#Pubblicare a #pagamento… o no?

Sto per dire un’eresia? No, no, calmi. Io non ho intenzione di pubblicare a pagamento. Prima del 2009 pensavo che per pubblicare bisognasse pagare, sempre. Poi ho incontrato degli editori che non chiedevano soldi, ho visto pubblicati ben 8 miei racconti in altrettante antologie senza pagare nulla.

C’è un’altra pubblicazione a pagamento di cui nessuno mai parla e che pochi conoscono. Un visitatore del blog mi ha chiesto spiegazioni su alcune mie affermazioni che sembravano contraddittorie. Sì, non conoscendo i fatti nella sua integrità effettivamente le mie parole risultavano contraddittorie.

Onestamente non volevo nemmeno parlarne perché questi tipi di articoli sono quelli che deprimono. Che non vengono letti o che vengono letti storcendo il naso e interrotti a metà imprecando e maledicendo l’autore dell’articolo e inserendolo forse nella lista nera.

Ho indagato, mi sono informato, ho chiesto a persone “coinvolte” nei fatti e mi si è aperta una nuova porta di conoscenza.

Di che parlo? Pubblicare con una grande case editrice è possibile se si richiedono i servizi di un grande agenzia letteraria. Il costo di una valutazione di un testo di 250 cartelle è fatta per 423,50 euro. Per cartella intendono 2000 battute spazi inclusi. Se io volessi chiedere loro una consulenza? Se volessi capire il mio testo come va? Il mio primo romanzo consta, considerando 2000 caratteri per cartella, di 296 cartelle. Immagino che nel mio caso si parlerebbe di 500  o 600 euro solo per sapere come va il romanzo. Immaginiamo che occorra farne l’editing… Bisognerebbe iniziare a pensare alla donazione di un rene… Forse, chissà. Non so quanto valga un rene.

Da una fonte ho saputo che per essere valutato, editato e poi rappresentato occorrono 3000 euro, almeno in quel caso specifico, chiaramente il discorso cambia da caso a caso, ma sicuramente non si parla di pochi euro. Rappresentati significa che il testo ripulito e corretto sarà sottoposto a case editrici di grosso calibro. È un investimento che potrebbe valere? Dipende da quanto guadagnate al mese e in che modo volete spendere i vostri soldi. Per chi non lo sa, la rappresentanza ha anche il suo costo successivo. In genere il 10% dal ricavato del diritto d’autore che percepirete una volta pubblicato. Se venderete 1000 copie del vostro libro e per ognuno di esso ricavate 1 euro di diritti d’autore, l’agenzia prenderà 100 euro dal vostro ricavato sulle 1’000 copie. Se ne vendete 10’000 (volesse il cielo) saranno 1’000 euro. Naturalmente a pubblicazione e a vendita delle 1’000 (10’000) copie. Mi sembra anche chiaro che un’agenzia non si prende l’onere di rappresentare un testo che non vale nulla. Ci rimetterebbe la faccia con il cliente. E, in questi casi, da quanto ho letto sul sito, si parla di grossi clienti.

Altra modalità di pubblicazione è quella di frequentare un corso molto rinomato (dove per rinomato si intende che costa molto, tipo 2000-3000 euro? Tipo… più o meno: in quanto più si paga, più deve essere “valido”). Chi è dietro al corso ha contatti molto stretti e molto in alto. Chiaramente se non siete bravi non pensateci proprio. Penso che nemmeno vi accetteranno. Non so come funzioni in quei corsi. Non mi sono informato e non mi interessa. Potreste anche trovarvi a spendere tantissimo e non arrivare da nessuna parte, ma se vi siete messi sotto, scrivete molto, revisionate molto e leggete moltissimo, se avete avuto modo di far leggere qualcosa di vostro a chi ne capisce e vi dice che c’è stoffa, allora tentar non nuoce giusto? Dipende. Ognuno scelga liberamente.

Ma questo modo di accedere molto in alto come lo si può chiamare? Editoria a pagamento? Certamente no. Non sto assolutamente parlando di editori che accettano soldi per pubblicare. Hanno dei criteri di valutazione rigidi, selezionano poche cose e si fanno filtrare i testi da grandi agenzie letterarie. Questa pratica non ha un nome e, visto che non mi piace etichettare persone o fatti, nemmeno mi interessa… D’altra parte ho conosciuto chi ha usufruito di una situazione simile rinnegando (giustamente) l’editoria a pagamento. Forse il testo era decisamente perfetto e quindi si è dovuto pagare solo il costo della valutazione del testo? Non lo so. Pensate che qualcuno che abbia sborsato una certa quantità di soldi lo venga a dire a me o voglia farsi pubblicità? Certamente no, vi pare?

