Opinioni e social network

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Assodato che la censura esiste, la mia domanda è: ne vale la pena di stare su un social network? Soprattutto, si può davvero pensare di esprimere la propria opinione senza essere censurati e bannati per mere stupidaggini?

Direi che è giunto il momento di lasciar perdere i social network, nel senso di non condizionare la propria vita in funzione degli stessi, di non prenderli troppo sul serio per farci sopra dibattiti importanti con persone che non si conoscono, o finire per parlare da soli come un pazzo in un corridoio di un ospedale psichiatrico, se mi consentite, nel senso che è un po’ come parlare da soli per strada, si corre il rischio di essere guardati da gente che pensa ti dovrebbero mandare in un manicomio.

Consideriamo poi che sono gratis e tracciano tutto ciò che facciamo e si vendono le nostre abitudini a tutto il mondo.

Ma il problema non sono SOLO questi signori miliardari che decidono LORO cosa puoi dire o no. Tra l’altro sei in casa loro e GRATIS. Devi sempre pensare a questa cosa. GRATIS. Quando una cosa è GRATIS qualcosa non torna.

Dicevo, il problema sono anche alcuni utenti di queste reti sociali. In alcuni specifici casi si tratta di folle oceaniche che amano la rissa virtuale per qualsiasi cosa.

Mai si voglia se partecipi a una discussione politica presente in un trend topic di Twitter (argomenti che variano per hashtag e presenti diverse volte al giorno), anche esprimendoti senza esagerare. Non è difficile arrivi qualcuno che ti dia dell’«idiota che non capisce nulla perché la verità è A, B, C e D». Alcuni politici alimentano questo tipo di cose, la rissa virtuale, l’accapigliarsi e, a quel punto, si scatenano le schiere di fanboy che segnalano il tuo profilo e tacchete ti fanno bannare oppure ti banna il politico di turno.

Oppure ti ritrovi a parlare da solo, come per strada ad alta voce.

Non sia mai tu esprima un’idea di incertezza verso il vaccino. Idea incerta che hanno inculcato (senza pudore ma dicendo di aver operato il diritto alla cronaca) i media italiani e non, i governi di tutte le nazioni d’Europa facendo limitazioni di età, mettendo al bando certi vaccini, per non parlare dei super contratti segreti in cui l’azienda farmaceutica ha carta bianca e tu nazione che compri non puoi dire nemmeno: “A”. Insomma, loro creano confusione e noi non dobbiamo farci qualche domanda.

E se si parla di Passaporti Vaccinali? Ci sono alcuni virologi e immunologi che parlano anche di politica e dei Passaporti Vaccinali che vanno fatti per forza. Oramai sono invitati ogni giorno in un salotto televisivo e, invece di studiare e fare ricerca seria, sono diventati famosi, gli viene chiesta un’opinione su come sta facendo il governo, oppure del Passaporto Vaccinale, il quale passaporto ti priva della libertà. Perché basta nulla. Oggi senza quella identità digitale EUROPEA non puoi fare solo A, domani B, poi C, e D, E, F, G, H. A pensare male si fa peccato, ma si indovina sempre. Oppure magari tra un anno si capirà che è il caso di toglierlo di mezzo, perché, voglio dire, allora inseriamo tutte le malattie e discriminiamo le persone in base alle stesse. Perché no? Chi ce lo impedisce, in teoria?

Tra l’altro il Passaporto Vaccinale italiano, denominato “Green Pass” (giustamente va usata una denominazione inglese visto che sappiamo bene che chiunque viva in Italia ha come lingua madre l’inglese e non l’italiano) non ha superato l’avallo del Garante della Privacy come deliberato sulla Gazzetta Ufficiale datata 23 aprile 2021, per cui nessuno può richiedere a un cittadino un Passaporto Verde senza violare la leggere ed essere potenzialmente denunciato, anche se a pochi importa. Andava fatto, giusto? Qui il link che punta a sito del Garante della Privacy, in modo che chiunque possa leggere per conto proprio cosa dice.

