
Sono noti i finalisti, e quindi il vincitore, del premio Strega e tutti ne parlano male, ovviamente. A nessuno piacciono gli autori, tutti se ne lamentano, ma tutti li leggeranno, fidatevi.
Siamo nel 2017. Un premio letterario è ancora in grado di stabilire chi è un bravo autore? Secondo me no. Si sta solo perdendo tempo, ma, d’altra parte, ognuno è libero di perdere il tempo nel modo che ritiene più consono, sia ben chiaro. Chi sono io per dire che un premio letterario non serve a nulla?
C’è chi addirittura dà consigli agli editor, agli autori. Qualcuno che magari fa lo scrittore. Di solito le critiche arrivano sempre da chi scrive (o vorrebbe farlo e resta sempre nel limbo) e non è mai arrivato a un premio, soprattutto che sia lo Strega. Personalmente ho smesso di dare consigli ai miei colleghi scrittori e non mi verrebbe mai in mente di esprimere pubblicamente disappunto verso un autore di una grande casa editrice. E non perché ha fatto il grande salto, a me non interessa davvero, solo che non ritengo un persona legata a una grande casa editrice automaticamente un grande e bravo autore. Ovviamente in futuro potrei anche cambiare idea sull’esprimere pubblicamente disappunto per i testi di grandi autori. Se proprio mi vengono richiesti pareri letterari a cui non posso sottrarmi, mi limito a quelli che per me sono proprio errori evidenti, il resto che ognuno scriva ciò che vuole, che ognuno legga ciò che vuole.
Vi ricordate per esempio la grande, grandissima, novità dei libri distillati? Quelli che un editore decise di pubblicare in forma di riassunto? Riducendo storie da 600 a 150-200 pagine. Ha chiuso bottega. Possiamo tirare un sospiro di sollievo, ora possiamo magari bere distillati, magari di frutta.
Cose come “Il festival di San Remo” e “Il premio Strega” restano ancora lì. Tutti li criticano, ma tutti lo vedono/ne ascolteranno le canzoni (ovviamente piratate)/ne leggeranno i libri.
Sapete quanti bravi talenti non sono mai passati in TV e per “Il festival di San Remo”? Non si contano. E quanti autori sono molto più bravi degli autori selezionati da un concorso e che hanno (quelli selezionati dal concorso) una grande casa editrice alle spalle? Nemmeno quelli si contano. Soprattutto hanno fatto da sé, cioè senza editore, grande o piccolo che sia.
Stavolta non farò nomi, sempre perché in Italia si preferisce l’acquisto di costosissimissimi smartphone, non fare il biglietto del treno e mai e poi mai leggere. Chi sono io per dire chi deve leggere e perché? Per me possiamo anche chiudere tutte le librerie e gli store. Soprattutto se quello che si legge è lo specchio dei tempi e poi la gente critica i premi letterari come se si aspettasse chissà cosa. Io non li critico perché ritengo che siano validi, io li ignoro proprio, il ché è un tantino diverso. Per me, non fanno notizia, soprattutto dopo aver letto una molto molto molto motivata e dettagliata stroncatura di un’autrice vincitrice di un premio letterario. Dopo questa rivelazione, ho visto tutto.
E se uno prende i treno, ha uno smartphone costosissimo tra le mani e si vanta di non aver mai fatto il biglietto da una mese a quella parte prendendo regolarmente il treno ogni mattina e magari non legge, di cosa altro c’è da parlare? Penso che magari bisognerebbe cercare un lavoro su un “altro pianeta”, dove magari tante brutte cose non le vedi e non le senti. Non sono le persone che leggono a rendere il mondo migliore o quelle che non leggono. Il mondo sarà un posto migliore quando tutti collaboreremo a renderlo tale. Avrei voluto personalmente dire a quel ragazzo: “E ti vanti di non aver mai fatto il biglietto per un mese? Non te ne vergogni, piuttosto?”. Ma, ovviamente, mi sono fatti i ‘zzi miei.
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