Non ci ho pensato troppo. Una lettera non può servire a nessuno, ma a volte, chissà…
Ciao Salvatore,
non ti conosco, ma la tua storia mi ha colpito all’istante. Mentre leggevo l’articolo che parlava di te mi sono fatto mille domande. Una su tutte: perché?
Ma non può esistere un perché, la vita in questa città funziona al contrario, per l’indifferenza di qualcuno altri ne subiscono le conseguenze. Ogni giorno. Stavolta ci sei capitato tu di mezzo.
14 anni vogliono dire sogni, speranze, ridere con gli amici, scherzare e ora invece non c’è più nulla di tutto ciò.
Non ti conosco, ma la tua storia fa soffrire. Potevo esserci io al tuo posto, non importava per me, ma un ragazzo di 14 anni che muore in una città come questa è un dramma che blocca parole, blocca pensieri. Perché? Perché?
Non lo sapremo mai. Non era destino e non è destino. Questo è solo l’ennesimo sopruso fatto sul sangue degli innocenti. Una città in cui la guerra c’è ogni giorno anche se non c’è per davvero.
Piccolo angelo, ora prega per noi che dovremo affrontare questa realtà che cammina al contrario ogni santo giorno. Soprattutto sii un angelo custode per i tuoi genitori. Io, al loro posto, sarei morto.
Piccolo Salvatore R.I.P.