In altri casi per pubblicare ad alti livelli ci si può affidare al premio Calvino, dove vengono fuori nomi interessanti ogni anno. E lì ci sono contatti, almeno credo, visto che i vincitori del concorso vengono poi pubblicati con grosse case editrici. Ma a differenza dei casi citati sopra il Calvino è accessibile a tutti i comuni mortali con aspirazioni scrittorie. Vedersi selezionati in quel premio è una grande soddisfazione. Si corona il sogno della scrittura. Io lo consiglio.

Se poi ci interessa rimanere coi piedi per terra e pubblicare anche con un piccolo editore (che dà tanta soddisfazione) avete letto l’articolo sbagliato 🙂 . Oggi si parlava di altro.

Se non mi avete messo al rogo per questa serie di mie eresie, ci aggiorniamo.

Alla prossima.

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2 pensieri su “#Pubblicare a #pagamento… o no?

  1. Se uno deve spendere 3000 euro per farsi pubblicare da un grande editore, è evidente che c’è qualcosa che non va. È chiaro che,, se poi la cosa va in porto le possibilità di guadagno sono ben superiori, ma sinceramente se avessi un budget del genere da spendere, autopubblicherei seriamente almeno 2 o 3 libri (coprendo l’editing, il costo della copertina e varie spese accessorie), se sono ben organizzata anche il doppio, nel giro di un tempo più lungo (quindi neanche mi accorgerei della spesa). Parlo di essere seriamente un autore indipendente, cioè editore di se stesso. Forse non divento famosa (chi se ne frega), ma, se mi so muovere bene, recupero la spesa alla grande e soprattutto mi diverto di più.

    Questo per dire che, se un editore (grande o piccolo che sia) pretende che in qualche modo io spenda dei soldi per poter arrivare alla pubblicazione, anche se si tratta di darli a un agenzia per “migliorare” il mio libro, con me starebbe fresco. Esattamente come l’editoria a pagamento, si tratta di una macchina per spennare polli. Ci sono agenzie grosse che chiedono 600 euro solo per leggere e valutare il tuo romanzo. Roba da matti. E poi io dovrei dare loro una commissione sui miei guadagni e rimanere legata a loro per anni? Contando che se va bene 1 su 100 che lo fanno poi riescono davvero a campare di scrittura (ma forse anche meno).

    Sono dell’opinione che si debba tentare di sicuro la via di proporre a un grosso editore il proprio romanzo, ma autonomamente. Viene respinto? Fa nulla, ci hai provato.
    D’altronde loro sì che hanno i mezzi per valutarlo, editarlo, pubblicarlo, distribuirlo e promuoverlo come si deve. Non vedo perché io debba sborsare più della cifra per inviare il manoscritto.

    Sul piccolo editore metto un grosso “dipende”. Personalmente non mi attira, a meno che non ci siano a conti fatti i presupposti per avere un buon servizio da parte loro. Si parla in ogni caso di cedere i propri diritti su qualcosa di tuo, su cui magari hai lavorato anni, e mi pare giusto avere qualcosa di concreto in cambio.

    Comunque alla fine dei giochi a differenza del passato un’alternativa agli editori io ce l’ho: divento “indie”.

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    1. Proporre un tuo testo a una grande editore è tempo perso secondo me. Uno lo fa per sport. Tanto mandi a uno lo mandi pure a un altro, ma penso sia meglio mandarlo altrove. Non se lo leggeranno mai se non hai scritto una cosa fantastica e vendibile, perché poi a loro interessa vendere. Se pure il tuo testo è buono, ma non riscuotesse interesse verso il pubblico te lo bocciano. In più e più mi hanno detto che entrare da “I Colossi Editori” (chiamiamoli così) serve un agente, ergo un’agenzia letteraria, ma non la prima che capita, una grossa 🙂 . Anche io se avessi tanti euro mi affiderei a un bravo editor e mi autoprodurrei, ma quale bravo editor? E, soprattutto, dove stanno i 1200 che mi hanno chiesto in vari editor per i miei due romanzi? 2400 eur non sono roba da poco… Vabbè, pure oggi abbiamo scambiato quattro chiacchiere sul tema.

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