Aggiornamento recente: il Garante della Privacy, non so dove o perché, ha benedetto il “Green Pass”, ecco ora siamo tutti più tranquilli. La pandemia non c’è più.

In questi casi davvero si scatena la guerra santa, vengono fuori estremismi da un lato e dall’altro. Favorevoli e contrari che scendono sul ring virtuale dei social network a fare confusione e lotta nel fango.

La gente davvero si prende a testate in bocca virtuali su Twitter. Nei trend del momento compare sempre qualcosa su questi argomenti, vai a spulciare e… si sentono le urla da dietro la tastiera per quello che la gente scrive.

Sono davvero disgustato della quantità industriale di polemiche che si fanno da un lato e dall’altro per aver espresso una opinione. La gente, se la senti scrivere, sa perfettamente qual è la verità. Sono io il pollo che non capisco un tubo fritto in aceto.

Se poi consideri che qualcuno di questi deliranti fanboy aggiunge anche offese, la cosa è ancora più spiacevole, disgustosa, e allora forse arrivi anche a pensare che se un social network censura certi utenti fa pure bene. Sinceramente rimango basito quando leggo di attori, cantanti, politici e influencer che vogliono dare l’esempio e poi si lasciano sfuggire vomito in quantità industriale su tutti quelli che la pensano diversamente. Sembrano quasi tornati i tempi del Medioevo. Ti fanno il loro sermone dal profilo pubblico, dalla pagina del social network, predica tipo Papa, ma non sono il Papa, sia chiaro. Sono persone alla ricerca di ulteriore consenso, e ne trovano.

La verità è che il social network non nasce per scambiare opinioni su attualità e politica in maniera sentita, non nasce per spedirsi insulti dietro una tastiera. Il social network ha una sua utilità, ma è diversa da quella per cui viene usato oggi. Certo, ognuno lo usi come meglio crede, per creare buone connessioni, per quanto a volte non è facile.

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4 pensieri su “Opinioni e social network

  1. Io è un anno e passa che ho rinunciato a dire la mia sui social e in verità anche sui blog. Non solo per la censura (e l’evidente propaganda di determinati punti di vista), ma anche per l’incapacità delle persone di pensare con la propria testa e provare ad accogliere un pensiero diverso senza dare di matto. Sono proprio gli altri utenti dei vari social a darti addosso, a usare aggressività se osi dire qualcosa che non è in linea con la pubblica opinione. Sinceramente, a questo punto le mie idee me le tengo per me.

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    1. E fai bene. Ho adattato anche io questo modo di pensare (purtroppo da poco, avrei dovuto farlo molto prima), anche perché non essendo io un influencer (e non voglio esserlo) non cambia perfettamente nulla. Almeno staccandotici può darsi che si respiri aria pulita, si ritrovi un attimo di pace. Che parlino pure gli altri.

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  2. Sposo ogni tua parola. Mi guardo bene dal dire la mia sui social o dal condividere informazioni controcorrente. Sarebbe come accedere volontariamente nella fossa dei leoni e io preferisco vivere, anche perché, parliamoci chiaro, dove la trovi tutta questa intelligenza e questa maturità nei social! E parlo a tutti i livelli: i primi ai quali ne vieterei l’uso sono i politici.
    Non approfondisco la mia posizione in tema di vaccini, mi sono espressa fra le righe in un mio precedente post, ma se qualcuno ha colto non ha voluto approfondire e lo ringrazio: non ho intenzione di discutere su diritti legittimi e libertà sacrosante.
    Sto a guardare, ma aspetto il momento in cui mi sembrerà lecito e opportuno fare la guerra!

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    1. Grazie per il tuo commento. Non sapevo che ti eri espressa tra le righe. Devo leggere ancora i tuoi ultimi articoli. Questo testo è la seconda di tre parti. La terza arriva venerdì. Ho sudato freddo per pubblicare queste tre puntate perché ho temuto di perdere amicizie, anche se virtuali, di offendere qualcuno. L’ho modificato mille volte con una tale ansia in corpo.
      Oggigiorno è diventato sempre più difficile esprimersi perché davvero le parole diventano sempre più difficili da mettere in sequenza nel modo più idoneo. 🙂

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