Lezione n° 6 – L’ispirazione giusta

Nella terza lezione di «Scrittura creativa» abbiamo parlato del motivo che ci spinge alla scrittura. Inizialmente, per sgranchire le mani, può andar bene scrivere di qualsiasi cosa. Anche di storie che ci hanno riferito altri, ci può andar bene descrivere in tutto e per tutto una o più persone precise, ma, c’è ovviamente un «ma», uno scrittore vero non parla della sua vita personale o di quella degli altri che conosce. Lo scrittore vero cerca una ispirazione e crea.

Ispirazione. Chi era costei?

Ricordate il film “Il silenzio degli innocenti”? Quello in cui c’è un maniaco che mangia le persone? Cosa dice? Dice che i suoi desideri vengono osservano le persone ogni giorno, le cose che uno desidera sono quelle che vede ogni giorno. Naturalmente si mettono in moto i sensi. Le pubblicità ripetute 50 volte al giorno ci convincono che abbiamo assolutamente bisogno dell’ultimo telefono intelligente uscito, quando poi non è vero. Abbiamo già un cellulare e non abbiamo soldi e necessità vera di comprarne uno nuovo.

E lo scrittore da dove prende le sue idee? Dalle persone che incontra. Dalle cose che vede, scava e altera le sue percezioni su eventi e fatti. Immagina. Cosa accadrebbe se… ?

Non ci avete capito nulla? Provo a spiegarmi in modo più semplice. Vedo una persona. Rimango colpito dal fatto che ogni 5 minuti si tocca la punta dei capelli, ne vedo un’altra che ogni qual volta le suona il cellulare sul treno si guarda prima per alcuni secondi intorno e poi risponde. Vedo un libro abbandonato su una sedia… Prendo questi elementi e creo un nuovo personaggio che ha il vizio di toccarsi i capelli ogni 5 minuti e che quando suona il cellulare, ovunque sia (non solo in treno), si guarda sempre in giro, come se valutasse se conviene rispondere o meno. Cosa nasconde? Poi questa persona si allontana dalla biblioteca e lascia il suo libro sul tavolo. Lo stesso libro che abbiano visto altrove e che ci ha colpito.

Potrebbe essere non un libro, ma una scatola di pastelli, di cioccolatini. Insomma si attinge dalle esperienze proprie, dall’ambiente che ci circonda, dalle cose che ci raccontano, ma poi dobbiamo avere l’abilità di modificarle e di adattarle a una storia di senso compiuto che abbia però la forza di trascinare il lettore paragrafo dopo paragrafo fino alla fine.

Certo, questa è la teoria, ma nessuno ci vieta di parlare di nostro fratello o di noi stessi, solo corriamo il rischio di rendere la scrittura più difficile e meno interessante a meno che nostro fratello non sia una fonte di ispirazione così interessante che va anche bene e, soprattutto, che non si risenta rivedendosi nel testo. Avvertiamolo se poi ne venisse fuori un romanzo che vogliamo mandare a un editore 😉 .

La scrittura è invenzione allo stato puro. Nessuna delle cose accadute in un libro sono accadute nella realtà nello stesso identico modo e coinvolgendo le stesse identiche persone. È tutta invenzione.

Succede subito di scrivere una cosa così bella e interessante? No. Per arrivare a una storia che abbia tutte le caratteristiche richieste occorre, tempo, calma e molta revisione. Revisione? Cioè? Ne parleremo a tempo debito.

Alla prossima lezione di «Scrittura creativa».

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