Il lasciapassare

Oggi è il primo settembre, giorno di lutto nazionale per la definitiva messa al bando di ulteriori libertà, certo ci sono paesi in cui hanno molto meno libertà, ma perché guardare sempre dove stanno peggio?

Comunque condoglianze a tutti noi.

Immagine (C) Giovanni Venturi

Avete mai visto “Fracchia la Belva Umana”?

In effetti, in quel film, c’erano due versioni di Fracchia. Una era quieta e tranquilla, un normale cittadino che nessuno conosce, i colleghi bullizzano in modo estremo, mentre la seconda versione, identica nell’aspetto, era quella di un noto criminale, pluriomicida che entra nella vita del povero Fracchia.

Come si fa per distinguerli?

Facciamoci venire un’idea valida.

Si crea un Green Pass. Il cattivo non avrà il Green Pass e il buono ce l’avrà.

Poi, da morti, alle porte del Paradiso ti chiederanno se sei italiano e, solo in quel caso, dovrai esibire il Green Pass per entrare in Paradiso, sennò vai in Inferno. Peccato che in Inferno ci siamo finiti già nonostante non siamo cattivi o pluriomicida, benché si faccia sempre attenzione, non si faccia movida (mai fatta in verità, non mi interessa proprio!) o si creino condizioni di pericolo (mai avuta intenzione).

Il prossimo passo sarà il codice a barre sul braccio.

«Se hai il codice a barre, ed è valido, puoi uscire di casa, altrimenti muori, sorcio di merda» immagino direbbe uno dei tanti luminari/scienziati che appaiono in TV.

Ricordo quel fantastico testo del 1993 di Vasco Rossi in cui il cantautore dice che è la TV a dire se una cosa è vera o meno e che le persone non sono più in grado di capire se una cosa l’hanno pensata loro per davvero oppure è il pensiero di altri e che se non si appare in TV non si è nessuno e non si esiste più. Gli vogliamo dare torto?

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4 pensieri su “Il lasciapassare

  1. Marco

    In realtà qualcuno ti ha già anticipato, si è tatuato il qr code del lasciapassare verde sul braccio.
    Ha la faccia da bravo ragazzo e già mi dispiace per lui quando si renderà conto della fesseria che ha fatto.

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    1. Sì, avevo letto la notizia mi pare una settimana fa o qualche giorno fa, oramai ho perso il senso del tempo. Non volevo aggiungere nulla che mi portasse a scrivere un articolo chilometrico che nessuno avrebbe letto e che non avrebbe detto nulla di utile.

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