O almeno per scrivere serve essere motivati e organizzati.
Oramai in letteratura è stato detto tutto e il contrario di tutto. Le storie non riescono a essere nuove, ma possono sempre avere uno stile originale e piacevole. Si pubblicano così tanti libri, nascono case editrici ogni giorno, le librerie grondano sempre di più di libri, libri e libri e le persone leggono sempre di meno.
Un po’ è la crisi, un po’ è un fatto di abitudine. Abitudine alla lettura che non c’è, se pensiamo che un bambino di 10 anni dice che lui odia leggere quando poi non ha mai letto nulla e così andando mi sa che molto lontano non si arriva.
Oggi ci sono tante cose meglio della lettura, no?
Eppure quando uno scrittore si siede alla scrivania per inventare una nuova storia deve essere molto motivato. Tantissimo, soprattutto se un giorno vorrà rendere gli altri partecipi di ciò che ha realizzato.
Il punto di partenza per una scrittura onesta, fatta di carne e sangue, di personaggi che ti possono entrare nell’anima, comincia proprio con l’essere fortemente motivati, pesantemente motivati. E quella motivazione non possiamo cercarla in nessun altro. Deve venire da dentro di noi.
Ecco perché scrivere non è per tutti e non è così banale come le persone in genere possono pensare. Le idee magari ci sono, ma quando manca la motivazione – perché scrivi? – mancano le basi del mestiere. La motivazione è importante. E non tanto il perché scrivi, ma perché vuoi scrivere di quella specifica storia, in quella specifica città, in quella specifica epoca/anno e con quei specifici personaggi.
E questo ragazzo qua, Andrea, che ce la sta mettendo tutta per sentirsi motivato a farvi conoscere la sua storia sta perdendo tempo o fa la cosa giusta?
Pensaci.