
Stephen King dice due cose:
- il momento che spaventa di più è quello che precede l’inizio;
- le idee per scrivere ti vengono scrivendo.
È proprio così. Un’idea tira l’altra e il romanzo volge quasi al termine.
All’inizio 50 mila parole mi sembravano un oceano, forse troppe perché volevo un romanzo più breve, spero di aver ben caratterizzato i personaggi (nei miei testi lavorare sui personaggi è il punto di partenza).
E se non saranno 50 mila, potrò sempre farlo un po’ più lungo, ma non non più di tanto, non credo oltre le 55’000 ed è una novità per me che inizio a scrivere e poi mi lascio trascinare, stavolta ci sarà il finale, cosa che ancora reclamano i due lavi precedenti fatti partecipando al NaNoWriMo.
E pensare che in questa stesura ho affrontato anche il problema del blocco dello scrittore. Forse perché stressato e in continua ansia per il tempo che mi mancava per scrivere e per una trama che non mi era esattamente definita in testa. Una settimana prima di iniziare avevo in mente solo una Torre misteriosa, un docente di informatica e un ragazzino.