo nella fantasia. 😉

Grazie mille per questa piccola intervista per il mio blog. A questo punto non ti nego che mi hai incuriosito ancora di più. Sono uno di quelli che ha prenotato il tuo libro su Google Play Libri a metà del mese di novembre. Parlando del tuo romanzo autoconclusivo “Per caso”, mi è piaciuto molto.

Non posso che consigliare questo nuovo libro, ma, chiaramente, per non perdersi, occorre partire dal principio, ovvero da “Deserto Rosso – Punto di non ritorno” che è una novella che ci proietta dentro la storia sin da subito, facendoci legare col personaggio di Anna Persson, un po’ come camminare lungo un corridoio e vedere una porta in fondo lievemente spalancata da cui c’è una luce. Quando ci giungi davanti la apri e resti colpito da ciò che vedi e, a quel punto, continui ad andare avanti. Mi mancheranno questi personaggi, ma avrò sempre la possibilità di rileggere i libri del Ciclo dell’Aurora dal principio.

Voi lettori del blog avete letti i libri di questo ciclo? Siete pronti per partire con questo nuovo viaggio spaziale?

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