NaNoWrimo 2018: 50’506 parole!

E anche quest’anno ho vinto il NaNoWriMo.

Ricordo per chi si chiedesse cos’è il NaNoWriMo che si tratta di una sfida che si svolge durante il mese di novembre di ogni anno. I partecipanti hanno 30 giorni di tempo per scrivere 50’000 parole che a tutti gli effetti sono la dimensione minima per definire un testo “romanzo”; lasciate perdere infatti ciò che l’editoria consegna come romanzo a volte anche per testi di appena 10’000 parole.

Cosa si vince? Nulla. Si impara a scrivere tutti i giorni e a pianificare la storia, più o meno.

Quest’anno sono partito a digiuno. Un testo scritto da zero. Il quinto volume de “Le parole confondono” nemmeno esisteva, nel senso di nemmeno un paragrafo. Sapevo chi era il protagonista e cosa doveva fare più o meno, quali erano i legami con la storia contenuta nei volumi precedenti, ma non conoscevo quali erano le sue precise vicende personali, quale era il suo conflitto interiore. Infatti è stato durante la scrittura che mi si è illuminata la mente e ho capito chi era Andrea Marini nonno e qual era il rapporto che lo univa ad Andrea Marini nipote e qual era il trauma infantile che lo ha portato a diventare prima freddo e poi a cambiare.

Mi sono avvilito in certi momenti perché, se notate l’andamento progressivo del grafico, sono riuscito a scrivere giusto giusto il minimo richiesto per ogni giorno, ovvero 1667 parole. Qualche giorno ho scritto 2’500 parole ma solo perché sapevo che il giorno dopo non sarei riuscito a fare molto.

Durante la scrittura di questo romanzo ho iniziato a rileggere dal mio Kindle Paperwhite il primo volume di questa serie. Ho dovuto perché i due testi raccontano dello stesso periodo e del papà e della mamma di Andrea nipote, della nonna di Giulia, quindi dovevo quanto meno capire se già nel primo volume gli avessi assegnato dei nomi perché non lo ricordo affatto (e al 90% nel primo volume il padre e la madre di Andrea non avevano ancora un nome essendo personaggi molto secondari), rinfrescarmi la storia dal punto di vista del ragazzo.

Essendo passati sei anni ho visto uno stile un po’ diverso e alcune cose che vanno un po’ sistemate. È pur sempre il mio primo romanzo e anche se all’epoca pagai un editor, nel frattempo ho acquisito maggior sicurezza. Il testo è scritto bene, ma voglio sistemare alcune piccole cose.

Lo farò, aggiungerò anche delle note a fine testo come ci sono in tutti i miei romanzi successivi a quello. Perché mancano? Perché una blogger criticò le note che inserii nella mia prima pubblicazione in e-book. In un certo senso le note che erano solo una appendice, nulla di legato alle storie e ai racconti della pagine precedenti, furono criticate, in realtà mi fu fatto capire che non potevo mettercele perché non ero un autore famoso. Mi ispirai infatti a Stephen King che a volte nelle sue raccolte di racconti spiega da dove è nata l’idea per il racconto X. Fui traumatizzato da questa recensione che mi criticava sta cosa al punto che non pensai nemmeno per un attimo di ripetere l’esperienza. Che poi, perché non potevo mettercele?

Sistemerò quelle piccole cose, senza fretta perché sono inezie, e la storia non cambierà di una virgola.

Dovrò poi finire e rivedere ciò che ho prodotto durante in NaNoWriMo perché, a differenza di ciò che crede chi non vi ha mai partecipato e di chi schifa e critica a morte questa iniziativa, il NaNoWriMo non consegna un romanzo pronto per la pubblicazione, ma mette insieme una primissima bozza di un testo, a volte pure incompleta. Ho spesso sentire: «Eh, sì, la gente in un mese si crede di scrivere e pubblicare un romanzo». Onestamente non so perché la gente si faccia questa idea precisa e sbagliata, da saccente e a volte la esprima con acidità, diffondendo proprie idee errate che non stanno né in cielo né in terra, come quando un paio di autori famosi dichiararono durante una loro presentazione che loro scrivono romanzi in 20 giorni. Ma sì, 20 giorni e perché non UNA settimana? Ci sarà magari un corso a pagamento che ti insegna a scrivere un romanzo di 5-7 giorni, no?

