“Un giorno, sempre”: una nuova recensione

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Artwork: © Giovanni Venturi | giovanniventuri.com

Il primo novembre scorso ho pubblicato il mio nuovo romanzo: Un giorno, sempre.

L’estate a Napoli è la stagione delle stagioni: giunge sempre prima, le giornate diventano ricche di colori, di luce, di sogni e di sorprese. È in un giorno troppo caldo di maggio che Gianluca incontra Francesco; non si vedono da quattro anni ma lui ricorda bene il periodo in cui l’amico lo ha aiutato.

Tornano le forti sensazioni di allora, e i sentimenti d’amore per Francesco, quelli che ha sempre represso, riprendono a invadergli il cuore. È spaventato come lo era allora: non vuole permettere al dolore di riemergere, e non può perdere la preziosa amicizia ritrovata dopo così tanto, perché l’emozione che Gianluca credeva sopita torna ancora una volta a chiedere attenzione, un’attenzione che stavolta dovrà essere assoluta.

Quarto volume della serie “Le parole confondono”, può leggersi come romanzo a sé stante, anche se si consiglia la lettura di “Un giorno, sempre” dopo “Le parole confondono”, “Certe incertezze” e “I motivi segreti dell’amore”.

Giunse una nuova recensione.

Un giorno, sempre è un romanzo che ti avvolge fin dalla prima pagina, facendoti entrare completamente nell’animo dei personaggi. Pian piano ti porta dentro le loro storie, ma soprattutto ti svela senza veli le loro emozioni con una totale immersione. Ho molto apprezzato questa capacità dell’autore di approfondimento psicologico, sia per i singoli personaggi, che per le relazioni interpersonali. Tutto viene analizzato in modo accurato, senza giudizi, portandoti interamente nelle vite dei protagonisti, ma sempre con una delicatezza e una sensibilità che secondo me sono estremamente rare.

Al centro c’è la storia di Gianluca e Francesco, di un’amicizia che si era persa tra gli eventi della vita e che torna in primo piano, forse per trasformarsi in qualcosa in più. Man mano che i sentimenti emergono, vengono svelati alcuni retroscena personali, alternando passato e presente, scene dalla prospettiva intima di Gianluca e quella di Francesco. Intensi e sempre realistici sono i dialoghi, che ci portano in modo diretto dentro le vicende, quasi fossimo davanti a uno schermo.

In questo romanzo psicologico, la storia ti avviluppa lentamente, mentre l’autore ricrea pagina dopo pagina conflitti, incertezze, esitazioni, fragilità di giovani anime alle prese con emozioni e situazioni difficili da capire, gestire, persino ammettere a se stessi.

Altra caratteristica che mi è piaciuta è la cura nelle descrizioni ambientali e soprattutto dell’atmosfera, in positivo come in negativo, nel senso che le sfaccettature delle città sono presenti in modo realistico.

Un giorno, sempre è un romanzo profondo, empatico, che ti fa riflettere anche su quanta leggerezza e incapacità di comprensione ci sia nelle persone rispetto a ciò che non si capisce o è diverso da noi.

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