
Mi sembra quasi impossibile, ma nell’attesa dei miei beta reader mi sto divertendo molto nella revisione del romanzo che uscirà dopo il prossimo che pubblicherò.
Per il momento lo revisiono, solo perché mi serve rimettermi al passo con la storia, non perché sia finito. So bene che non basterà una sola revisione e che manco 5 saranno sufficienti.
La storia è lunga perché non esiste un solo protagonista. In questo romanzo sull’editoria e su altre storie ci sono tante trame parallele che percorrono il testo e i personaggi vivono in modo indipendente il loro rapporto personale con la scrittura e l’editoria e con il mondo difficile. Mondo che in questo caso è ambientato a Roma.
La città eterna, dove non sempre tutto è come sembra davvero. Ci sono storie che mi stanno anche divertendo. C’è un personaggio che adoro, perché è spontaneo e molto irriverente, determinato, forse qualcuno lo troverà un po’ antipatico, ma bisogna entrare nei fatti narrati lasciandosi trasportare e penso che la sintonia sia assicurata.
Quando un romanzo è riuscito? Onestamente non lo so. So di per certo che non a tutti piace leggere lo stesso tipo di storia, ma so anche un’altra cosa. Lo scrittore deve divertirsi nella creazione della trama e, per il momento, ci sto riuscendo alla grande. E questo è importante, non è un banale dettaglio.
I problemi sorgeranno quando avrò finito di scrivere questo ennesimo romanzo e mi verrà da pubblicarlo. Il lavoro di revisione non finisce mai e anche quando finisce non lo è davvero, perché ci sono sempre i beta lettori che sono capaci di farmi vedere le cose in modo ancora più attento e a volte scopri errori che pensavi assenti. Poi prima o poi si imparerà meglio a gestire la parola scritta, ma a un occhio esterno credo non sia possibile rinunciare.
In teoria dovrebbe essere più facile gestire questo romanzo, anche se è lungo. Ma, questa volta, la lunghezza è da attribuire al gran numero di comparse che viaggiano in questa storia pazzesca che dà una visione strana sul mondo editoriale e su quelli che sono i poteri forti di Roma. Ci sono poi scene di vita quotidiana in cui i personaggi si muovono e, stavolta, ho provato a divertire facendo anche riflettere, alcuni personaggi polemizzano forse, ma ci sono altri che li mettono in riga.
Non so, ma non ho mai scritto con tanta sicurezza e con tanta semplicità. Sono padrone della storia a 360° e so bene come evolveranno tutte queste vicende parallele. Il finale già l’ho scritto qualche tempo fa. Poi mangiando viene appetito e come sempre le idee ti afferrano e nuovi personaggi richiedono l’ingresso nella storia per aggiungere nuovi punti di vista sui fatti, su fatti molto specifici.
Un romanzo corale, dove l’unica preoccupazione è di non inondare il lettore con troppi personaggi da confonderlo. Stephen King ha spesso creato città dal nulla. Derry ne è un esempio, oppure Castle Rock dove ha ambientato diversi romanzi e racconti. Ovvio che non sono King e che non devo montarmi la testa, anche perché lui ha scritto tipo 60-70 romanzi e ancora va avanti. Io invece ne ho pubblicati appena due, ma altri due si uniranno ai primi due quest’anno. E altri ancora arriveranno, si spera, l’anno prossimo.
E poi da selfpublisher dico che mi sento tranquillo. Non devo forzare nessuno a leggere il mio testo e attendere anni una valutazione, non cerco editori, ma lettori e non applico regole che un editore che pubblica vorrebbe. Sono libero, ma faccio sempre attenzione a quello che scrivo, non è che vado avanti così a come viene. L’ispirazione per fortuna mi accompagna ancora, ma i passi di editing e revisione non si allontanano mai da me e certe volte sono talmente tosti che si arriva a invidiare il momento in cui il romanzo non era finito e si continuava a scriverlo, poi, per fortuna, arriva il momento che metti un punto anche alla fase di revisione e subentra il momento ancora più detestabile giusto due minuti dopo la pubblicazione vera e propria: la promozione.
Ci sarà da divertirsi, insomma.