
Leggere le storie di Marco Freccero vuol dire avere la certezza di essere capitati in degli ottimi racconti. È un libro che si compone di diversi storie non brevi; questi testi riescono a entrare nell’anima dei personaggi per quel tempo necessario a potersi immedesimare negli stessi, un tempo giusto per diventare curiosi, capire e leggere come andrà a finire. Sono storie di super eroi quotidiani, gente che potresti incontrare al super mercato o alla fermata del pullman. Ci sono alcuni racconti in cui Freccero risulta particolarmente riuscito nella sua abilità di dire senza dire, di mostrare i fatti e di emozionare, come accade per il racconto Pugni, dove il protagonista è un ragazzino che coi suoi dubbi e le amarezze va avanti. Il finale delicatissimo è un pugno allo stomaco. C’è stoffa, ricorda alcuni bravi autori. Queste raccolte di racconti meriterebbero l’attenzione dei giornali, ogni tanto, giusto per far capire che qualcuno che scrive bene c’è ancora e che non è un autore di una grande casa editrice. Lo dico con stima, perché se incontro un testo che mi piace, non ho alcun problema a dirlo.
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