Legge Levi. Legge Levi. Si è parlato molto in rete di questa cosa nei giorni scorsi, così non potevo non trattarne anche io visto che giorno per giorno si delinea sempre più pulita l’anomalia italiana.
Se non dovessi bastare io con le mie vane chiacchiere c’è sempre un interessante articolo su Finzioni. La legge Levi prevede lo sconto massimo al 15% per i libri e la possibilità di impostare uno sconto massimo del 25% per un mese, credo nel mese di dicembre. Questo cosa comporta? Comporta che si pensa di tagliare le gambe ai grandi negozi su internet. Negozi come Amazon.it che ha proposto uno sconto del 40% per tutto il mese di agosto.
Da quando ho scoperto Amazon.it non ho comprato più libri in libreria tranne rarissimi casi. Capirete che avere 30%, 35%, 40% di sconto è decisamente un incentivo all’acquisto visto che oggi libri di poche paginette (anche 40 pagine) costano anche 10 EUR. E che in media un libro costa tra i 15 e i 22 EUR.
La legge è fatta per spezzare le gambe ad Amazon e dovrebbe, in teoria, tutelare le piccole librerie. Se la politica di sconti diventa la stessa per tutti perché non comprare in un piccola libreria anziché su Amazon.it o presso un libreria “la Feltrinelli” o “Mondadori”? Vi pare? A rigor di logica sarebbe così, anzi vi dirò di più. Se i prezzi sono alti e lo sconto del 15% è davvero minimo la gente che legge (il 10% della popolazione) dovrebbe comprare di meno. Questo potrebbe portare a due conseguenze buone per noi lettori, ma come vedremo non fa altro che ridurre la diffusione dei libri.
Se un editore vuole continuare a vendere deve calare il prezzo di copertina, giusto? Mai un’ingenuità più grande di questa fu detta. Il costo riportato sulle copertine non diminuisce, anzi può aumentare. Perché? Semplice. Il 60% del costo di copertina va ai distributori, ovvero quelle società che prendono i libri da un editore e li distribuiscono nelle librerie. Finché non si fa nulla per diminuire quel 60% il prezzo di copertina non può scendere.
Ora vi sarà chiaro perché molte piccole case editrici non hanno alcuna distribuzione nazionale in libreria e reperire i volumi di scrittori esordienti diventa difficile. In ogni caso la casa editrice che non ha distribuzione ha delle librerie fiduciarie a cui deve proporre il libro magari con il 40% di sconto, sennò picche.
Torniamo alle catene di distribuzione. Molte di queste sono di proprietà di grandi case editrici che risultano avvantaggiate. Per loro non si parlerà del 60% essendo più o meno la stessa società. Non esattamente in questi termini, ma più o meno è così. Quindi questa legge Levi non fa altro che aumentare gli introiti dei grandi editori e non porta alcun vantaggio al lettore.
Seconda cosa. Parlavamo di due conseguenze, giusto? La seconda è la spinta verso il modo dei libri elettronici. La distribuzione diventa via internet, spesso sul sito della casa editrice stessa, oltre che di negozi on-line come UltimaBook, IBS, BookRepublic. Se la case editrice riesce a essere distribuita senza dover regalare il 60% del costo di copertina allora si rimedia con e-book, no? Costano di meno e fanno guadagnare di più un editore, giusto? Nì.
Il mercato degli e-book si apre solo per piccole case editrici. Le grandi non ne vogliono sapere. Vi vendono un e-book allo stesso costo di un libro cartaceo, al più un 10-15% in meno… Sì, lo so, chi più ha più vuole, no? Non si saziano mai. Inoltra abusano del DRM. Uno compra un libro elettronico onestamente e deve vedersi mille e uno complicazioni e limitazioni?
«Ma sapete cosa c’è di nuovo?» dice il lettore medio. «Teneteveli cari cari questi e-book costosi e complicati da avere.»
Boicottiamo le case editrici che applicano il DRM sui loro libri elettronici. Non se ne può più.
Morale della favola, la legge Levi non serve ai lettori, non serve ai piccoli lettori e non serve alla piccole librerie. Non avevamo alcun dubbio sulla sua utilità. Pare che in altri paesi europei lo sconto sui libri sia ancora più basso. Tipo il 5% o il 10%.
Meno si legge e più il popolo resta nell’ignoranza. Figuriamoci se uno che non ha mai letto si sente incentivato a farlo, no? 🙂
Alla prossima.