Ieri pomeriggio e stamattina sono stato alla Biblioteca Nazionale per scrivere. È tutta un’altra storia. A casa c’è troppa confusione, televisori a tutto volume, gente che passa e spassa, apre mobili, prende cose, i nipotini che sono assai più peggio della bomba atomica, internet che distrae di continuo. Non puoi né leggere, né scrivere, né vedere un film. Fare un bel nulla.
Sto rivedendo le prime 40’000 parole circa del nuovo, romanzo. Il terzo di quelli “seri”. Romanzo che ha gli stessi personaggi del romanzo di cui si è concluso l’editing con l’editor. In questo, la storia è scritta dal punto di vista di Francesco, che è un personaggio che mi piace molto. Era un vero peccato non scavare nella sua storia personale e fare una sorta di seguito del primo, ma con scene completamente inedite e un romanzo che vive comunque di vita propria.
Nell’altro romanzo il punto di vista è del suo migliore amico Andrea, quindi la storia era limitata ai momenti in cui Andrea conosce Francesco e di tutti quei momenti in cui anche lui è presente. E, nonostante ciò, il romanzo si dipana su vari argomenti e segue l’intreccio tramite i vari personaggi: Andrea, Francesco, Caterina, Giulia, Claudio, Giovanni, Diego. Non potevo in questo modo parlare del passato di Francesco, del come era veramente fatto, quali erano i suoi pensieri, ecc…
Scrivere in biblioteca è una bella esperienza. Anche perché puoi sempre conoscere qualcuno, scambiare poche parole, metterti in moto per raggiungere la biblioteca e riscoprire la tua città. In quella biblioteca ci ho ambientato l’omonimo racconto “La biblioteca” tratto dalla raccolta di racconti “Deve accadere” e devo dire che il luogo era diverso da come lo ricordavo quando da studente ci sono stato un paio di volte, ma è comunque il lato più bello di questa città martoriata dai suoi stessi cittadini, martoriata a tutti i livelli. Ognuno fa del suo meglio per affondarla e direi che ci riescono molto bene. Rendendola completamente invivibile e anche disprezzabile. Per fortuna la Biblioteca è un luogo protetto. Peccato sia chiusa il sabato pomeriggio e la domenica.
Alla prossima.