il rapporto con la lettura: i generi letterari

(C) nicksumm at Morguefile
(C) nicksumm at Morguefile

E se i l rapporto con la lettura fosse come un rapporto con una fidanzata? Se da un libro si cercano attenzioni? E se queste attenzioni non vengono date?

Facciamo un passo indietro, ma da una lettura cosa cerchiamo?

Vale lo stesso discorso per tutti i lettori o bisogna diversificare se siamo scrittori? Magari sì. So di scrittori che si intossicano leggendo libri che non piacciono perché giudicano lo scrittore da scrittore e non da lettore: questo non sa scrivere, io scriverei così cosà. Può essere vero, può essere falso o può semplicemente essere soggettivo. Il vero problema forse sta nel non aver capito il libro che si stava per leggere.

La cosa più difficile per un autore/editore  è individuare il target di un libro. Se il libro non ha un genere definito il problema si amplifica. Se si dice: è un thriller, ma nel thriller c’è una storia d’amore? Non è più il thriller per definizione che ci si aspettava e quindi fa schifo. Tu non mi dai un thriller come dico io che sia solo thriller? E allora vado da un altro. Un po’ come la scena del film “Scusate il ritardo” in cui Tonino cerca di capire dove sta il problema che ha spinto la sua fidanzata a lasciarlo e si sfoga con Anna e Vincenzo. Quest’ultimo gli dice che se una ragazza non gli dà quello che cerca allora deve andare da un’altra.

Si può dire che se un libro non dà ciò che si vuole è un cattivo libro? Sicuramente molti libri sono cattivi libri, ma, più probabilmente, il problema è in due elementi fondamentali: il genere e il target a cui si rivolge il libro.

Se una storia di narrativa varia comprende un sotto genere erotico, un sottogenere mistery, un sottogenere giallo, un sottogenere storia d’amore, ecc… ecc… Non è banale definire il genere. È una cosa seria. Un amico, dopo aver visto il booktrailer, de “Le parole confondono” mi chiese: “Ma cos’è? Un giallo? Una storia d’amore? Un romanzo di formazione?”

Io dovetti dire: un po’ tutte e tre le cose. Ma quanto si influenzano i sottogeneri dentro la storia? Anzi, riformuliamo la domanda: quanto viene influenzata la trama da queste componenti di sottogeneri diversi dentro la stessa storia? E in base alla risposta il libro va pubblicizzato in un modo piuttosto che in un altro. Sappiamo bene la fretta che si ha oggi e quanto poco tempo si dedichi a valutare se il libro che stiamo osservando vada bene per noi oppure no. Se c’è fretta, si legge la trama? No. Se c’è fretta di legge un estratto dell’ebook? Meno che mai o forse si legge un estratto ma di una pagina e lo si fa in modo distratto e quindi si sbaglia candeggio. C’è anche da riconoscere che alcuni libri hanno dei fantastici primi capitoli e si spogliano sono dopo i primi capitoli, rivelando la loro natura scadente.

Come si fa a classificare una storia d’amore, di sesso, di formazione, di crescita, di violenza in un genere specifico? Scegliere “narrativa varia”, che è il genere per l’appunto vario in cui cadono centinai di migliaia di altri testi completamente diversi l’uno dall’altro, è una scelta un po’ infelice. Forse andrebbero indicati accanto al libro tutti i sottogeneri di cui si compone un testo.

La scelta che faccio io si basa su titolo, copertina e poi vado avanti con la trama e continuo con l’anteprima sullo store, leggo qualche recensione negativa, qualcuna positiva. E se tutto va bene lo compro, oppure mi riserbo di pensarci su oppure decido di non prenderlo affatto. Ah, naturalmente, la scelta è legata anche al prezzo. Ebook oltre i 4,99 euro difficilmente saranno nel mio lettore ebook. Devono proprio folgorarmi e, per esempio, Giorgio Scianna, con Qualcosa ci inventeremo ci è riuscito.

Cosa si cerca da un libro? Evasione? Abbandono della realtà? Storie d’amore mozzafiato? Magari della serie, un personaggio si sveglia una mattina, si è rotto l’anima di essere uno schiavetto sul lavoro, di sentirsi frustrato e che fa? Prepara la valigia, chiama al lavoro (Ciao, Carlo, da oggi non vengo più), prenota il biglietto aereo per il primo volo disponibile per Nairobi, per Parigi, per Londra, per Dublino, per Madrid, o quel che volete, prende un taxi e chi si è visto si è visto. Ma quanti possono permettersi una cosa del genere? Forse il 5% di quelli che conosco. Ecco perché una trama così potrebbe essere quello che si cerca. Potrebbe. Il protagonista parte. Poi che succede? Facile. Incontra l’amore della sua vita. Si mette a vendere cocco sulla spiaggia? No. Apre una bella attività ristorativa nei pressi di una località balneare? Non saprei.

Le mie storie non sono totalmente di evasione, anzi, sono normali vite che si complicano e che non riescono quasi a districare gli eventi della loro esistenza finché non la prendono in mano e decidono di agire e vedere che succede, nel bene e nel male, quello che dovremmo fare tutti, per essere felici e non avere mai rimorsi sulle occasioni sprecate.

Ho letto di persone che hanno letto Lolita e pensavano di leggere cose come 50 sfumature… E ovviamente le recensioni fatte a Lolita sono a una stella. Qualche altro classico davvero bello è stato definito orrendo, eppure sono classici. Forse il lettore davvero non sa cosa vuole? Molto probabile.

La buona lettura si sposa quando trovi esattamente quello che volevi leggere.

Eppure se un libro non piace, non piace. Al di là di tante pippe mentali. E se un libro non piace non c’è nulla che tenga: è orrendo. È un fatto molto molto molto soggettivo.

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