
Riprendo il tema di un articolo di Maria Teresa Steri. Perché spesso mi sono detto: “dovrei spiegare a tutti perché tenersi lontani dai miei testi”.
Spesso si dice: “ci diresti perché uno deve scegliere il tuo testo invece di quello di un altro autore? Cosa ha di speciale il tuo testo?”.
A volte ho pensato ancora di più, ovvero, di scrivermi delle recensioni negative da solo di chi poteva non aver capito nulla di quello che leggeva. E magari mi sarei divertito, ma questa cosa, insomma, ancora mi fa un po’ impressione. Andrebbe gestita per bene e potrebbe anche essere divertente. Magari lo farò.
Sì, ma perché non dovreste leggere i miei testi?
Motivo numero uno.
Non mi ha pubblicato un grande editore e non ho pagato un editore per pubblicare, ma sono diventato io stesso editore. È uno schifo? Oggi tutti che si pubblicano da soli? Veramente lo fanno anche gli editori che alla fine, non resistono, e per la loro stessa casa editrice pubblicano un loro testo. Ne conosco almeno un paio.
Motivo numero due.
Costano più di un chilo di arance ciascuno, non sono smartphone, quindi non ci puoi installare sopra app, giochetti o musica, ma devi proprio stare lì a leggerli. Meglio, se proprio devi comprare qualcosa, non pagare i miei romanzi che costano 3,49 e 3,99 euro, ma vai sulle 50 sfumature, costano dai 7,99 euro in su, però, sai, le hanno lette milioni di lettori, vuoi essere da meno?
Motivo numero tre.
Sono storie di fantasia, non sono fatti veramente accaduti di personaggi veramente esistiti, quindi la storia potrebbe lasciarti meravigliato e non andare a finire come vorresti tu. Sono tanto di fantasia che in “Joe è tra noi” i treni volano, i grattacieli arrivano a quasi 300 piani e ci si muove in una Londra del 2358. Non sono storie vere con personaggi veramente esistiti e a te piacciono le biografie reali o i saggi. Non leggermi.
Motivo numero quattro.
Sono storie che ruotano attorno ai personaggi, a me piace fare in modo che i lettori si affezionino ai personaggi e vi entrino in sintonia, perciò ne curo la psicologia, la storia pregressa in modo che sai chi è per quanto serve alla trama.
Motivo numero cinque.
Non mi piace definire romanzo qualcosa che non è più lungo di 50 o 100 pagine, cotto e condensato che ti scivola addosso come la plastica. “Joe è tra noi” sono 376 pagine. “Le parole confondono” sono 458 pagine. “Certe incertezze” arriva a 678 pagine. “Sai correre forte” a 456 pagine. Tutti con carattere 13, che è un po’ più leggibile su carta. Non sono romanzi forzatamente lunghi.
Motivo numero sei.
Le storie sono complesse, dolorose, toccano sul vivo argomenti delicatissimi come la vita, la morte, l’identità, le paure, le delusioni, la violenza. In “Sai correre forte” c’è una lunga scena di violenza che fa rabbrividire. Anche in “Certe incertezze” ci sono alcune piccole scene violente e anche in “Le parole confondono”. La violenza è nel quotidiano e tu cerchi una storia ideale tutta rosa e fiori, non ti conviene leggere i miei testi.
Motivo numero sette.
Alcuni testi come “Sai correre forte” sono crudi, ricchi di una dialettica di strada, pieni di storie terribili che a tratti angosciano, non puoi leggerlo sotto l’ombrellone.
Motivo numero otto.
Nelle mie storie c’è una forte componente emotiva che va in crescendo. Se non ti va di piangere, se sei particolarmente sensibile, allora puoi sempre distrarti con un libro umoristico.
Motivo numero nove.
Nei miei romanzi si fa sesso… Si scopa, come disse in maniera volgare e disgustata un’autrice a cui questa cosa non piaceva. Ci sono diverse scene di sesso in “Certe incertezze” che potrebbero disturbare quelli che non vogliono leggere nemmeno un rigo di quelle cose, molti altri hanno detto che in quelle scene non si esagera e non c’è volgarità. Passa a un libro dove magari nessuno nemmeno la nomina la parola sesso.
