Lucio Dalla, arte ed editori

In questo periodo sto ascoltando un po’ Lucio Dalla.

Volevo comprare una sua raccolta perché molte canzoni nemmeno le conosco. Sono andato su iTunes e su Amazon e ho sorriso.

Amazon batte tutti, ragazzi… poi ho pensato che non è un fatto di Amazon o Apple. È un fatto di editori/case discografiche. Sono loro che dicono al distributore che prezzo imporre.

Una delle mie preferite è “L’ultima luna”, udita per la prima volta nel bel film “Borotalco” di Carlo Verdone.

Ho cercato. Ed è presente nella raccolta “12000 lune”. Su Amazon compri il CD e ti vengono regalate tutte le tracce in MP3 su cloud Amazon. Su iTunes allo stesso prezzo compri solo le tracce, ma attenzione. Molti utenti hanno fatto sapere che le “12000 lune” su iTunes costava circa 5 o 6 euro, poi, morto Lucio, hanno portato il prezzo a 13,99 euro. E sono stati i discografici, l’editore del disco, non certo Apple di sua iniziativa.

Lucio Dalla è un’artista di quelli che non ce ne stanno più oggi. I discografici e gli editori invece sono squali che speculano anche sulla morte. Probabilmente alla morte dell’artista, poi i brani andrebbero regalati, invece si creano quei tipici fenomeni speculativi disgustosi che sono… sono tipici italiani oppure una cosa del genere ti succede anche a Londra, o a New York? Non lo so.

Poi parliamo male di Amazon, eh? È un colosso, non paga le tasse, ecc… ecc… e poi che ti scopri? Che almeno su Amazon hai un valore aggiunto di un prodotto come una raccolta di brani musicali.

Parliamo del fenomeno della pirateria? Ma un’azione del genere (triplicare il costo di un raccolta su iTunes) spinge automaticamente al download su canali non leciti. Che i discografici non si lamentassero… Ma poi, morto l’autore dei brani, che senso ha dare dei soldi ad altri in sua vece?

Su “L’ultima luna” mi sono interrogato. Cercavo il significato che c’è dietro le metafore usate nel linguaggio di Lucio Dalla. Ho trovato questo ottimo articolo che spiega il tutto: http://polisemantica.blogspot.it/2012/12/lucio-dalla-lultima-luna-e-la-tecnica.html .

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7 pensieri su “Lucio Dalla, arte ed editori

  1. pimmicella

    Ciao Giovanni, spero che tu legga anche se hai scritto quest’articolo anni fa. Ho sentito oggi questa canzone come fosse la prima volta. Mi sono venuti i brividi. Prova a vederla in questo modo: la settima sono gli anni settanta, la sesta gli ottanta, la quinta i novanta, la quarta il duemila, la terza il duemila e dieci, la seconda il duemila e venti, la prima il duemila e trenta 🙂 Ci ho rivisto tutto

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      1. pimmicella

        la riascolterò, con orecchie nuove, grazie 🙂 Cara, forse non l’ho mai sentita, mi incuriosisce, cercherò anche lei e cercherò di indovinare il tuo collegamento 🙂 grazie, a presto

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  2. Mah…
    Come miriadi di altri cantautori, secondo il mio punto di vista, certe frasi vengono scelte per pura estetica musicale… e perché “ci stanno bene”, evocano scenari ultra-fantasiosi ed irrazionali, non penso che ci sia per forza un significato.
    Lo zingaro che si amputa un dito… ma che mai vorrebbe dire? E’ semplicemente un’immagine scioccante ed allo stesso tempo tragicomica, secondo me serve solo a dipingere questo quadro di follia che tutta la canzone si porta dentro fino alla scena finale, che è senza dubbio “la speranza” fuori dalla follia.
    D’altronde, quest’album è lo stesso dove c’è la canzone simbolo della fine degli anni ’70, ovvero , che è evidentemente una cronaca degli anni di piombo e della voglia di uscirne fuori…

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