L’autore e la rockstar

Oggi è più facile riscoprire una rock star che un autore. Più che uno scrittore, oggi se non sei un personaggio, se non crei un personaggio intorno a te difficilmente riuscirai a venire allo scoperto senza impegnare tantissime energie.

Ci sono case editrici (forse due, non so, io ne ho contate due per il momento) che dimostrano la tendenza. Pubblicano solo libri che si presume scritti da qualcuno che anche se è esordiente a livello di romanzi o racconti non lo è in generale. Se sei un quasi fenomeno da baraccone allora ti valutano e pubblicano in un mese… Beh, forse non un mese, ma arrivi alla casa editrice per canali diversi dal classico invio cartaceo. Se magari ti sei fatto un reality o un talent show puoi essere contattato da un giornalista che ti scrive il libro e lo passa per tuo e si vendono tantissime copie… Eh certo! Chi è che in Italia non conosce i reality? Solo io potremmo dire. Tutti quelli che sostengono certe persone sono reality-dipendenti.

Un autore esordiente deve creare un personaggio. Aprire un profilo facebook, dove scrive cose sopra le righe, dove spinge a una moda, dove, insomma, non deve passare inosservato. In fondo tutti quelli che chiedono un’amicizia su un social network diventano i potenziali acquirenti del tuo prossimo romanzo. Ma se tutto questo è vero, non si parla di gran letteratura o di buoni libri, in altri casi è vero il contrario. Chi mai non comprerebbe un libro scritto da uno visto in un reality? Chi mai non comprerebbe il libro di uno sconosciuto che ha creato un personaggio sopra le righe? Non lo so. Io di certo non lo faccio.

E i libri dei politici? Ah, beh, ve li consiglio. Io non li compro. Già dicono abbastanza balle quotidianamente. Leggere delle balle anche per iscritto e contribuire allo stipendio del loro centesimo colf non mi interessa. Se volete posso darvi gli estermi del mio conto corrente e mi fate una donazione di un euro se vi ho fatto fare una risata alla fine di questo articolo. 😉

In ogni caso è innegabile che scrivere un libro non basta. Se si crea un personaggio intorno a chi ha scritto il libro, questo si vende meglio. Se volessimo adottare una strategia da politico potremmo aprire un blog e scrivere che abbiamo venduto mille copie dopo la prima settimana e chi, visitando il blog, non penserebbe “se ha venduto così tante copie, forse forse anche io dovrei acquistarlo”. Sono strategie.

Si potrebbe mettere la foto sul blog di una libreria dove al primo posto delle vendite c’è il tuo romanzo in mezzo a Faletti, Grisham, King, ecc… È un’idea, no? 🙂 Pure simpatica se vogliamo. Ci si accorda con il libraio se lo si conosce e in 5 minuti si crea un nuovo caso letterario, oppure potrebbe essere che tutti ci convinciamo della validità di un libro e lo si compra. Alla fine il testo colpisce in modi diversi persone diverse. Sono gusti.

E scrivere un libro porno? Magari la tendenza istigherebbe all’acquisto. Certo, anche in questo caso non si parla di letteratura, ma di operazioni commerciali, di strategie di marketing.

Fatto sta che un libro da solo non si vende, magari si potrebbe metterlo gratis sui canali P2P, Torrent per farlo scaricare a milioni di utenti… Milioni se vivete negli States e vi chiamate Megan Lisa Jones o Megan Lisa Jones. Ovviamente BitTorrent non serve a scaricare eBook, musica e film in modo illegale e gratuito. È falso. È solo un canale. Sul torrent si scaricano anche distribuzioni Linux da 4.4 GByte di spazio,  o serie televisive di esordienti che preferiscono vivere di donazioni, come ne caso di Pioneer One. Il torrent allegerisce la distribuzione decentralizzando gli scaricamenti. E NON è assolutamente un canale solo per cose illegali. Se per strada spacciano droga allora la strada non diventa il mezzo per eccellenza per lo scambio di droga, vi pare? Per strada si fanno anche delle bellissime passeggiate a pochi passi dal mare, si incontrano persone, si vive.

Naturalmente c’è anche chi si adatta ai gusti della massa, alle mille regole, forse necessarie, forse, e pubblica un libro buono, decente, con una piccola casa editrice, ma poi si deve fare tanta gavetta, tantissime presentazioni che possono anche dare soddisfaizone. Sì, sono dell’idea che la fase di post produzione del testo, ovvero le presentazioni, sono la parte più divertente, peccato che in alcuni casi bisogna darsi talmente tanto da fare che si rischia anche di prenderla a male se va male, ma in ogni caso si deve pensare positivo.

Voglio precisare che l’articolo si è limitato a quelle due case editrici (una medio/grande) che ho individuato usare questo metodo di pubblicazione. Ce ne saranno altre 200-300-400 (non so quante ne sono, non le conosco 🙂 ) che non pubblicano volti noti e non si affidano a storie note.

Per concludere con una citazione (famosa, resa in una canzone di Vasco Rossi) che non si sposa bene all’articolo: «Oggi è la TV a dire se una cosa è vera oppure no».

Alla prossima.

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