Continuo a scrivere di questa serie perché i personaggi evolvono. I punti di vista cambiano moltissimo. È una sfida personale che mi piace. Adoro Andrea, Giulia, Francesco, Gianluca e nonno Andrea.

Chiunque altro al mio posto si sarebbe fermato al primo volume, forse al secondo. Ma mai e poi mai non avendo un seguito avrebbe proseguito per ben cinque volumi e oltre. Dico oltre perché magari potrebbe essercene un sesto, ma al momento non è in programma.

Dovrei editare il romanzo concluso sull’editoria, ma per ora passo.

Ci sarebbe da concludere il quasi finito romanzo sul selfpublishing, ma anche stavolta passo.

Non ho tanta voglia di impiegare 3’547’827 kilojoule di energie e perdere tempo in questo periodo.

Tra le altre idee disperate pensavo di pubblicare sotto pseudonimo qualcosa di più semplice e meno impegnativo.

Le parole confondono, Certe incertezze, I motivi segreti dell’amore fanno parte dei primi tre volumi della serie “Le parole confondono”

Volete leggere il V volume? Cosa vi aspettate da me esattamente? La pubblicazione del romanzo sull’editoria? Quello sul selfpiblishing? Il V de “Le parole confondono”? Anche un VI?

4 pensieri su “NaNoWrimo 2018: 50’506 parole!

  1. Il tuo grafico del Nano è perfetto! Vuoi mettere il mio con il saliscendi continuo?! 😀
    Questa cosa delle note sul primo libro è intrigante… perché mai un autore esordiente non dovrebbe scrivere delle note se si sente di farlo? Non vedo poi il nesso tra l’essere famosi e l’inserimento delle note… Pensa che io le sento come un segnale di maggior rispetto dell’autore verso il proprio lettore, un tentativo di accorciare la distanza tra chi scrive e chi legge, al di là della narrazione pura. Per favore, inseriscile. E considera che certe critiche sono più dettate dall’invidia che da altri argomenti oggettivi…
    Sul fatto di scrivere un romanzo in 30 giorni, beh, c’è chi ne ha scritto uno in 28 giorni quest’estate e l’ha inviato al concorso DeA Planeta. Segno che la cosa è fattibile, ovviamente molto dipende dalla situazione lavorativa e famigliare, nonché dalle esperienze di scrittura già fatte. King scrive uno dei suoi romanzi in tre mesi, ma solo ora che è scrittore a tempo pieno. Quando lavorava in una fabbrica per 10 ore, dubito ci mettesse solo tre mesi. 😉

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    1. Pensa che credevo che avrei fallito il mio primo NaNo quest’anno. Mi sono proprio dovuto forzare, forse dipendeva anche dal fatto che il mio nuovo romanzo era stato appena pubblicato il giorno prima e lo avevo sistemato fino a qualche giorno prima. Ho accumulato stanchezza.

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  2. Complimenti Giovanni! Hai fatto davvero un super sforzo anche tu, come Barbara. E in più come hai detto, avevi appena pubblicato, quindi posso immagine la grande stanchezza.
    Per rispondere alle tue domande finali, spero che porterai a compimento i romanzi sull’editoria e il selfpublishing (non avevo capito che fossero due storie separate). Magari anche per te dedicarti a qualcosa di diverso sarà una ventata fresca.
    Le note in fondo ai romanzi secondo me sono una bella cosa, non vedo proprio perché criticarle. A me piace sempre leggerle, come i ringraziamenti.

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