
È da diverso che tempo che non scrivo un articolo per il blog. Il 9 febbraio scorso è venuto a mancare mio padre, quindi non è che avessi grande voglia di pubblicare un bel nulla, incluso articoli per il blog. Sono letteralmente sparito dai social network e non ci voglio tornare a breve.
Prima che il mondo cambiasse del tutto ero intento a spingermi verso il mio record personale di scrittura. L’ultima mia pubblicazione risale al giugno del 2013 con il romanzo “Le parole confondono”, quindi ero un po’ indietro coi miei progetti creativi.
Sono successe varie cose. Sarebbe problematico elencarle tutte, anche perché spingono tutte a smettere di scrivere, oltre ai motivi per cui normalmente si vuole smettere.
Dicevo del mio record personale. Non ho mai scritto un romanzo intero in tempi così rapidi. Ho partecipato al NaNoWriMo a novembre e in un mese è venuto fuori il canovaccio informe di questo testo. Chiaramente, era un bozza non completa. Il concorso prevedeva di scrivere un testo di 50’000 parole, ma il romanzo completo ne conta 69’676, per un quasi 406’000 battute spazi inclusi, circa 225 cartelle editoriali. Almeno allo stato attuale, sto valutando di inserire un’ulteriore scena finale, ma ci devo riflettere un po’.
Stavolta mi sono sbizzarrito a inventare una città del futuro, anche se molte scene sono ambientate nella mia amata Londra. Ho dovuto coniare un po’ di termini nuovi, mi sono ispirato ad alcuni articoli scientifici e tecnologici per la trama. Non vi nego che è stato molto divertente scrivere di questo genere che di recente ho letto molto ed è stato piacevolissimo inserire delle note che dessero informazioni sugli articoli che ho letto e di cui ci si riferisce nel testo.
Una volta mi hanno criticato di avere troppa fantasia nello scrivere. Non posso farci nulla se le trame e i personaggi mi inseguono.
Per il momento ho il codice ISBN, la copertina, il titolo e il testo. Non mancherebbe null’altro, no? Meglio andare coi piedi di piombo. Stavolta mi sono deciso a fare molte sessioni di editing su diversi formati. Inizialmente solo al computer e pareva perfetto. Poi l’ho stampato e ho mi sono messo con un occhio scientifico, ho messo note nel cartaceo che mi servivano per rendermi conto del mio stile, di alcune parole che facevano spesso capolino e che sono state sparate a vista. Pareva perfetto, il lavoraccio che ha fatto venire fuori il cartaceo… pareva quasi tutto finito. Un romanzo nuovo. Hai il cartaceo, il libro pare prendere vita. Mi metto e faccio l’ebook e spuntano fuori aggettivi inutili, sinonimi tra loro, alcune cose che non mi convincevano e cosette varie che ho sistemato ed è venuto fuori un ulteriore nuovo romanzo. Non credo che ci si possa fermare a sole 4 sessioni intense di editing a 360 gradi. Ho idea di come si scrive, di come si legge e ho quanto prima passerò ai lettori beta che saranno in grado di darmi un’opinione oggettiva e sulla pubblicabilità del testo, ma più che questo, diciamo che c’è il battesimo del fuoco. Il libro c’è e sarebbe un peccato non farlo leggere.
Nel frattempo ho rivisto anche il secondo libro della trilogia “Le parole confondono”, ho ripreso il terzo e penso che inserirò un po’ di cose che mi sono venute in mente ripensando ad Andrea, Francesco e Giulia. Poi ci sono altri 3 romanzi che attendono di essere sistemati. Ce ne stanno di cose da fare, ma manca il tempo e, a volte, la voglia, manca qualcuno che ti sproni, che ti dica: “forza, scrivi e fallo bene, perché ci riesci”. Mio padre non ha mai letto nulla delle mie storie e, ora, non potrà certamente farlo più, so che il mondo va avanti a prescindere. Finché sono impegnato non ho nemmeno il tempo di riportare alla mente i tragici eventi della notte di un mese fa, ma alcuni momenti, quando ti fermi e resti in silenzio, al buio e pensi alle cose non dette, ai gesti non fatti, mi rendo conto di quante cose avrei potuto fare con lui, ma quando due caratteri identici si incontrano è uno scontro continuo, anche silenzioso. Mi rendo conto che non ho la forza di affrontare un bel nulla, soprattutto me stesso.
Volevo farvi sapere che tra non tanto tempo si spera di farvi leggere altro e, con l’esperienza di editing acquisita prima con “Le parole confondono” e ora con “Joe è tra noi”, ho imparato diverse cosette nuovo e altre da imparare ancora ce ne saranno.
La copertina è quella che vedete anche se c’era l’idea per il mio nome in azzurro, che anche non è male. Vedremo.
Direi…Giovanni è tra noi!
Bentornato!
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Speriamo 🙂
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