Motivo numero dieci.
Non puoi leggere i miei libri perché non sono bestseller, non hanno venduto milioni di copie, vai su titoli bestseller, quelli che gli editori spingono con un ufficio marketing da guerra a prescindere della qualità del titolo in sé. Se leggi i miei testi non sei in, non fai moda. Ah, volevo ricordarti che dei miei titoli non hanno fatto nemmeno film o serie televisive. Ti conviene? Non è un Tredici, non è un The Expanse, capito?
Motivo numero undici.
Non leggere i miei libri perché, a prima impressione, sono una persona antipatica. Dopo avermi conosciuto personalmente potresti capire che potrei essere ulteriormente antipatico perché tendo a mantenere le distanze.
Motivo numero dodici.
I miei cartacei non li trovi in una libreria come può essere una libreria (in)dipendente o un Feltrinelli, ma sono solo su Amazon, GiuntiAlPunto e MondadoriStore. Oppure in ebook su store internazionali come Amazon, Apple, Google, Kobo, Scribd, Playster, 24Symbols. Non sono su IBS, non sono su BookRepublic e non sono su StreetLib.
Motivo numero tredici.
Non sono mai stato candidato al premio Strega e, quindi, non l’ho mai vinto. Non sono riconosciuto da nessuno. Ti conviene?
Motivo numero quattordici.
Non puoi leggere i libri di chi scrive un articolo in cui sconsiglia i propri libri, ti pare?
Chiaramente questo è un articolo difficile in cui sto provando a non prendermi sul serio, per quanto uno possa chiedersi perché darsi 14 motivi per non farsi leggere. Ne basta uno e chi legge l’articolo se ne convince, giusto?
In effetti si spera che chi ha letto i miei testi dica qualcosa in merito a questo motivi pretenziosi. Chissà che effetto avrà questo articolo. Molti smetteranno di seguirmi? Sono davvero così antipatico e me la tiro? 🙂 Ma no, dai, non prendetemi troppo sul serio.
Mercoledì 14 motivi per leggere i miei testi.
L’ultimo punto è davvero strepitoso! Può essere tranquillamente anche valido per me 😉
Seriamente, invece la violenza per me potrebbe essere un deterrente, ma bisogna vedere pure com’è trattata. Diciamo che non mi piace quando c’è un indulgere fine a se stesso ma non credo sia il tuo caso.
L’idea delle recensioni negative auto create è semplicemente meravigliosa! Ovviamente se non le metti sugli store 🙂 Se mai decidessi di farci un post, ti seguirei a ruota, penso che potrebbe essere una sfida interessante.
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Dimenticavo, grazie della citazione 🙂
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Prego. I tuoi articoli sono sempre interessanti.
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Non è fine a se stessa, spesso è il motivo che spinge il protagonista ad abbandonare la città o è il motivo per cui due persone si lasciano e altre volte è intesa anche in senso simbolico, la violenza subita da un personaggio è quella di tutti e in cui tutti ci potremmo trovare. Ricrea lo scenario crudo e reale. A volte anche il subire una “semplice” rapina. Con tutte le conseguenze del caso.
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Se il buongiorno si vede dal mattino 🙄🙄🙄
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Beh, è un articolo autocritico con vena ironica. Però capisco che possa non piacere. Di certo non piacerà a nessuno. Se lo rileggo meglio nemmeno a me.
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E chi ha detto questo 😒
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Ah, 😃
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Leggi troppo tra le righe 😁
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No, è che davvero non avevo capito 😜
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Hahahahahah 😜
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Ci sarà anche la versione sul perché leggermi 😜
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non vediamo l’ora di leggere il perché leggerti 😝
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Mercoledì. Su questo schermo 😜
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Bene!!
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Io ho qualche problema sul sesso esplicito e scene in cui si indulge su particolari piccanti… lo stesso vale per i film. Hai fatto bene ad avvertirmi!:)
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Dipende. Non è sesso da 9 settimane e mezzo o da Basic Instinct, ci sono persone che mi hanno chiesto quanto c’è ne fosse e credo ben poco alla fine. Poi non esiste un metro per dire quanto e di che tipo 🙂 . E poi non è il sesso a reggere il libro 🙂
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